Anche i coccodrilli e gli alligatori sono capaci di usare la rigenerazione per far ricrescere alcune parti andate perse durante un combattimento o un incidente. A rivelarlo è stato uno studio pubblicato nel 2020 su Scientifics Reports che all'epoca fece grande scalpore.
Per quanto questa notizia sia effettivamente vera ha però portato a molta confusione, soprattutto sui social, tanto che ora diverse persone credono che i coccodrilli possono rigenerare i propri arti completamente dopo averli persi o addirittura l'intero corpo come le planarie.
Questo studio, che ha avuto tra i protagonisti un team di erpetologi e altri ricercatori statunitensi, ha invece chiarito che questi animali sono in grado di riparare solo le ferite che si presentano al livello della coda, rigenerando le superfici perdute. La rigenerazione dei coccodrilli è quindi limitata e non è in grado di ricostituire un arto completo o un organo funzionale dopo averlo perso.
Uno degli autori dell'articolo, il biologo Kenro Kusumi, dell’Università dell'Arizona, ha raccontato che il loro studio iniziò quando trovarono nella posta una coda di alligatore piuttosto strana, diversa delle altre. Essa presentava due punte, aveva diverse deformità epiteliali e un colore anomalo. La coda era inoltre accompagnata da una lettera, scritta da un allevatore della zona, in cui veniva spiegato che il coccodrillo a cui apparteneva era stato vittima tempo prima di un incidente e che da quel momento in poi aveva vissuto per tutta la vita con la coda malformata, di cui aveva consegnato i resti. A seguito di questo racconto, Kusumi iniziò così ad indagare sulla questione, scegliendo di chiedere aiuto ad alcuni suoi colleghi, nel tentativo di sondare la veridicità di quell'evento.
Nonostante la capacità di rigenerare la coda sia stata effettivamente documentata in diversi rettili – tra cui diverse specie di lucertole, nel geco e nell’iguana – nessuno aveva infatti mai riscontrato questo fenomeno nei coccodrilli o negli alligatori, la cui lunghezza può raggiungere quasi quattro metri. Come avviene però questo processo?
È vero che ai coccodrilli ricrescono le zampe?
A differenza delle salamandre e delle lucertole, i grossi rettili non possono sprecare molto tempo – oltre che energie preziose – per riparare le ferite che hanno portato alla perdita della coda. