I gatti sono spesso raccontati sul web come animali “pucciosi” e irresistibili, a cui proprio non si può negare un bacio, una carezza o abbraccio. Ma che ne pensano loro? Ai gatti piacciono le coccole?
La scienza ha dimostrato che, per apprezzare il contatto della mano umana, i gatti hanno bisogno di farne esperienza positiva sin dalle prime settimane di vita ed è un piacere che conservano solo se l’essere umano sa porsi in modo fisicamente poco invadente e parsimonioso sul piano dei tempi.
Come capire se a un gatto piacciono le coccole
Come accade agli esseri umani, anche i gatti hanno delle preferenze individuali anche molto differenziate quando si parla di coccole e di attenzioni. A parità di socievolezza, ci sono gatti che amano stare al centro dell’attenzione, che la richiamano attivamente e che offrono la testa o la schiena per farsele accarezzare (qualcuno persino la pancia!) ma, all'estremo opposto, esistono anche gatti estremamente sensibili sul piano tattile, che non amano essere toccati più di tanto, con insistenza o manipolati e “smanacciati” da chiunque.
Come capire i gusti del gatto che abbiamo davanti, allora? È semplice: lasciandolo fare. Se si avvicina spontaneamente, si strofina contro le nostre gambe o mani, possiamo tentare un primo contatto offrendo il dorso della mano aperta all'altezza della testa (in modo che possa ricambiare strofinandosi nuovamente), altrimenti possiamo interpretare il suo distacco come un “no, grazie” e non insistere oltre. Il primo contatto dovrà essere breve e poco invadente, per dare modo al gatto di allontanarsi nel momento in cui ne avesse bisogno o volesse interrompere l’interazione.
Nelle prime interazioni sarebbe meglio tenere presente una "mappa delle carezze" ed evitare zone intime come pancia, zampe o coda: alcuni gatti, anche se apparentemente disponibili, possono indisporsi e allontanarsi – o addirittura reagire – se tocchiamo zone così sensibili senza aver opportunamente familiarizzato prima.
I gatti amano le coccole?
Le enormi differenze tra gatti si spiegano con il fatto che il piacere della coccola è un qualcosa che il gatto dovrebbe imparare a conoscere e sperimentare nelle primissime settimane di vita, in modo da renderlo parte delle sue conoscenze “di base” sulla relazione con la specie umana. Ma la precocità è solo parte della storia. In generale:
- i gatti che non hanno ricevuto carezze o contatti piacevoli con le persone entro i primi due mesi di vita, tenderanno a restare reticenti e facilmente irritabili al contatto anche in seguito;
- è possibile che gatti abituati al contatto con l’uomo in età precoce, sviluppino comunque una certa intolleranza durante la crescita, a causa di esperienze negative o anche, più semplicemente, per una questione caratteriale (come gli esseri umani, del resto!);
- è meno frequente – ma non impossibile – che un gatto poco avvezzo al contatto per mancanza di esperienze precoci, impari ad apprezzarlo da adulto. Quando succede, di solito si tratta di animali anziani che, magari dopo una malattia o un ricovero impegnativo, sembrano “ravvedersi” e decidere che, tutto sommato, le cure umane possono anche essere piacevoli;
- anche a parità di esperienze precoci, i gatti impiegheranno tempi diversi per fidarsi del contatto con una persona, perché la loro percezione dipende anche da come questa di pone e da altri elementi contestuali.
In quanto primati, noi esseri umani tendiamo a dare molto valore alla coccola e all’abbraccio come modo di trasmettere affetto. I gatti hanno un altro punto di vista sulla questione ed è per questo che è importante rispettare i desideri del proprio gatto e non forzarlo a ricevere coccole, se non gradite. Del resto, i mici hanno molti altri modi di mostrare ma anche percepire l’affetto da parte nostra: curando il mantello, accoccolandosi sul divano vicino a noi o anche solo dormendo sulla sedia accanto alla nostra.