«Manca solo un ultimo miglio, il più difficile: stiamo cercando di attraversare il fiume che ci divide dal rifugio di Andrea Cisternino, ma per farlo confidiamo in un temporaneo cessate il fuoco», così a Kodami la presidente dell'Enpa Carla Rocchi racconta le ultime fasi della spedizione umanitaria partita una settimana fa in soccorso di Cisternino, bloccato a nord di Kyiv senza rifornimenti insieme a quattro volontari e a quasi 400 animali.
«A Kyiv c'è il deposito dove sono stati temporaneamente stoccati gli aiuti umanitari. Dopo essere arrivati così vicini non vogliamo fermarci per nessun motivo, ma purtroppo le variabili in gioco sono molte e fuori dal nostro controllo», sottolinea la Presidente.
Cisternino vive dal 2012 in Ucraina dove insieme alla moglie Vlada Shalutko gestisce il rifugio Italia Kj2 per animali randagi o reduci dagli allevamenti. Dall'avvio del conflitto, il 24 febbraio 2022, e a seguito dei primi raid russi su Kyiv le comunicazioni con i suoi referenti italiani si sono progressivamente diradate, fino alla richiesta di aiuto inviata al giornalista Claudio Locatelli e raccolta dalla Farnesina insieme all'Enpa.
Farnesina ed Enpa si sono attivati per fare partire una spedizione oggi giunta nella zona di guerra. Qui si è temporaneamente ferma in attesa di attraversare il fiume che separa i camion dal rifugio, e soprattutto dalla linea del fronte, dove sono in corso gli scontri.
Il Ministero degli Esteri fin dai primi momenti aveva rilevato la difficoltà di una simile operazione: «La possibilità di fare giungere viveri nell'area è legata ad una sospensione dei combattimenti da parte dei belligeranti», aveva spiegato in una nota. Anche l'Enpa non aveva nascosto le tante insidie che attendevano volontari e e trasportatori diretti a Kyiv: «Per la buona riuscita dell'attività di soccorso dipendiamo dalla copertura militare fornita dell'esercito ucraino, dai contatti della Farnesina sul territorio, e dalle associazioni locali».
Cisternino aveva lamentato la mancanza di pane e acqua, ora due camion pieni di viveri e medicinali per esseri umani e animali, e anche l'acqua donata dal sindaco di Verona, Federico Sboarina, è quasi giunto a destinazione: «Speriamo di proseguire dopo essere arrivati così vicini alla meta. I nostri camion contengono tutto ciò di cui hanno bisogno gli ospiti del rifugio. Ma a questo punto abbiamo bisogno che non parta l'offensiva», conclude la presidente.