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Alimentazione del cane: cominciamo dalle basi

Nella scelta dell’alimentazione del cane gioca un grande peso la sua co-evoluzione con l’uomo, che ha modificato geni e apparenza di questa specie. Per scegliere fra una dieta casalinga, una crocchetta o una BARF, la cosa importante sarà conoscerne i pro e contro, oltre agli alimenti da non dare mai.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Quando arriva un cane in famiglia, una delle domande più frequenti che vengono fatte al medico veterinario è quale alimentazione scegliere per lui o per lei. Difficile tirare delle linee generali senza cadere nella banalità, ma vediamo di cominciare dalle basi: cosa dare da mangiare al nostro cane?

Nello scegliere il tipo di alimentazione certamente dobbiamo tenere conto di alcune caratteristiche inerenti la dieta stessa e, oltre a questi fattori generali importanti, dobbiamo guardare il nostro cane e partire proprio da lui/lei.

L’importanza della genetica del cane nella scelta dell’alimentazione

Una parte importante riguarda la genetica del cane e le sue radici. Il nostro cane è infatti il frutto di una co-evoluzione, cominciata probabilmente circa 30 mila anni fa in diverse parti del mondo, che ha modificato l’antenato lupo grigio (C.lupus) nell’attuale cane (C.lupus familiaris). Anche se tutt’ora molto simili, tanto che il cane viene considerato una sottospecie del lupo, l’animale che dorme sul nostro divano non è uguale al suo antenato. Fra i fattori che influenzano il processo di addomesticamento, uno dei più importanti è l’atto del nutrire. Secondo le teorie più accreditate, il lupo viveva ai margini dei gruppi umani, mangiandone i resti composti di alimenti e feci, condividendo così una parte della dieta con i nostri antenati cacciatori-raccoglitori.

Il processo co-evolutivo ha portato a modificazioni genetiche, oltre che dell’aspetto esteriore e del comportamento, che riflettono una sorta di adattamento del cane-lupo all’ambiente di vita umano. Questi cambiamenti vanno ad influire anche la fisiologia del processo digestivo, tanto che attualmente una delle grandi discussioni (leggasi, litigi) scientifiche riguarda la definizione del cane come carnivoro opportunista vs onnivoro.

Per quel che riguarda la genetica poi, una parte importante la gioca la razza del nostro cane. Secondo studi moderni infatti alcune razze che si sono evolute in contesti dove la dieta umana era ricca di alimenti di origine animale, come pesce e carne, hanno minori capacità di digestione degli amidi a livello intestinali. Non sarà quindi lo stesso scegliere una dieta per un Akita inu o per un Bracco. Fra le razze con carenze genetiche di digestione degli amidi possiamo ricordare infatti Akita e Shiba Inu, Cani Lupi Cecoslovacco, Samoiedo, oltre ad alcuni “insospettabili” come il Barboncino.

Alimentazione del cane: crocchette, alimentazione casalinga e B.A.R.F.

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Messo anche questo tassello da parte, vediamo quali sono le possibilità che ha attualmente una famiglia che adotta un cane da un punto di vista alimentare. La scelta più comune ancora sembra essere il pet food, ovvero l’alimento industriale, secco o umido che sia. Quando si sceglie un industriale, si sta essenzialmente optando per un alimento comodo, senza (probabilmente!) eccessivi pericoli microbiologici, generalmente completo e bilanciato. I condizionali sono d’obbligo comunque quando si parla di alimento commerciale, perché le differenze fra i vari alimenti possono essere davvero abissali, sia in termini di qualità delle materie prime che di sicurezza.
Un’altra opportunità, sempre in crescita fra le famiglie italiane, è quella di optare per un’alimentazione a base di prodotti freschi, preparata in casa. Secondo Eurispes circa il 40% delle famiglie che ospita cani e gatti nel 2018 ha operato questa scelta. Fra le diete fresche, le due più comuni sono un’alimentazione casalinga cotta e la cruda, quasi sempre dieta B.A.R.F.

Per dieta casalinga cotta si intende generalmente una preparazione a base di una o più fonti proteiche, con presenza o meno di amidi come pasta o riso, verdure, oli e integratori. La dieta BARF invece è un acronimo dell’inglese Biologically Appropriated Raw Food, ovvero cibo crudo biologicamente appropriato. Alimentazione casalinga e dieta BARF hanno diversi punti di forza, rispetto ad un alimento industriale, primo fra tutti l’appetibilità. Il piacere di gustare un alimento fresco, giornalmente diverso, non dovrebbe infatti essere sottovalutato nel nostro cane, né da un punto di vista edonico (ovvero di piacere fine a se stesso), né come meccanismo fisiologico di protezione da intossicazioni e accumuli di sostanze nocive.
Il punto dove però non si può davvero negare la superiorità dell’alimentazione fresca riguarda la certezza di ciò che finisce in ciotola. Mentre per gli alimenti industriali infatti ci sono grandi incertezze spesso, anche da parte di medici veterinari, riguardo il reale contenuto dell’alimento, preparando la ciotola noi stessi avremmo la sicurezza al 100% di ciò che stiamo servendo.

Certo, preparare una dieta fresca è molto più complicato che dare un alimento “apri e versa”. Vero, verissimo. Così come è vero che non sempre riusciamo a cucinare per noi stessi, figuriamoci sommarci anche il pensiero del cane.

Eppure, quando si incontra il loro sguardo di gioia al momento dello scoprire il contenuto della loro ciotola, non credo che nessun innamorato del suo cane possa resistere!

Quali cibi non dare al cane

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Non importa quale dieta si scelga, ci sono alcuni alimenti che non andranno mai dati al nostro cane! Fra questi ricordiamo il cioccolato, le cipolle, alcol e l’uva. Attenzione anche ad alimenti con tossicità minori, ma comunque rischiosi come aglio, melanzane e peperoni (questi ultimi due soprattutto crudi). No anche alla frutta troppo matura e ad alimenti lievitati crudi (massa del pane o della pizza) che possono fermentare creando gravissimi problemi. Da evitare anche gli edulcoranti, che possono essere inavvertitamente somministrati soprattutto quando si sostituiscono integratori ad uso veterinario con quelli ad uso umano senza supervisione.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Maria Mayer
Veterinaria esperta in nutrizione del cane e del gatto
Sono laureata in Medicina Veterinaria ed ho conseguito un dottorato di ricerca riguardo l’utilizzo delle medicine non convenzionali negli allevamenti biologici. Il mio percorso di studi comprende, fra l’altro, un Master di II livello in Nutrizione del Cane e del Gatto e un secondi in PNEI e Scienze dalla Cura Integrata.
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