I gatti sono animali estremamente puliti e la toelettatura, o self-grooming o grooming, è un'attività che portano avanti in modo autonomo: leccare e mordicchiare il mantello per rimuovere peli, cellule morte e sporcizia è per loro importante sia a livello fisico sia psicologico.
Questo non significa però che non sia possibile spazzolarli, soprattutto in periodi dell’anno in cui vanno incontro alla muta e soprattutto per razze con il pelo lungo e folto, che potrebbero avere bisogno di un “aiutino” per tenere il pelo in ordine e privo di nodi. Va però tenuto conto di un fattore, e cioè se al gatto piace o meno essere spazzolato. Una domanda che non ha una risposta univoca e dipende dalla personalità e dalla sensibilità del gatto.
Perché ad alcuni gatti piace essere spazzolati?
Ci sono tanti fattori che determinano il piacere che i gatti hanno per la spazzola, ma uno molto importante è che vengano abituati a questa pratica sin da piccoli. Il piacere della spazzola è prima di tutto una questione di abitudine, e quelli che hanno avuto modo di svilupparla da piccoli poi la mantengono anche con maggiore stabilità e continuità.
Ci sono poi ovviamente gatti che amano di più essere spazzolati e altri che proprio non lo gradiscono, o comunque che non amano spazzolate prolungate. Questo dipende principalmente dall’abitudine al grooming “per interposta persona” e dalla sensibilità del gatto. I gatti infatti si leccano sia per questioni di pulizia sia per mantenere un odore “neutro”, necessario a catturare le prede (e a nascondersi dai predatori).
Allo stesso modo, il gatto ha benefici psicologici dal grooming, perché svolge un’azione antistress utile ad abbassare i livelli di adrenalina nel sangue. Essere spazzolati potrebbe dunque rappresentare per i gatti un momento piacevole, una “coccola” fisica e psicologica.
I benefici della spazzolatura per il gatto
Spazzolare il gatto è particolarmente utile, se non addirittura necessario, durante il periodo della muta, ovvero durante la primavera e l’autunno, anche se i gatti domestici, soprattutto quelli a pelo lungo, potrebbe andare incontro a muta continua, pur con qualche variazione. È in questo periodo che spazzolarlo è necessario: l'aumentata ingestione di pelo dovuta alla muta può portare alla formazione di fastidiosi boli di pelo nello stomaco, che possono provocare inappetenza, dolore, costipazione e vomito.
Ci sono poi gatti con il pelo lungo e dotati di sottopelo che necessitano di maggiore attenzione per evitare che si vengano a creare nodi a lungo andare dolorosi, che potrebbero portare anche a fastidiose e dolorose dermatiti.
Come spazzolare il gatto
Non c’è una spazzola universale per i gatti, né modalità universali per spazzolarli. Consultandosi con il proprio veterinario, sulla base della quantità di pelo perso, della lunghezza del pelo e di quanto il mantello è folto si possono scegliere spazzole differenti, con più o meno denti e più o meno rigide. L’importante è che riescano a districare e asportare il pelo morto, senza irritare la cute per evitare dermatiti.
I gatti a pelo corto andrebbero spazzolati durante la muta 1-2, massimo 3 volte a settimana, mentre i gatti a mezzo pelo o pelo lungo andrebbero spazzolati almeno 3-4 volte a settimana, per evitare anche la formazione di nodi. Per i gatti a mezzopelo o pelo lungo potrebbe essere necessaria una sfoltita del pelo, per aiutare la spazzolatura o per eliminare dei nodi. Assolutamente sconsigliato invece rasarli a pelle: in caso di nodi è bene utilizzare una forbicina e tagliarli via a mano, così da non stressare il gatto e non rischiare di irritare la cute.
In linea di massima si può provare a spazzolare il gatto una volta a settimana, per abituarlo, e vedere come reagisce. Se ha fastidio o dolore, e prova a divincolarsi, è bene non costringerlo a questa pratica a meno che non sia assolutamente necessario.