Il cane che tira al guinzaglio evidenzia un problema profondo all'interno della relazione. Questo comportamento fastidioso del cane rappresenta la parte emersa di una rete articolata di problematiche relazionali e fattori ambientali. Non cercate però di risolvere il problema da soli navigando su Internet alla ricerca di formule magiche e non cimentatevi in tecniche che avete visto in uno dei tanti video. Importante è affrontare davvero il problema e un vero aiuto può darverlo un educatore/istruttore cinofilo o un veterinario esperto del comportamento. La relazione è importante ed è un fattore delicato che bisogna approcciare con cura, assieme a una figura professionale che sappia affrontare il problema dal punto di vista sistemico, che intervenga nelle dinamiche familiari della gestione quotidiana e che, soprattutto, non utilizzi sistemi coercitivi, a partire dal collare a strangolo.
Tecniche di gestione al guinzaglio? L'importanza della relazione
Non troveremo la soluzione limitandoci a mettere in pratica delle tecniche di gestione del guinzaglio o scegliendo particolari strumenti di vestizione, come la pettorina o il collare. Negli ultimi anni si moltiplicano come funghi consigli che spiegano cosa fare tecnicamente per risolvere il problema. Consigli che negli anni si sono dimostrati empiricamente inefficaci ma che tuttavia sono ancora largamente diffusi ed insegnati anche da addestratori ed educatori. Avrete sicuramente sentito qualcuno rivolgersi al cane con il “comando” Fuss! o Piede!. Lo si insegna tenendo in mano un bocconcino appetitoso che verrà concesso (rinforzo positivo) dopo che il cane per un tratto avrà mantenuto il passo al nostro fianco. L’obiettivo di una passeggiata dovrebbe essere quello di dare la possibilità al cane di annusare a terra, curiosare, esplorare e perlustrare. Al contrario la richiesta di stare al piede attraverso il rinforzo del cibo induce il cane a stare sempre con lo sguardo sul conduttore in attesa della risorsa alimentare. Questo può innescare nel cane vere e proprie fissità cognitive alla base di alcuni stati d’ansia.
Pettorina o collare, i luoghi comuni da sfatare
Purtroppo è largamente diffusa l’idea per cui l’uso della pettorina sia la causa principale del cane che tira al guinzaglio. Smentiamo questa diceria attraverso la terza legge della Dinamica, per cui «ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria». Utilizzando il collare fisso, o peggio ancora a scorrimento, attraverso l’andatura più accelerata del cane rispetto alla nostra si genera una pressione sul collo dell’animale che comporta fastidio fisico fino alla diminuzione delle capacità respiratorie. Condizione dalla quale il cane vorrà liberarsi esercitando, seppure in modo controproducente ma istintivo, una forza di trazione uguale e contraria a quella che lo trattiene.
Tra i sostenitori dell’uso della pettorina invece è in voga un’altra tecnica che mi sento di sconsigliare allo stesso modo e che consiste nel fermarsi tutte le volte che il cane tira. Il risultato più probabile però è che il cane dopo qualche passo torni all’andatura problematica. Ad uscirne stressato da una passeggiata ad intermittenza non sarà solo il cane ma anche il conduttore. Io consiglio sempre la pettorina ma ammetto di aver conosciuto molti cani che indossano abitualmente il collare fisso senza mai tirare, dimostrando che il fattore “tirare al guinzaglio” non si basa sullo strumento ma sulla relazione. Ritengo tuttavia indispensabile utilizzare una pettorina ad H o alla Norvegese con i cani che tirano molto, per ragioni di carattere fisico oltre che comportamentali.
«Cammina davanti: allora è dominante»
Nella costellazione delle frasi ricorrenti sui cani che compongono la vasta galassia delle dicerie senza fondamento, sull’argomento tirare al guinzaglio ne abbiamo una tra le più gettonate: «Il cane che vuole camminare davanti a noi, è dominante e vuole comandare». Non è assolutamente vero. Di norma il cane in uscita ha una andatura più sostenuta della nostra, banalmente per un fattore anatomico che vedendolo sulle quattro zampe lo porta ad essere più veloce di noi. Dal punto di vista etologico è inoltre privo di fondamento la convinzione che la leadership si esprima sempre nell’essere il primo della fila. Anzi spesso è vero il contrario: i cani che gestiscono e prendono iniziative strategiche per il gruppo stanno dietro agli altri ed osservando i loro comportamenti raccolgono informazioni utili per poter prendere delle decisioni. Non c’è dunque nulla di male che il cane nella passeggiata al guinzaglio ci preceda, l’importante è che lo faccia con uno stato emozionale di calma e lucidità mentale e non di agitazione e confusione.
Cosa fare quando il cane ci precede? Lavorare sull’elasticità
Nel caso in cui ci preceda senza mettere il guinzaglio in tensione dobbiamo consentirglielo fin quando la trazione non diventa troppo intensa e difficile da gestire. Non possiamo pretendere che il guinzaglio sia sempre lasco, anzi dobbiamo mantenere sempre una buona dose di elasticità nel valutare le situazioni e concedere al cane alibi rispetto a determinati comportamenti anche quando risultano non particolarmente corretti.
Utilizziamo dunque un guinzaglio lungo, liscio e sottile che ci consenta una gestione sensibile. E’ vero che la pettorina e il guinzaglio lungo diminuiscono la possibilità di controllare il cane nelle sue iniziative reattive e avversative ma è innegabile che questo limite induca la persona a mantenere sempre aperto il canale comunicativo con il cane. Più comunicazione stimolerà ad avere maggiore concentrazione e partecipazione alle sue dinamiche psichiche. Così facendo svilupperemo più intesa e fiducia all’interno della pet-partnership e ci metteremo al riparo dalle cause strutturali che inducono il cane a tirare al guinzaglio.