Alligatori, gli ingegneri delle zone umide

L'alligatore è uno di quegli animali che siamo soliti ritrovare nei cartoni animati o nelle canzoni per bambini. È famoso per assomigliare a una grande lucertola, ma dietro al suo aspetto c'è molto di più. In un nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Journal of Animal Ecology, questi animali sono stati definiti "ingegneri del loro ecosistema" perché lo modificano costantemente per sfruttare al meglio tutte le risorse che può offrirgli di stagione in stagione e il suo "lavoro" offre un vantaggio alle zone umide in cui vive e a tutti gli altri organismi che le abitano.

Per capire meglio è bene focalizzarsi sulle abitudini di questi animali. L'alligatore americano (Alligator mississippiensis) è un predatore abbondante nella maggior parte degli ecosistemi acquatici in tutto il sud-est degli Stati Uniti. Poiché si trova all'apice della catena alimentare, la sua presenza è fondamentale per tenere sotto controllo le popolazioni delle prede delle quali si nutre mantenendo, così, il giusto equilibrio all'interno delle zone umide da lui abitate.

Ma allora perché sono definiti ingegneri? Non dobbiamo farci ingannare dal loro aspetto apparentemente tozzo e poco agile, infatti gli alligatori sono capaci di modificare fisicamente l'ambiente nel quale vivono attraverso la creazione e il mantenimento di veri e propri stagni che danno rifugio alla fauna selvatica del luogo durante la stagione secca. Gli alligatori, a loro volta, li utilizzano a mo' di frigorifero o dispensa perché queste pozze rappresentano per loro una vera e propria, ma soprattutto costante, fonte di cibo. Come altra funzione, possono essere utilizzate come luoghi per l'accoppiamento.

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Poichè questi ambienti sono così importanti per gli alligatori, da bravi padroni di casa se ne prendono cura rimuovendo costantemente la vegetazione e spingendo via con artigli, muso e coda sedimenti e altri detriti. Così facendo, involontariamente arricchiscono il suolo di nutrienti, motivo per il quale questi stagni sono molto più produttivi delle paludi circostanti.

Tutto questo è stato scoperto grazie al lavoro di un team di ricercatori che ha concentrato la sua attenzione proprio sull'analisi di questi ecosistemi. «Comprendere i diversi ruoli ecologici di predatori come gli alligatori ci assicurerà di avere le conoscenze per proteggere gli ecosistemi in futuro», ha affermato Bradley Strickland, ricercatore post-dottorato presso il Virginia Institute of Marine Science.

Bisogna sempre tenere a mente che ogni singolo essere vivente presente sul Pianeta è fondamentale per il mantenimento della salute di quest'ultimo. Ogni organismo rappresenta un anello di una catena, quindi se anche uno solo di questi vieni a mancare, il meccanismo si inceppa diventando sempre più fragile man mano che si spezzano sempre più anelli.

In generale i predatori sono tra le prime specie a risentire dei danni causati dalle attività umane e, poiché l'habitat dell'alligatore è fortemente danneggiato dall'uomo e dei cambiamenti climatici, è essenziale trovare al più presto metodi efficaci per salvaguardarlo.

Gli alligatori, inoltre, rischiavano di estinguersi e fortunatamente sono riusciti a riprendersi nel corso degli ultimi 50 anni. Questa ricerca mette in risalto la loro importanza all'interno del loro habitat poichè evidenzia come siano fondamentali per la salvaguardia della salute di interi ecosistemi.