In Francia è scattato l'allarme per l'infestazione da bruchi della processionaria che minacciano la salute umana e quella degli animali. Si tratta di insetti considerati dannosi perché provocano gravi irritazioni. Secondo l'Agenzia Nazionale di sicurezza Sanitaria (ANSES), la causa principale della diffusione nel paese d'oltralpe è il riscaldamento climatico. La regione delle Yvelines, a nord del paese, è attualmente quella più colpita: il 70% dei 259 comuni è invaso da questa specie.
Il fenomeno della presenza sul territorio francese della processionaria è iniziato negli anni 70 ma l'insetto è apparso tre anni fa in modo consistente per poi colonizzare man mano diverse specie di alberi: pini e querce in particolare. L'Anses ha cercato di prevenire il rischio di una totale diffusione distruggendo i nidi, abbattendo gli alberi, installando trappole sui tronchi e imponendo il divieto di gite scolastiche nelle aree infestate. In Francia, dall'aprile del 2022, questa specie è stata classificata come nociva.
La specie è originaria delle foreste di conifere della Francia sud-orientale, ma con un clima più mite dovuto agli effetti del cambiamento climatico si è diffusa progressivamente verso il nord. Il freddo infatti neutralizza i nidi ma ciò non avviene più così tanto spesso e il bruco ha dunque trovato più territori in cui vi sono le temperature calde di cui ha bisogno per poter sopravvivere.
L'Agenzia Nazionale di sicurezza Sanitaria ha reso noto che non è necessario toccare il bruco per essere colpiti. Se l'animale si sente in pericolo, infatti, espelle i suoi peli che si depositano su tutte le superfici che sono presenti nelle vicinanze, quindi anche sugli indumenti.
Tra le conseguenze peggiori del contatto con la processionaria l'Agenzia francese sottolinea che si possono verificare casi di congiuntivite o problemi respiratori. I cani e i gatti, in particolare, tendono a "giocare" con quesa specie o a mangiare l'erba dove il bruco solitamente si deposita: un contatto diretto potrebbe portare alla necrosi della lingua e addirittura alla morte dell'animale. Si annoverano anche sintomi meno gravi come dolori, lacrimazione, gonfiore, salivazione e forte malessere.
Eva Fonti, medico veterinario e membro del comitato scientifico di Kodami, spiega: «In caso di contatto diretto bisogna chiamare immediatamente il veterinario e nel frattempo è meglio pulire con abbondante acqua la zona colpita e utilizzare delle setole per togliere i residui di questi insetti, facendo attenzione anche alla nostra salute. Il veterinario poi, in base al caso specifico, prescriverà una terapia idonea: solitamente sono necessari antinfiammatori e antibiotici adatti, o anche pomate e gel da applicare sulle lesioni. In caso di ingestione o forte sintomatologia gastroenterica o shock può essere necessario il ricovero con una adeguata reidratazione del paziente».