Il Tar di Trento ha rigettato i ricorsi delle associazioni di tutela animale per salvare i lupi della Lessinia, sui quali pende l'ordinanza di abbattimento disposta dalla Provincia Autonoma di Trento. La soddisfazione per la decisione del giudice non si è fatta attendere da parte del presidente Maurizio Fugatti.
«Il Tribunale amministrativo ha definito intrinsecamente legittima l’iniziativa della nostra Amministrazione che, per la prima volta in Italia e con l’avvallo di Ispra, intende rimuovere due lupi per dissuadere il resto del branco dal compiere nuove predazioni – commenta Fugatti – Riteniamo infatti che la tradizionale attività di alpeggio degli animali in quota vada preservata con ogni mezzo: gli allevatori sono i custodi dei pascoli e la loro attività impreziosisce il nostro territorio». Il Corpo forestale trentino, quindi, nei prossimi giorni porterà avanti la propria attività di presidio della zona e, nel caso in cui i due individui dovessero avvicinarsi nuovamente ai pascoli, procederà con l'uccisione diretta. Ciò significa che due lupi saranno uccisi sul posto, qualora il branco dovesse avvicinarsi alla malga Boldera.
Il prossimo passo dal punto di vista giudiziario, invece, ci sarà il 14 settembre, quando si terrà l’udienza cautelare, ma in quel momento i due lupi potrebbero essere già stati uccisi.
«La battaglia legale continua, ma ora dobbiamo aspettare l'udienza per chiedere la sospensione del decreto – commenta a Kodami Claudia Taccani, avvocato responsabile dell'ufficio legale di Oipa, una delle organizzazioni che aveva impugnato il decreto di abbattimento insieme a Enpa e Leidaa – Nella decisione del Tar abbiamo riscontrato che le nostre osservazioni non hanno ottenuto risposta, eppure in un sopralluogo effettuato in questi giorni a Malga Boldera da Ivana Sandri, etologa e responsabile di Enpa Trentino, abbiamo rilevato evidenti mancanze in fatto di prevenzione. I fili elettrici dovrebbero ricevere un'adeguata manutenzione, ma non era così. Inoltre gli allevatori non disponevano di cani da guardiania. Sebbene il decreto della Pat sia eseguibile, infine, prevede l'abbattimento di due individui a caso del branco, senza definire quali siano i soggetti che devono essere uccisi. Ispra, però, ha comunicato che in questo modo non si azzereranno i rischi di ipotetiche predazioni future».
Anche Lav è contraria a quanto deciso dal Tar e in un comunicato fa sapere che ricorrerà al Consiglio di stato insieme a Wwf e Lndc Animal Protection: «Riteniamo inaccettabili le scelte del presidente Fugatti, che di fatto avallano ed incentivano un modello di allevamento in alpeggio non conforme alle più elementari norme di convivenza con gli animali selvatici attraverso la tutela degli animali allevati, i quali si trovano privi di sorveglianza da parte di pastori o di cani da guardiania».
Secondo l'associazione Io Non ho Paura del Lupo, vi è inoltre un'ulteriore complicazione che il Tar e la Provincia Autonoma di Trento non hanno considerato. Proprio in questo periodo, infatti, il branco si sta occupando dell'accudimento dei cuccioli, come è stato fatto notare dall'organizzazione che ha effettuato monitoraggi sul territorio: «È ipotizzabile che questo tipo di intervento, se messo in atto, possa porre fine all’intero branco storico della Lessinia, che dalle ultime osservazioni di queste settimane, compiute anche dai volontari della nostra associazione, risulta composto da 3 lupi adulti e almeno 3 cuccioli nati a maggio 2023 – e aggiungono – Si rischia inoltre di creare un pericoloso precedente che potrebbe esporre a rischio di abbattimento tutti quei lupi che nel nostro paese accedono ad un recinto, di qualunque natura».
L'associazione sottolinea infine che questa contrarietà all'abbattimento non è assoluta, ma è valida in questa situazione, in quanto preoccupa il fatto che venga attuata come unico strumento gestionale e senza "specificità": «Gli abbattimenti non devono essere un tabù, ma non possono essere attuati là dove non sono state messe in atto tutte le strategie anti-predatorie e dissuasive possibili. Vanno considerati invece come “azione ultima” all’interno di strutturate iniziative di coesistenza, conservazione e gestione».