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16 Marzo 2023
18:03

Alla Maiella un meeting sulle catture dei selvatici: «Strumento fondamentale per conservazione e benessere animale»

Al Parco Nazionale della Maiella si terrà un meeting internazionale sulle catture animali, il veterinario Simone Angelucci: «Il panorama ecologico sta cambiando sia mo di fronte importati nuove sfide sia in ambito di conservazione e di benessere animale che di gestione».

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Al Parco Nazionale della Maiella si terrà un importante meeting internazionale sulla disciplina delle catture di animali selvatici e che sarà ospitato nella sede scientifica del parco, a Caramanico Terme, dal 19 al 21 ottobre 2023. L'evento riunirà esperti provenienti da tutto il mondo, veterinari, biologi, ecologi, ricercatori nel campo della One Health e studenti, che avranno modo di condividere e ampliare le conoscenze e le esperienze sul tema delle catture degli animali selvatici finalizzato allo studio e alla salvaguardia delle specie, tema sempre più centrale nella società di oggi.

«Stiamo ormai vivendo un periodo di grandi cambiamenti ecologici e il nostro rapporto con la fauna selvatica sta mutando molto rapidamente – spiega a Kodami Simone Angelucci, responsabile dei servizi veterinari del Parco della Maiella e organizzatore del meeting – Questo ci pone di fronte a una serie di importati sfide sia in ambito di conservazione e di benessere animale che di gestione. Se un tempo le catture avvenivano solo occasionalmente oggi sono diventate uno strumento indispensabile per lo studio, il monitoraggio, la salvaguardia e la gestione faunistica».

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Negli ultimi decenni, infatti, complici numerosi fattori socio-ambientali su vasta scala, come l'abbandono delle zone rurali, la perdita di habitat, l'aumento della popolazione umana e i grandi cambiamenti causati dal riscaldamento globale, le interazioni e il rapporto tra umani e selvatici stanno mutando rapidamente. In un contesto in così rapida evoluzione, le attività umane e il rapido sviluppo sono in grado di causare, in molte parti del mondo, ancora riduzione e frammentazione di habitat e di minacciare la sopravvivenza di molte specie animali.

«In questi anni abbiamo acquisito molta esperienza teorico-pratica sulla disciplina della catture e momenti come questi sono fondamentali sia per confrontarsi con gli altri che per tenersi aggiornati – spiega ancora Angelucci – Se un tempo catturare per traslocare o reinserire un animale significava semplicemente somministrare un farmaco ed effettuare monitoraggio clinico, oggi sappiamo che bisogna tener presente anche aspetti ecologici di ogni specie per la buona riuscita dell'operazione, come per esempio la socialità o la territorialità. Gli animali oggi non devono semplicemente sopravvivere alla cattura, ma vanno accompagnati e monitorati fino al completo reinserimento ecologico».

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Le catture sono state un importante strumento per lo studio, il monitoraggio e soprattutto il ripopolamento faunistico. Pensiamo per esempio a progetti di successo come la reintroduzione del camoscio in Abruzzo oppure all'applicazione di radiocollari per seguire gli spostamenti. Allo stesso tempo, però, il rapido abbandono delle aree rurali e l'aumento numerico di alcune popolazioni animali, stanno determinato condizioni ecologiche del tutto nuove che portano sempre più specie a frequentare o a stabilirsi anche in aree fortemente urbanizzate, accentuando e conflitti e mettendo a rischio la convivenza con le attività umane e la sicurezza degli animali e delle persone.

«Si discuterà molto anche del ruolo della catture e della traslocazione per la gestione individui confidenti o problematici, un possibile intervento sia per tutelare gli animali che le attività umane – sottolinea Angelucci – Un tempo un'eventualità del genere era considerata un evento eccezionale, oggi invece sono quasi pane quotidiano. Bisogna però valutare e pianificare con molta attenzione ogni tipo di intervento».

In uno scenario del genere, la cattura dei selvatici rappresenta quindi una delle soluzioni per mitigare i conflitti, comprendere le dinamiche ecologiche e proteggere allo stesso tempo gli animali dai rischi legati al frequentare aree fortemente urbanizzate e a stretto contatto con l'uomo. Lo abbiamo visto – per esempio – con Juan Carrito, quando nel tentativo di disabituarlo al contatto con l'uomo fu catturato e poi trasferito in zone più remote e selvagge. Purtroppo, per l'orso più famoso d'Italia non è andata a buon fine, ma la cattura e la traslocazione di animali selvatici resta una preziosa risorsa a disposizione degli esperti per tutelare i selvatici.

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«Ovviamente non sempre le catture sono necessarie. Oggi esistono strumenti non invasivi per monitorare gli animali anche da un punto di vista biologico e fisiologico – conclude Simone Angelucci – pensiamo agli studi sul DNA o sugli ormoni, come per esempio il cortisolo attraverso le feci. L'arte della cattura è nata come come strumento di persecuzione, col tempo è diventata fortunatamente un importante strumento per la conservazione e oggi riveste anche un importante ruolo per il benessere degli animali».

Le tecniche di cattura non possono infatti più ignorare l'accresciuta sensibilità verso il rispetto del benessere degli animali e assumeranno sempre più un ruolo cruciale per la conservazione, per la ricerca, la gestione faunistica e le attività di monitoraggio e controllo delle malattie nelle popolazioni animali. È perciò necessario sviluppare migliori pratiche che integrino le metodologie di cattura fisiche e farmacologiche con le più recenti acquisizioni relative all'etologia, alla fisiologia e alle condizioni di benessere per ogni singola specie in ogni particolare contesto ecologico.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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