Della storia di Ozzy e Sun prima del loro ingresso in canile si sa molto poco. Questi due giovani cani, che ora hanno circa tre anni e vivono al canile di Marzabotto (BO), sono apparsi un giorno nelle vicinanze di un paesino dell’Appennino bolognese e lì hanno continuato ad essere avvistati per diversi mesi.
Di loro si sa che giravano liberi e non si facevano avvicinare dalle persone. Sicuramente avevano trovato il modo di procacciarsi del cibo perché erano in perfetta salute e per nulla deperiti. Passavano le loro giornate tra i boschi e, ogni tanto, avvicinandosi a qualche abitazione. Tutto sommato non se la passavano per nulla male e a quanto pare non sentivano alcuna mancanza di una casa umana. Probabilmente non avrebbero mai barattato la loro libertà con qualche comodità in più, né il loro girovagare liberi e senza confini con delle brevi passeggiate al guinzaglio e sempre sorvegliati.
Riguardo la loro origine possiamo soltanto fare delle supposizioni: forse smarriti dopo essere stati trasferiti al nord con qualche staffetta, oppure abbandonati volontariamente, oppure chissà cos’altro. Ciò che possiamo dire di sicuro è che hanno avuto poche o nulle esperienze di contatto con l’essere umano, che non avevano mai visto un guinzaglio o una pettorina e che il loro mondo non era fatto di strade o marciapiedi ma si apriva a 360°, passando da strade a sentieri o anche per il fitto della boscaglia, dove all’occorrenza sapevano sparire per poi fare capolino più in là, in posti che sembrano molto lontano per noi, ma che invece non lo sono per chi è capace di orientarsi tra alberi e cespugli.
Per poterli catturare una signora li ha attirati presso la propria abitazione lasciando loro regolarmente del cibo finché un giorno è riuscita a chiuderli in un fienile e chiamare il canile.
Questa è la loro storia dal punto di vista degli umani coinvolti. Ma cosa direbbero loro se potessero parlare? Certo le intenzioni di chi li ha voluti catturare erano assolutamente buone, ossia dar loro una sicurezza e la speranza di una nuova vita e una nuova famiglia. Ma siamo certi che questo fosse ciò che i due cani cercavano? E cosa avranno pensato quando si sono visti in trappola e poi rinchiusi dentro un box? Cosa avranno pensato di noi umani e delle nostre strane abitudini? Insomma che esperienza può essere per un cane vissuto libero quella di venir catturato con l’inganno per poi essere detenuto in un piccolo spazio, oppure essere controllato a vista da questi strani esseri che tutte le volte ti legano a una corda e ti seguono da per tutto?
Abbiamo riflettuto molto a cosa potrebbe pensare un cane in questa situazione e abbiamo supposto che sarebbe un po’ come essere rapito dagli alieni, in un giorno qualunque e quando meno te lo aspetti. E così abbiamo deciso di provare a raccontare questa storia dal loro punto di vista.
Aiuto! Ci hanno rapito gli alieni!
Ciao, siamo Sun e Ozzy, o almeno così abbiamo capito che ci chiamano da quando ci hanno portato in questo strano posto, dove ci sono tanti altri come noi, ma dove ci tengono tutti separati.
Ci chiamano così quegli esseri strani, quelli che non camminano a quattro zampe come tutti gli altri animali ma che neanche volano come gli uccelli. Quelli che hanno quelle strane protuberanze con cui afferrano oggetti e trasportano cose, con cui ci vogliono sempre toccare e metterci addosso quella corda per non farci fuggire. Quelli che girano con quelle grandi astronavi con le ruote, che di notte fanno luce e sfrecciano come missili. Chissà dove corrono e perché hanno sempre tutta quella fretta. Forse non sanno quanti odori e quante cose interessanti potrebbero scoprire se si fermassero di tanto in tanto. E poi vanno sempre su e giù per quelle strade dritte e spoglie. Forse non sanno che lì non cresce niente e che la vita si svolge altrove, che è nel bosco che si fanno gli incontri più belli e interessanti.
Il bosco era la nostra casa e lì ci trovavamo bene. La brina la mattina e l’odore del muschio con l’umidità. Il ruscello con l’acqua fresca e la terra, ora morbida e melmosa, oppure secca e riarsa dal sole; alle volte dura come il ghiaccio durante l’inverno, altre ricoperta di erba e di fiori. La nostra casa mutava ogni giorno e ogni giorno ci portava nuove fragranze, nuovi odori. Attorno a noi la vita, fatta di tanti esseri diversi: le volpi, le faine, i tassi ed i caprioli. Questi erano i nostri incontri quotidiani e tutte le creature del bosco che, come noi, apparivano all’improvviso per poi sparire e dileguarsi silenziose tra le frasche. Un mondo fatto di apparizioni e improvvise scomparse. Eravamo due dei tanti – tutti diversi ma anche tutti uguali – abitanti della stessa casa, ognuno coi suoi tragitti, coi suoi orari e le sue abitudini.
E poi c’erano quegli strani esseri: gli alieni. Ogni tanto li vedevamo, con quella buffa andatura a due zampe. Sembravano lenti e goffi. Qualcuno ha anche provato ad avvicinarci, ma proprio non ce la facevano a starci dietro. Certo dev’essere scomodo avere le zampe d’avanti così alte e così corte! Si rischia di cadere e di farsi male… Soltanto che a quegli strani esseri bisogna anche stare attenti, perché a volte passano a bordo delle loro astronavi e se non ti sposti veloce rischi che ti centrino in pieno. Chissà da dove scappano così veloci, sembra che non guardino niente e che possano travolgere qualunque cosa gli capiti d’avanti.
