Microchippare i cani vaganti nelle aziende zootecniche e quelli padronali, tutto a titolo gratuito. È il progetto che nella provincia di Caserta partirà da Calvi Risorta, piccolo Comune di appena 5 mila abitanti che si distingue per una fortissima vocazione agricola. Proprio questa caratteristica lo ha reso il primo laboratorio per il progetto di anagrafe domiciliare "O tu da noi o noi da te" per favorire la microchippatura dei cani del territorio, soprattutto di quelli lasciati liberi delle aziende zootecniche.
Queste imprese spesso si avvalgono di cani da guardiania, spesso simil Pastori Maremmani Abruzzesi, per vigilare sugli altri animali. Si tratta di cani che però spesso non sono regolarmente microchippati né sterilizzati, nonostante la grande libertà di movimento di cui dispongono, proprio per queste caratteristiche contribuiscono a ingrossare le fila degli animali vaganti sul territorio.
Il randagismo è un fenomeno complesso che se mal gestito può portare numerosi disagi non solo alle attività umane, ma ai cani stessi, per la mancanza di risorse e di territori disponibili. Per fare fronte a questa emergenza ormai strutturale in molti paesi agricoli della Terra di Lavoro, e ben conosciuta dai volontari che si occupano di tutela animale, Calvi Risorta ha aderito al progetto, come spiega a Kodami il comandante della Polizia locale, Carlo Del Vecchio: «Organizzeremo delle pattuglie per monitorare il territorio, ma soprattutto faremo un monitoraggio mirato delle aziende zootecniche».
La strategia è quella di contenere i numeri del randagismo sanando la situazione dei cani padronali, nella delibera firmata dal comandante si legge infatti che si procederà alla microchippatura dei cani vaganti in aziende zootecniche e agricole intestandoli ai proprietari delle attività. «Avere cani privi di microchip nelle aziende fa aumentare in maniera abusiva il numero degli animali che, per legge, devono essere tutti registrati e tracciabili», sottolinea Del Vecchio.
Questa modalità era già stata presentata a Caserta dal garante dei diritti degli animali della Campania, Giovanni Ferrara, che oggi l'ha riproposta nell'agro di Calvi Risorta. «Non vogliamo cani in gabbia – conclude il Comandante – ma rispetto delle norme e soprattutto cani tenuti nel rispetto e nell'amore».