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27 Ottobre 2021
15:00

Allarme polpette avvelenate al parco Nemorense di Roma: dubbi sulla morte di un Labrador

La morte di una cagnetta, Mia, di tre anni, sconvolge chi vive la zona del Parco Nemorense, a Roma.  Sabato 16 ottobre è stata trovata morta nella cuccia di casa. Il Labrador potrebbe essere stato ucciso da una polpetta avvelenata che potrebbe aver mangiato nelle vicinanze dell'area verde, la sera precedente. L'intera zona piomba nell'angoscia di poter avere a che fare con una persona che abbia deciso di uccidere gli animali.

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La morte di una Labrador, Mia, di tre anni, ha destato enorme preoccupazione in chi vive nella zona del Parco Nemorense, a Roma.  Sabato 16 ottobre è stata trovata morta nella cuccia di casa. Mia potrebbe essere stata uccisa da una polpetta avvelenata che avrebbe mangiato nelle vicinanze dell'area verde, la sera precedente. L'intera zona è piombata nell'angoscia di poter avere a che fare con una persona che ha deciso di uccidere gli animali.

«Quando ci siamo svegliati abbiamo trovato Mia con la bava alla bocca, la lingua viola, gli occhi sbarrati – spiega Angela Dorosario, la compagna umana – L’abbiamo portata subito al pronto soccorso veterinario in viale Etiopia. Abbiamo descritto i sintomi di Mia anche al veterinario di fiducia ed è stato lui ad averci indicato un probabile caso di avvelenamento. Ma non sono stati fatti i controlli e così non ne abbiamo la certezza. Noi a casa siamo sconvolti, eravamo molto affezionati a lei. Le feste che ci faceva ogni volta che tornavamo a casa erano indescrivibili».

Riccardo Manca, vicepresidente di Animalisti Italiani, spiega che a Roma questi casi di polpette avvelenate «avvengono a macchia di leopardo un po' in tutta la città. Ma la maggior concentrazione è però in periferia e dove c’è più degrado urbano. Chi usa le polpette avvelenate è un delinquente che va perseguito: secondo quanto previsto dalla legge i reati di cui deve rispondere sono di maltrattamento e uccisione di animali. Abbiamo sempre cercato di sensibilizzare le istituzioni per creare aree idonee e sicure dove portare i cani. Le persone, però, pensano di essere dei giustizieri e continuano con queste condotte criminali».

Molti i temi che il nuovo sindaco della città, Roberto Gualtieri, ha all'attenzione. «Si è impegnato a rispettare un programma basato su alcuni temi che, come associazioni animaliste, gli abbiamo sottoposto – spiega Manca – Si va dalla gestione della fauna selvatica, al divieto dei circhi con gli animali, all'abolizione delle botticelle, a una seria campagna di gestione delle colonie feline. Questo è ciò che chiediamo, per far diventare Roma una vera città ‘"animal friendly'", prevedendo anche la riconversione del Bioparco in Centro di recupero per la fauna selvatica, come è stato già promesso dalla giunta precedente».

Un’ordinanza del ministero della Salute del 10 agosto dello scorso anno stabilisce che appena viene ritrovato un boccone avvelenato o un animale morto o con gravi sintomi che possono far presupporre un avvelenamento, va immediatamente allertato un veterinario. Questa è la prima cosa da fare. La tempestività dei soccorsi, in momenti come questi, è fondamentale per fare in modo che il medico possa intervenire nel modo giusto.

Nel frattempo, oltre all'emergenza del cane o del gatto appena avvelenato, le forze dell'ordine devono intervenire sul posto. Appena viene individuata una zona con esche avvelenate questa deve essere bonificata. I carabinieri forestali hanno un’apposita unità specializzata (l'Uca anti-veleno) con cani addestrati a sentire gli odori delle esche. Gli stessi militari avviano poi le indagini per cercare di risalire al presunto movente. Tutto ciò è necessario per evitare che i fatti si ripetano uno dietro l'altro.

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