Non c'è pace per i mufloni dell'Isola del Giglio. Dopo la tregua di questo inverno, quando il Parco dell'Arcipelago Toscano aveva fatto sapere che gli animali non sarebbero stati abbattuti, c'è stato un passo indietro da parte di tutti gli enti coinvolti.
Ora si ritorna a sparare sui mufloni con il benestare delle istituzioni. È stata data infatti la possibilità di cacciare gli individui che si trovano al di fuori dei confini del Parco dell'Arcipelago. Il via libera è arrivato dalla Regione Toscana attraverso l’emanazione del nuovo piano venatorio che prevede l’uccisione delle decine esemplari che vivono nella parte di isola che non rientra nei confini dell’area protetta.
Il Parco dell'Arcipelago Toscano, pur comprendendo 10 isole toscane tra cui il Giglio, non si estende per tutta la sua superficie. Una mattanza che non esclude neanche i cuccioli, poiché il Piano prevede esplicitamente l'uccisione delle «femmine adulte, sottili (tra i 12 e i 24 mesi) e piccoli (di entrambi i sessi)».
Per evitare il prosieguo delle uccisioni, l'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha lanciato un mail bombing contro questa pratica crudele. Per partecipare alla protesta l'associazione ha creato una pagina web con un form già compilato che inoltrerà automaticamente la lettera di dissenso alle autorità coinvolte.
Nonostante un recente studio apparso su Diversity dimostri il dna dei mufloni del Giglio è unico, perché riconducibile alla popolazione sarda più ancestrale, questi animali continuano ad essere considerati specie aliena. Davanti alle nuove evidenze scientifiche, l'Ente Parco ha asserito che per l’Ispra lo studio pubblicato su Diversity «non ha introdotto elementi tali da modificare le valutazioni già espresse» e di conseguenza i mufloni saranno trattati attraverso l’eradicazione. Un'azione ritenuta necessaria per tutelare la biodiversità e gli equilibri ecologici della piccola isola.
Non concorda con queste posizioni il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto: «Una politica lungimirante, anche nell’interesse economico dell’isola, dovrebbe fare il possibile per individuare degli strumenti capaci di tutelare la vita degli animali nell’ottica di una convivenza pacifica con la nostra specie. Contrari a questo massacro sono non soltanto gli attivisti giunti sul posto – la cui posizione è sostenuta da studiosi, esperti del settore e da diverse associazioni – ma anche la maggioranza degli isolani, i turisti e gli agricoltori che, riuniti nel comitato Save Giglio, smentiscono l’esistenza di danni alle colture causati dai mufloni, come invece si vorrebbe far credere per giustificare la mattanza».
Il mailbombing è stata subito rilanciata dal comitato Save Giglio che fin dall'autunno 2021 si batte per la sopravvivenza degli ungulati chiedendo un equilibrio tra agricoltura e natura che rispetti la vita.