Un ospedale da campo per accogliere gli animali in fuga dall'Ucraina: è questo il nuovo presidio veterinario pensato per dare assistenza a cani e gatti arrivati a Napoli insieme ai loro umani.
Il presidio è stato allestito alla Mostra d'Oltremare, nel quartiere Fuorigrotta. All'interno della struttura è già attivo, dalle prime settimane di marzo, un centro di accoglienza per i profughi ucraini che adesso potranno ricevere lì anche le prestazioni veterinarie per i loro compagni a quattro zampe.
L'ospedale da campo è attivo tutti i giorni dalle 9 alle 18. In sede c'è sempre un veterinario dell'Asl Napoli 1 che si occupa di microchippare e vaccinare gli animali. Due azioni di fondamentale importanza soprattutto a seguito della deroga che permette agli animali di viaggiare senza passaporto europeo, prima obbligatorio per la movimentazione degli animali d'affezione in Europa.
Chi scappa dalla guerra non ha il tempo di recuperare i documenti necessari per il proprio viaggio e per quello degli animali. Le testimonianze dei volontari che operano al confine con l'Ucraina e offrono loro la prima accoglienza raccontano che spesso queste persone arrivano senza beni di prima necessità come cibo e medicinali. Impossibile quindi pensare di attendere i tempi necessari al recupero del passaporto, o addirittura fare le profilassi prima della partenza.
Alla luce di questa urgenza, e dopo la forte mobilitazione delle associazioni, il documento non è più necessario per chi dall'Ucraina raggiunge l'Italia. Tuttavia, come ha specificato anche il Ministero della Salute, resta necessario microchippare e vaccinare gli animali una volta giunti sul territorio italiano, per poi sottoporli a un periodo di osservazione.
Questa iniziativa si è resa necessaria per garantire il benessere degli animali, che insieme ai loro umani affrontano un viaggio lungo e purtroppo dall'esito incerto, ma è stata realizzata anche allo scopo di prevenire possibili focolai di rabbia, zoonosi che in Italia non è più presente fra gli animali domestici ma ancora diffusa in diversi paesi dell'est Europa, come l'Ucraina. E lo è in misura non trascurabile secondo le rilevazioni del Centro di referenza nazionale della rabbia dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie: con 265 casi attestati in cani e gatti, «gli animali domestici provenienti dall’Ucraina devono essere considerati potenzialmente esposti ad infezione nel territorio di origine».
Sia la vaccinazione antirabbica che il controllo sanitario, prima garantiti dal passaporto, ora devono essere eseguiti dai servizi territoriali che accolgono i rifugiati. Qui entra in gioco il prezioso lavoro svolto a Napoli dall'ospedale da campo, che si aggiunge all'analogo servizio offerto quotidianamente all'interno del presidio ospedaliero veterinario del Frullone.
Con oltre 100mila profughi attesi nella sola città metropolitana di Napoli, di cui una percentuale non trascurabile in arrivo con cani e gatti, adesso può trovare un punto di riferimento nell'hub veterinario della Mostra d'Oltremare.