Quasi tutte le popolazioni di scimpanzé utilizzano strumenti per raccogliere più facilmente acqua e cibo: bastoncini e ramoscelli per pescare termiti e miele, foglie come spugne per raccogliere l'acqua nei fiumi, sassi per spaccare e aprire i frutti e le noci più dure. In maniera simile a ciò che accade nell'uomo, ogni comunità possiede una propria e specifica tecnologia che viene tramandata culturalmente di generazione in generazione.
Tuttavia, alcuni studiosi mettono in dubbio questo paragone con Homo sapiens, sostenendo invece che non si tratta di una vera e propria trasmissione culturale ma più sorta di predisposizione naturale che può emergere in maniera spontanea e indipendente senza un vero e proprio apprendimento sociale, come accade spesso in cattività.
Un team di ricercatori ha provato perciò a testare questa ipotesi sul campo, mettendo a disposizione dei primati tutto l'occorrente necessario per spingerli a spaccare le noci con dei sassi. Ciononostante, gli scimpanzé non lo hanno fatto, suggerendo quindi che hanno davvero bisogno dell'apprendimento sociale per imparare dagli altri comportamenti culturali tanto complessi. I risultati dello studio che indaga l'emergere del tool use negli scimpanzé (Pan troglodytes) sono stati recentemente pubblicati su Nature Human Behaviour.
Ciò che ha reso Homo sapiens l'animale culturale per eccellenza è la capacità di accumulare conoscenze, abilità e tecnologie migliorandole a ogni passaggio di generazione. Condividere queste conoscenze consente così a una comunità di sviluppare nel tempo abilità sempre più sofisticate che nessun individuo da solo potrebbe mai raggiungere. È chiamata cultura cumulativa, e secondo alcuni scienziati sarebbe un'esclusiva umana non condivisa con altri primati come gli scimpanzé, che invece possiederebbero un'innata e latente predisposizione manipolativa verso l'utilizzo di strumenti in grado di emergere in maniera spontanea con le giuste condizioni.
Il team guidato da Kathelijne Koops dell'Università di Zurigo ha testato questa ipotesi in natura con alcuni scimpanzé che vivono tra i monti Nimba, al confine tra Costa d'Avorio e Guinea. L'esperimento ha previsto quattro scenari distinti, in cui i ricercatori hanno messo a disposizione delle scimmie tutto l'occorrente e gli stimoli necessari per spingerle ad aprire le noci usando i sassi, proprio come fanno da decenni alcune popolazioni vicine in Guinea.
Nel primo esperimento gli scienziati hanno fornito agli scimpanzé alcune noci di palma e dei sassi; nel secondo erano stati aggiunti anche frutti già pronti da mangiare; nel terzo le noci sono state aperte e messe accanto ai sassi; mentre nel quarto e ultimo scenario sono stati cambiati i frutti, sostituiti dalle noci dell'albero Coula, più adatte per essere aperte coi sassi. Osservando per diversi mesi i primati attraverso le fototrappole i ricercatori non hanno mai osservato alcun individuo utilizzare i sassi per aprire i frutti. Solo undici scimpanzé hanno mostrato un certo interesse per i set allestiti dai ricercatori e tra questi soltanto una femmina ha mangiato i frutti di palma già sgusciati.
Secondo gli autori questi risultati dimostrano che gli scimpanzé tramandano culturalmente e grazie all'apprendimento sociale la capacità di rompere le noci usando i sassi. Non sono in grado, quindi, di farlo in maniera indipendente, come invece sostenuto da alcuni scienziati. La chiave di tutta starebbe nell'imitazione, è questo il pezzo mancante emerso nelle popolazioni vicine che invece utilizzano regolarmente questa tecnologia, tramandandole di generazione in generazione proprio come avviene nella nostra specie. Anche se i ricercatori ammettono che potrebbero esserci altre possibili spiegazioni, inclusa la possibilità che i primati semplicemente non fossero interessati alle noci, son convinti che questo esperimento rafforza la tesi secondo la quale ci sarebbe una forte continuità tra l'evoluzione culturale degli scimpanzé e quella della nostra specie, molto più di quanto creduto finora.