In questi ultimi giorni è spuntato di nuovo uno studio del 2008 pubblicato sulla rivista PNAS che dimostra che la tupaia dalla coda a piuma (Ptilocercus lowii) consuma frequentemente alte dosi di alcol, equivalenti a circa dieci bicchieri di vino per l'uomo. Nonostante l'articolo sia appunto di molti anni fa, il tema suscita ancora molto interesse e il motivo non è difficile da capire. Probabilmente infatti ci incuriosisce molto l'idea che anche un animale possa ubriacarsi. In realtà però le cose non stanno proprio così: i ricercatori infatti hanno dimostrato che la tupaia beve tanto, ma l'alta dose di alcol non produce gli stessi effetti da hang-over come invece succede a noi.
Lo studio sulla tupaia e l'alcol
I ricercatori hanno studiato le tupaie della coda a piuma nella foresta pluviale della Malesia occidentale per ben 38 mesi e si sono resi conti che si cibavano quasi quotidianamente dei boccioli di una palma endemica: Eugeissona tristis. La particolarità di questa pianta è che i lieviti presenti nelle gemme dei fiori fermentano creando così un grado alcolico intorno ai 3.6-3.8%, una tra le più alte concentrazioni derivanti da un alimento naturale.
Le tupaie bevono alcol, ma non si ubriacano
Le tupaie però non sembrano farsene un gran problema: lo consumano infatti molto frequentemente e, nonostante non siano l'unica specie selvatica a farlo, sono in assoluto le più "ubriacone", ossia quelle che ne assumono di più. Neanche l'uomo, pur volendo, riuscirebbe a reggere tanto. Come fanno quindi questi toporagni, di circa 50 grammi, a non intossicarsi? I ricercatori suggeriscono che il metabolismo di questa specie è talmente efficiente da riuscire a metabolizzare l'etanolo. È ancora però da scoprire quali sono i vantaggi che le tupaie traggono dall'assunzione dell'alcol, mentre sono abbastanza chiari i vantaggi della palma: il toporagno infatti, passando tra una pianta e l'altra, ne favorisce l'impollinazione e di conseguenza la riproduzione. Questo studio infine toglie all'uomo un altro importante primato: non siamo l'unica specie a bere alcol e, soprattutto, c'è chi lo "regge" molto meglio di noi.