Una gatta con i suoi gattini appena nati è forse una delle immagini più tenere che si possa immaginare. L’allattamento è un momento molto importante sia per la mamma gatta che per i piccoli e l’alimentazione può giocare un ruolo fondamentale. L’obiettivo principale dell'alimentazione durante queste importanti settimane è quello di sostenere la mamma, evitando che il suo organismo sia schiacciato dal forte stress di produzione del latte.
Vediamo allora quale alimentazione scegliere per la gatta in allattamento, quante volte al giorno dovrebbe mangiare e in che quantità, cosa fare se si rifiuta di mangiare e quali integrazioni possono essere utili in questa fase.
Quale alimentazione scegliere per la gatta in allattamento
In generale il consiglio valido è quello di non cambiare tipo di alimentazione dopo il parto. Sarebbe importante infatti cominciare ad abituare la gatta prima del parto alla sua nuova alimentazione, dato che dopo il parto gli stress sono già molti per la micia. In ogni caso, se il cambio è ben accetto, potete provare anche una volta che i gattini sono nati.
Come alimentazione commerciale durante l’allattamento in genere si preferisce dare un alimento secco (crocchette quindi), di tipo per gattini in accrescimento (kitten). Questo perché gli alimenti per l’accrescimento combaciano molto bene con i fabbisogni della gatta che allatta: hanno una maggiore densità proteica, maggiore energia, una piccola quota extra di calcio e corretti micronutrienti, fra cui la taurina. Quello che cambia molto però sono i fabbisogni energetici, per cui di conseguenza le quantità, di cui parleremo a breve.
Ovviamente è possibile anche seguire una gatta in allattamento anche con l’alimentazione fresca. In questo caso, quasi sicuramente l’alimentazione avrà un tenore minimo (o nullo) di carboidrati densi come amidi, mentre avrà una importante quota di proteine (carne, pesce, uova) e alta densità energetica (tanti grassi). Dato che però i fabbisogni di micronutrienti sono estremamente specifici in questa tappa di vita e che mamma e gattini potrebbero soffrire di carenze, consiglio di operare questa scelta solo se seguiti da un professionista.
Soprattutto se la gatta mangia alimento secco, ma anche se mangia solamente commerciali umidi o alimentazione fresca, non dobbiamo dimenticare che il nutriente principale è l’acqua. Ricordiamoci quindi di lasciare sempre acqua fresca a volontà. Infatti, il latte è composto è composto in gran parte di acqua e una delle motivazioni per cui una micia può non produrne a sufficienza è proprio la disidratazione.
Quanto deve mangiare una gatta in allattamento?
Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, quello che cambia moltissimo sono i fabbisogni energetici della gatta in allattamento e quindi le quantità di alimento che dovrà mangiare. Se infatti già durante l’ultima tappa della gravidanza la gatta può arrivare a mangiare circa un 25-50% in più rispetto al normale, dopo il parto una gatta può arrivare a mangiare anche 2 o 3 volte la sua razione giornaliera.
Queste grandi quantità di alimento ovviamente devono essere gestite nel modo adeguato. Nella maggior parte dei casi la migliore delle soluzioni sarà quella di lasciare sempre alimento disponibile alla gatta, alimentandola come si dice ad libitum ovvero a volontà. In questo modo sarà lei stessa a decidere quando mangiare e probabilmente noterete che farà tanti, tantissimi piccoli pasti giornalieri.
Per essere certi che abbia mangiato le quantità corrette, potremmo a quel punto pesare l’alimento ad inizio e fine giornata per controllare quanto ne manca. Questa soluzione però è valida solo nel caso la nostra gatta mangi crocchette.
Se invece seguiamo un alimentazione fresca, probabilmente il nutrizionista che vi segue vi consiglierà di fare tanti piccoli pasti giornalieri, mimando in questo modo la normale assunzione di alimento della gatta in allattamento.
Integratori per la gatta in allattamento
Partiamo dalle integrazioni che non bisogna fare in allattamento, ovvero il calcio. A meno che infatti non vi venga consigliato dal vostro medico veterinario per situazioni patologiche particolari (eclampsia), non è consigliabile aggiungere calcio ad un’alimentazione già bilanciata. Anche se piccole dosi di calcio extra infatti possono essere benefiche (abbiamo visto infatti che si utilizzano mangimi per gattini per questo), alte dosi possono avere effetti collaterali importanti.
Le integrazioni utili invece in allattamento sono:
- Acidi grassi Omega-3: utili per il benessere della mamma e per la crescita dei cuccioli, gli Omega-3 del tipo EPA e DHA sono sempre utili.
- Antiossidanti: potete utilizzare piccole dosi di vitamina C in polvere oppure come rosa canina, aggiungendole alla pappa. Lo sforzo dell’allattamento produce infatti una grande quantità di molecole pro-ossidanti e dare un piccolo aiuto in questo senso è una buona idea. Non esagerate, potrebbe dare vomito o diarrea!
- Piccole dosi di fibre aggiuntive se notaste che la vostra gatta ha difficoltà a svuotarsi. Questo è comune soprattutto in vicinanza del parto. Potete aggiungerle come piccole quote di verdure (carote bollite e frullate ad esempio, 20-40g al giorno) oppure come fibre solubili commerciali.
Cosa fare se la gatta in allattamento non mangia
È abbastanza comune che la gatta non voglia mangiare nelle giornate subito prima del parto e circa nei 2 giorni successivi. Questo è legato sia a fattori emotivi che organici: la mamma non si vuole allontanare dai piccoli e se ha mangiato a sufficienza durante la gravidanza arriva con riserve sufficienti per affrontare questo piccolo digiuno.
Non è assolutamente normale invece che una gatta in lattazione non voglia mangiare successivamente a questo primo momento. Se notaste quindi che la gatta rifiuta l’alimento o mangia poco (ad esempio mangia magari solo la sua dose giornaliera, pur avendo 2-4 piccoli da allattare), qualcosa non va e dovete certamente portarla dal vostro medico veterinario.