I primi 13 cani escono dall’incubo dell’unico focolaio europeo di brucellosi. Sono loro gli esemplari dell’allevamento di Trecastelli (Ancona) per i quali la vita si era fermata per permettere il controllo della malattia. Sono passati 4 mesi e mezzo da quando le forze dell’ordine hanno sequestrato l’area. Il primo cucciolo a chiudere questo brutto capitolo della storia è stato Luce, un esemplare maschio di Chihuahua.
I 13 hanno superato i due test negativi previsti dal protocollo sanitario per l’accertamento della brucellosi canina ed ecco perché sono stati “liberati”. Per ogni test occorrono 42 giorni di tempo per avere il risultato. In totale, a Trecastelli, vivevano più di 850 esemplari nonostante l’allevamento fosse autorizzato per soli 61. Per cercare di liberare l'area dal sovraffollamento, per una parte dei cani (circa 200) si erano aperte le porte del canile di Ostra Vetere. Da qui sono partite le prime adozioni. «Siamo ancora in attesa dei container per dar modo ai cani di vivere in spazi più grandi, molti di loro sono ancora nei trasportini. Non si sa però quale sia il destino di chi è risultato positivo», dice a Kodami Manuela Pallotta, dell’associazione Amici Animali di Osimo.
I cani possono essere dati in adozione solo dopo i risultati delle analisi sanitarie del servizio veterinario e l’ok dei carabinieri forestali, che danno poi la lista direttamente all’associazione che si occupa dei contatti con le famiglie. Questa volta è toccato alle prime 13. Tra loro, anche la famiglia di Osimo che ha accolto Luce. Le operazioni, però, vanno a rilento proprio per le difficoltà che derivano dai test e dalle procedure: secondo l’associazione il prossimo gruppo non sarà pronto prima della metà o della fine di giugno. Amici Animali ha avviato una campagna di raccolta di fondi per tenere in vita gli animali in attesa dell'adozione. L’allevamento ha bisogno di circa 50 kg di crocchette al giorno.
Il blitz era stato effettuato a gennaio scorso dal Nipaaf, il nucleo della polizia ambientale, agroalimentare e forestale e del gruppo dei carabinieri forestali di Ancona, in collaborazione con le guardie zoofile del Wwf, di Legambiente e dei volontari dell’associazione “Amici Animali”, su delega della Procura della Repubblica di Ancona. Nella perquisizione erano stati notati molti cani infetti da brucellosi (una zoonosi che può essere trasmessa anche all’uomo) e circa 270 cani chiusi in trasportini e in contenitori di plastica.