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10 Dicembre 2022
10:17

Alle Galapagos stato di emergenza per l’influenza aviaria: soppressi 180mila volatili da allevamento

L’Ecuador ha dichiarato l’emergenza sanitaria animale, dopo aver accertato la presenza della contagiosa influenza aviaria in alcune aziende agricole e per questo ordinato la soppressione di 180mila tra polli e tacchini.

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È uno dei santuari della biodiversità più importante del mondo per la varietà di specie animali e vegetali che vi abitano. Ed è anche un paradiso per i birdwatcher, che qui possono ammirare e scoprire un’abbondanza senza eguali di specie uniche o comunque molto rare, come la sula piediazzurri o il fringuello e il tordo beffeggiatore, animali studiati da Charles Darwin nel 1835. Ora, però, l’arcipelago delle Galapagos in Ecuador è minacciato dall’emergenza aviaria.

È massima allerta da quando il virus, ricomparso in Europa l'inverno scorso, con gli spostamenti migratori naturali dell'aviofauna verso le Americhe, è arrivato fino alle isole e fino in Perù provocando la morte di migliaia di pellicani ed altri uccelli marini.

Su questo gruppo di isolotti gli andirivieni di volatili sono continui e proprio per questo il direttore del Parco Nazionale delle Galapagos, Danny Rueda, ha attivato un monitoraggio permanente soprattutto nelle aree in cui si concentra la maggior quantità di uccelli marini e quelle in cui l’afflusso turistico è maggiore.

In questi giorni il Paese ha dichiarato l’emergenza sanitaria animale, dopo aver accertato la contagiosissima influenza aviaria in alcune aziende agricole e per questo ordinato la soppressione di 180mila tra polli e tacchini.

Anche in Perù l'epidemia ha ucciso oltre 14mila uccelli marini, in gran maggioranza pellicani bruni e, nel tentativo di tenere sotto controllo, sono stati eliminati quasi 40mila polli. L'emergenza di 90 giorni è scattata anche in Venezuela.

L’epidemia di influenza aviaria che ha colpito quest’anno volatili selvatici e domestici in tutta l’Europa, è stata la più vasta mai registrata, per estensione e numero di capi e ha provocato l’abbattimento di quasi 50 milioni di capi in 37 paesi. Per ora non ci sarebbero rischi immediati di spillover all’uomo, ma ciò che è successo nell’ultimo anno non può non preoccupare.

Come se non bastasse, non si è mai davvero interrotta, come spiega l’ultimo rapporto  dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare e dell’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Infatti, l’infezione è stata segnalata anche nel periodo estivo, quello compreso tra giugno e settembre, stagione in cui, negli anni precedenti, si è sempre registrata la pressoché totale scomparsa del virus.

In sostanza, dice il rapporto, anche se i focolai estivi sono diminuiti rispetto all’inverno precedente, sono risultati comunque cinque volte più numerosi rispetto a quelli dello stesso periodo dell’anno scorso.

Per tale motivo per l’EFSA, che si occupa dell’elaborazione di valutazioni del rischio, è assolutamente necessario non abbassare la guardia. Inoltre, come prevedono molti studi, il riscaldamento globale e il deterioramento progressivo degli habitat non potrà che far peggiorare le epidemie nei prossimi anni, per questo, anche dopo l’esperienza fatta con il Covid-19, sarebbe opportuno prepararsi per tempo.

Una buona notizia però c'è. L'emù Emmanuel, diventato una star su TikTok, di cui abbiamo peraltro abbiamo raccontato la storia anche qui su Kodàmi, sta molto meglio.

L'uccello, a fine ottobre, era sopravvissuto insieme al cigno Rico, all'epidemia di influenza aviaria che fece una strage nella fattoria Knuckle Bump Farms in Florida, uccidendo ben 50 volatili fra anatre, oche e cigni neri.

Anche Emmanuel si era ammalato e aveva iniziato a stare sempre più male fino a non reggersi in piedi e non riuscire a nutrirsi. Sembrava che anche lui si fosse preso il virus, ma due test, fatti in due centri di analisi diversi, hanno dato esito negativo.

Quale è stato allora il motivo per cui Emmanuel ha iniziato a stare così male? Secondo quello che racconta Taylor Blake, la ragazza che si occupa di lui la risposta sembra essere lo stress della situazione: «Gli emù sono molto suscettibili allo stress» ha raccontato sui social Blake. Era incredibilmente sopraffatto dalla situazione di tutti quegli animali uccisi e ha smesso di mangiare il giorno la loro morte» conclude.

Ora, però, la situazione sembra andare molto meglio, come riporta la donna negli ultimi aggiornamenti pubblicati sui social ed Emmanuel sta tornando sempre più in forma.

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Simona Sirianni
Giornalista
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