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9 Luglio 2021
16:30

Allevamento lager: 110 Husky ritrovati in gabbie tra escrementi, senza acqua e senza cibo

I Carabinieri di Ponzano, comune alle porte di Roma, hanno scoperto l’ennesimo allevamento-lager per cani, di razza Husky, questa volta nel Lazio. 110 gli animali costretti a vivere chiusi in gabbie anguste, in condizioni disumane, denutriti, all’interno di una villa privata. Il proprietario è stato denunciato.

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Chiusi in gabbie piccole e strette, senz’acqua, maltrattati e in stato di abbandono. È questa la situazione davanti alla quale si sono trovati i Carabinieri della stazione di Ponzano insieme a quelli Forestali di Sant’Oreste quando hanno ritrovato 110 cani di razza Siberian Husky in condizioni disumane e denutriti in un allevamento abusivo in un villino privato nel piccolo comune alle porte di Roma.

I lamenti e i guaiti dei cani che avevano già richiamato l’attenzione dei residenti e un esposto di un’associazione per la protezione ambientale e animale della Capitale hanno fatto partire l’operazione dei militari che hanno scoperto così l’ennesimo allevamento lager, questa volta nel Lazio.

All’esterno i Carabinieri hanno trovato sedici recinti di dimensioni ristrettissime lasciati sotto il sole cocente. E, una volta suonato per entrare, gli occupanti si sono rifiutati di farli accedere. Immediatamente è stato chiesto al Pm della Procura del Tribunale di Rieti un decreto di perquisizione con il quale sono riusciti poi a scoprire scene orribili anche nel villino. All’interno la situazione infatti non era certo migliore: altri 29 cani chiusi dentro gabbie simil trasportino, senz’acqua, cibo e tra gli escrementi. In mezzo alla stanza abbandonata, una carcassa di uno degli animali deceduto da giorni.

I militari hanno posto sotto sequestro il villino in mezzo alla campagna e hanno affidato in custodia i 110 esemplari di Husky, facendo scattare la denuncia per il proprietario con l'accusa di “maltrattamento di animali” e “detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura”. L'ipotesi di reato è stata rubricata poi dalla Procura come “aggravata” per il cane trovato senza vita. La carcassa del cane è stata portata all’istituto di zooprofilassi per analizzare le cause della morte.

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Simona Sirianni
Giornalista
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