Un nuovo, piccolissimo e molto pericoloso nemico sta prendendo di mira le foreste italiane, in particolare quelle trentine: è il bostrico tipografo, o bostrico dell'abete rosso, il coleottero lignicolo che con l’arrivo della bella stagione e delle temperature più miti si sta riproducendo a ritmi altamente preoccupanti.
L’allarme è stato ribadito da Coldiretti e Federforeste in occasione della prima Giornata internazionale della salute delle piante proclamata dalla Fao, secondo cui circa 14 milioni di alberi sono già stati colpiti da questo famelico insetto che si nutre di legno e che sta attaccando alberi già indeboliti dai cambiamenti climatici e dal riscaldamento globale. Della questione si erano già occupate le autorità trentine a febbraio, ma nelle ultime settimane i timori si sono allargati proprio alla luce della velocità con cui sta salendo il numero di alberi attaccati da questo insetto.
Che cos'è il bostrico dell'abete rosso
Il bostrico tipografo agisce in modo mirato: lungo appena cinque millimetri, di colore bruno e di forma cilindrica, si insinua sotto la corteccia degli alberi, dove scava intricate gallerie che interrompono il flusso della linfa in particolare agli abeti rossi, ma anche al larice, l’abete bianco e il pino silvestre, uccidendoli nel giro di poche settimane. Oltre a nutrirsi dei tessuti sottocorticali degli abeti, sotto la corteccia e sulla superficie del legno ricava, scavando, camere nuziali dove riprodursi. Le femmine depongono in media ottanta uova da cui escono larve che, a loro volta, creano cunicoli di 5 o 6 centimetri per nutrirsi e crescere, dando vita a una nuova generazione di insetti.
«Il bostrico colpisce in maniera imprevedibile e quando gli effetti dell'infestazione diventano visibili, l'albero è in realtà già morto, l'insetto si è già spostato altrove e non rimane nulla da fare, se non recuperare il legno per altri utilizzi – aveva spiegato Paolo Kovatsch, responsabile tecnico dell’Agenzia provinciale delle foreste demaniali della Provincia autonoma di Trento – Le conseguenze di queste infestazioni sono visibili anche dalle strade: macchie di alberi scorticati e morti nel giro poche settimane».
La tempesta Vaia e l'invasione del bostrico tipografo
Proprio in Trentino il monitoraggio sul bostrico dell'abete rosso (Ips typographus) va avanti ormai da decenni, e Kovatsch ha confermato che la tempesta Vaia del 2018 ha contribuito alla diffusione di questo parassita: «In seguito all'aumento del legname schiantato nei boschi colpiti da Vaia, abbiamo osservato un aumento esponenziale degli individui catturati con le apposite trappole per il monitoraggio – ha detto Kovatsch – Era quindi prevedibile che avremmo visto le conseguenze di questo aumento causato dall'importante presenza di alberi al suolo i quali, nonostante l'impegno, non sono sempre recuperabili o trasportabili altrove».
Anche Coldiretti e Federforeste hanno puntato l’attenzione sulla quantità di legname rimasto al suolo nelle zone più impervie colpite dalla tempesta Vaia, mettendo l’accento sulla pericolosità del bostrico: «Da proteggere c’è tutto un ecosistema forestale, con un grande patrimonio di biodiversità e una strategica capacità di assorbire CO2 e mitigare i cambiamenti climatici – sottolineano le due associazioni – che integra attività umane tradizionali che vanno dalla raccolta dei tartufi e dei piccoli frutti alla ricerca dei funghi, dall’ecoturismo fino alla gestione del legname, azione fondamentale per la salute del bosco. In Italia ci sono oltre 11 milioni di ettari di foreste molto vulnerabili perché è mancata l’opera di prevenzione a causa dell’incuria e dell’abbandono, diventando spesso vere giungle ingovernabili».
«È necessario adottare subito misure urgenti per fronteggiare i danni»
Per Coldiretti la tutela dei boschi italiana passa necessariamente attraverso interventi finalizzati a «creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. È necessario adottare subito misure urgenti per fronteggiare i danni provocati dal bostrico, che sta compromettendo l’intera gestione forestale, lo sfruttamento turistico e la prevenzione idrogeologica e con esse l’economia circolare che ne deriva. Se come prima linea di difesa è necessario ripulire i boschi dai tronchi caduti ad alto rischio di infestazione con l’abbattimento delle piante già infestate, sul lungo periodo è necessario snellire tutte le procedure burocratiche di intervento e di gestione delle foreste».
La globalizzazione dei commerci e i cambiamenti climatici, con il conseguente aumento delle temperature, ha già causato enormi problemi al patrimonio arboreo italiano. Coldiretti sottolinea come insetti e virus potenzialmente letali per gli alberi sono arrivati nelle campagne italiane soprattutto con le piante ed i semi importati dall’estero: dal batterio della Xylella, arrivato con essenze importate dall’America Latina e “killer” degli oliveti del Salento, in Puglia, alla cimice asiatica, che danneggia invece i frutteti italiani. Ancora, la drosophila suzukii il moscerino che attacca ciliegie, mirtilli e uva, o il punteruolo rosso, flagello delle palme.