Poi un giorno, vicino alla tana di questi strani esseri, ha cominciato ad apparire del cibo. Lo trovavamo sempre nello stesso posto e sempre alla stessa ora. Non si vedeva nessuno in giro, per questo abbiamo cominciato a fidarci. Certo di farci avvicinare da loro non ci pensavamo neanche, ma visto che quel cibo sembrava lì solo per noi abbiamo preso l’abitudine di andare tutti i giorni. Per due come noi, sempre alla ricerca di qualcosa da mangiare, non era certo un’occasione da farsi sfuggire. E non ci siamo neanche troppo insospettiti del fatto che quel cibo era sempre più vicino a quella strana tana. Neanche quando un giorno, anziché fuori, lo abbiamo trovato dentro ci siamo insospettiti. Ormai il rituale era consolidato e così, dopo qualche esitazione, abbiamo deciso di entrare. In fondo siamo intraprendenti e coraggiosi, sfidiamo ogni giorno mille pericoli. E poi corriamo veloci noi, non come quegli strani alieni, così buffi e impacciati quando escono dalle loro astronavi.
Cominciavamo ad essere curiosi di quello strano posto, dove il cibo era sempre abbondante. "Forse là dentro il cibo cresce", pensavamo; forse è un luogo magico dove quegli strani vasi pieni di cose buone spuntano dal nulla e aspettano soltanto di essere mangiati. E così, giorno dopo giorno, la nostra fiducia è cresciuta, abbiamo abbassato le difese e abbiamo preso a fare dentro e fuori senza troppo preoccuparci, senza pensare che forse qualcuno ci osservava e ci stava ingannando…
Finché però tutto è cambiato. Noi come sempre siamo entrati per fare uno spuntino, tranquilli e spensierati. Ma quella volta, all’improvviso, la porta si è chiusa e noi siamo finiti in trappola. Abbiamo provato a scappare, ma non c’era via di fuga e per quanto provassimo a grattare sulla porta, quella non si apriva. Poi è arrivata quell’aliena, ci ha caricato sull’astronave e ci ha portato via.
Ora viviamo qui, sul loro pianeta, un posto molto diverso da casa nostra. Ci hanno chiuso in una piccola stanza e abbiamo imparato che questo mondo è fatto di porte e cancelli, che loro possono andare dove vogliono mentre noi restiamo chiusi qui. Ci sono tanti altri come noi in questo pianeta, ma quasi mai ci è concesso di incontrarci; solo ogni tanto, quando decidono loro.
È stato molto difficile i primi tempi. Non soltanto perché eravamo abituati a fare decine di kilometri ogni giorno e ora ci trovavamo segregati in pochi metri quadrati per tutto il tempo, ma anche perché gli alieni ogni tanto entravano da noi e provavano ad avvicinarci e toccarci con quelle loro strane zampe. Che paura ci facevano! Certo due volte al giorno ci portavano anche dei vasi con il cibo, ma per noi che eravamo abituati a non farli avvicinare a meno di cinquanta metri era davvero spaventoso trovarceli lì, a pochi passi, che ci guardavano e sorridevano. Ci abbiamo messo qualche mese per capire quali fossero le loro intenzioni e che, a parte il privarci della nostra libertà, non volevano farci del male. In realtà le loro carezze sono anche piacevoli ed anzi oggi le cerchiamo e ci prendiamo volentieri dei massaggini.
Purtroppo il nostro bosco non lo abbiamo mai più rivisto e la vita su questo pianeta è molto diversa. Anzitutto questi alieni ci legano sempre con una lunga corda. All’inizio ci faceva molta paura il sentirci legati e il non poterci allontanare. Poi abbiamo capito che quello era l’unico modo per poter uscire a fare una passeggiata, quindi ci siamo adattati. Sono strani comunque questi alieni… Ci sorvegliano sempre e ci seguono dappertutto. Solo che sono lenti e goffi e quindi dobbiamo sempre aspettarli e camminare piano.
Anche qui ci sono dei boschi, ma ora non ci possiamo più andare. Anche noi dobbiamo passare su quelle strade che prima eravamo abituati soltanto ad attraversare velocemente e, d’altronde, loro non sono proprio capaci di girar per boschi. Solo una volta uno di loro ci ha provato, ma era così impacciato che alla fine quando siamo usciti era tutto pieno di graffi e di ferite. E sì, perché questi strani alieni, oltretutto, non hanno neanche una pelliccia e si devono coprire per non ferirsi. Noi comunque lo abbiamo aspettato e gli siamo stati vicini. Avranno pure le astronavi questi alieni, possono rinchiuderci e solo loro sanno come aprire le porte e i cancelli, ma se li metti dentro a un bosco non sono più capaci neanche di camminare… in fondo fanno tenerezza… Mica come noi che dentro il bosco siamo capaci di muoverci veloci e di viverci sereni.
Vi starete chiedendo perché vi abbiamo raccontato tutta questa storia. Il motivo è molto semplice: noi siamo ancora qui, su questo strano pianeta e in fondo ci siamo anche affezionati a questi strani alieni. Se qualcuno di voi volesse venire a conoscerci noi vi aspettiamo. Venite a trovarci e vi potremmo insegnare tante cose. Non soltanto come si vive e come si gira per un bosco, ma anche come abituarsi ai cambiamenti che la vita ci riserva.
Noi eravamo felici, ma poi ci hanno rapito gli alieni. Tutto per noi è cambiato, ma abbiamo saputo adattarci e prendere il bello anche da questa nuova vita. Non so se voi sareste capaci di fare altrettanto ma fidatevi, noi vi sapremo aiutare!
Per chi fosse interessato a conoscere Ozzy e Sun si trovano in provincia di Bologna e cercano casa in zona.
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