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19 Aprile 2023
11:47

Alcuni scienziati stanno costruendo droni con uccelli imbalsamati per studiare il volo

Alcuni scienziati del New Mexico stanno dando una nuova vita agli uccelli imbalsamati, sfruttando una tecnologia che li rende dei droni utili per effettuare anche ricerche sulla fauna selvatica.

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Alcuni studiosi del New Mexico Institute of Mining and Technology di Socorro stanno portando avanti una nuova ricerca sull‘evoluzione del volo degli uccelli, sfruttando un metodo decisamente poco convenzionale che ha attirato diverse critiche da parte dei colleghi ornitologi. I ricercatori, tutti ingegneri esperti in meccanica del volo, stanno utilizzando animali imbalsamati e conservati nei musei che, dopo averne rielaborato i resti, hanno "trasformato" in droni per studiare i movimenti durante il volo ed effettuare altre ricerche. Un approccio sicuramente bizzarro che a molti ha ricordato le storie di Frankenstein e del Dottor Moreau.

Il dottor Mostafa Hassanalian, infatti, un professore di ingegneria meccanica che sta guidando il progetto, aveva scoperto qualche anno fa che riprodurre uccelli meccanici artificiali non era un'operazione semplice. E che anche qualora fossero riusciti a cerare un esemplare completamente robotizzato, non avrebbe dato i risultati sperati. Così ha deciso che non doveva costruire un drone da zero: molto meglio utilizzare un animale impagliato il cui corpo fosse sufficientemente conservato e il più simile possibile a quello di un animale in vita. La scelta è ricaduta sui uccelli imbalsamati e impolverati conservati nei magazzini dell'università.

«Erano morti decenni fa e li abbiamo trasformati in perfetti animatronics –  ha detto Hassanalian – Noi facciamo reverse engineering e sarebbe stato scorretto impiegare un animale vivo per i nostri scopi e ripetere gli errori del passato». Lo scopo finale della ricerca è di impiegare le conoscenze ottenute dall'osservazione del volo degli uccelli all'interno dei futuri progetti che interessano la ricerca biologica e l'industria aeronautica locale. Non è però possibile ancora osservare questi uccelli robot sui cieli di Socorro, hanno sottolineato gli ingegneri coinvolti: i droni sono infatti attualmente in fase di test e i "voli" avvengono in una gabbia appositamente costruita all'università.

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Mostafa Hassanalian dinnanzi al suo progetto

Le ricerche sui droni – come ben sanno gli amanti delle nuove tecnologie – stanno ricevendo sempre più fondi e attenzioni da parte delle università e dalle aziende. All'inizio della diffusione di questa tecnologia, avvenuta due decenni fa, sarebbe stato comunque difficile immaginare un futuro dove qualcuno avrebbe usato degli uccelli imbalsamati di prendere di nuovo il volo. «Se impariamo però come questi animali, anche da morti, gestiscono l'energia nel movimento delle ali, possiamo ricavare dati e applicare i loro stessi trucchi per risparmiare carburante e produrre nuovi scafi che compensino l'effetto dell'attrito dell'aria», ha spiegato Hassanalian.

Non si tratta però solo di movimento delle ali, assicurano gli esperti. Anche il colore dell'animale ha una sua importanza quando si parla di efficienza energetica nel volo. Almeno questa è l'opinione di Brenden Herkenhoff, dottorando di ricerca del New Mexico Tech che sta collaborando al progetto. Mentre molti credono infatti che il colore sia collegato esclusivamente al comportamento e al camuffamento nei confronti delle prede e dei predatori, Herkenhoff ritiene che le tonalità delle piume di questi animali influiscano notevolmente sull'efficienza e sulla temperatura percepita dall'animale durante il volo. Un elemento che è molto importante anche per le stesse aziende, preoccupate nel rendere i voli di linea più sicuri, meno dispendiosi e confortevoli. «Dalla nostra esperienza con gli uccelli abbiamo stabilito che per i nostri velivoli ad ala fissa l'applicazione di un certo colore può cambiare l'efficienza del volo».

L'attuale prototipo di drone uccello vola per un massimo di soli 20 minuti, chiariscono gli scienziati, quindi la fase successiva per la ricerca sarà capire come farlo volare più a lungo, prima che partano i test in natura tra uccelli vivi, ha assicurato Hassanalian.

L'uso di droni nella ricerca faunistica è un fenomeno che si osserva ormai da anni, anche all'interno delle produzioni documentaristiche di massa. Per effettuare inoltre il monitoraggio costante su grandi aree di territorio, l'impiego dei droni di ultima generazione è fortemente consigliato, poiché permette di ottenere video e audio di migliore qualità, ma anche di non disturbare eccessivamente la fauna con i rumori. L'eventuale introduzione sul mercato di droni/animali esteticamente indistinguibili da uccelli reali permetterebbe a questi ultimi di confondersi meglio con l'ambiente circostante e di svolgere il proprio lavoro senza che i veri animali si accorgano della presenza dell'uomo.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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