L'utilizzo di strumenti negli animali è un fenomeno complesso e piuttosto raro, ma comunque presente in diverse specie. Uno studio realizzato da una coppia di scienziati della Macquarie University in Australia, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Biology Letters, ha permesso però di dimostrare che anche gli insetti sono in grado di utilizzare oggetti. In particolare, i ricercatori hanno scoperto come alcune specie di cimici sfruttano una resina appiccicosa durante la caccia per catturare le loro prede.
Noi umani utilizziamo diversi strumenti per svolgere molteplici attività. Nel corso del tempo, infatti, l'uomo ha progettato, e continua ancora a ideare, oggetti e strumenti vari che possono facilitare di molto la nostra vita. L'uso di utensili ha avuto un ruolo centrale nell’evoluzione della nostra specie e tutt’oggi è un'abilità alla base delle nostre esistenze, ma non siamo i soli animali in grado di farlo.
È noto agli scienziati, infatti, che diversi animali in natura hanno imparato a utilizzare gli oggetti. L'esempio più classico è quello dei primati, ma non bisogna dimenticare anche gli elefanti, i corvi e l'immancabile polpo. Tutti i casi citati hanno contribuito ad associare l’uso di attrezzi a diverse forme di intelligenza variamente sviluppate. La natura ha però in serbo sempre nuove sorprese e infatti tra gli animali capaci di "maneggiare strumenti" rientrano anche gli insetti, a dimostrazione del fatto che non è necessario essere dei "cervelloni" per utilizzare oggetti o attrezzi.
Tra questi ci sono le cosiddette "cimici assassine", una famiglia di insetti nota in inglese come assassin bugs, nome che non lascia molto all'immaginazione. Ne esistono molte specie differenti che hanno però in comune la strategia predatoria: forano la preda grazie al loro rostro, pompano in essa enzimi digestivi e, infine, ne succhiano le parti interne.
Tra le tante specie esistenti, la coppia di scienziati ha focalizzato la propria attenzione su quelle appartenenti al genere gorareduvius. Queste cimici vivono su i fili di un'erba chiamata spinifex (Triodia sp.) che produce una resina appiccicosa e ben nota in Australia poiché veniva utilizzata dalle popolazioni locali per legare insieme diversi materiali durante la fabbricazione di strumenti. I ricercatori sospettavano però da tempo che non fossero solo gli umani a trarne vantaggio ma che anche questi insetti la utilizzassero per catturare più facilmente le loro prede.
Studiando e osservando il loro comportamento hanno poi confermato che effettivamente anche le cimici sanno sfruttare la resina. In particolare la prelevavano dai fili d'erba per poi applicarla sulle zampe anteriori. E grazie a questo rivestimento appiccicoso, gli insetti diventano molto più efficienti nella cattura di prede come formiche o mosche poiché la resina vischiosa, proprio come la tela di un ragno, intrappola le prede impedendo loro di fuggire. Massima resa, minimo sforzo.
Gli scienziati, infine, hanno anche stimato che gli esemplari "macchiati" di resina hanno il 26% di probabilità in più di catturare una preda. Al contrario, le prede hanno invece il 64% di probabilità in più di riuscire a fuggire se gli insetti non la utilizzano. Osservando più da vicino l'azione, si è visto inoltre che la resina contribuisce a rallentare la preda rendendo quindi più facile anche trattenerla abbastanza a lungo da poterla poi "pugnalare" col rostro.
Visti i risultati a dir poco sorprendenti, gli esperti hanno sottolineato che, senza alcun dubbio, si è di fronte a un altro esempio di utilizzo di oggetti da parte degli animali. Ciò rende lo studio dell'uso degli strumenti nelle cimici assassine un caso particolarmente promettente per comprendere meglio le condizioni ecologiche e comportamentali che hanno facilitato l'evoluzione, altrimenti improbabile, dell'utilizzo degli strumenti tra le diverse specie.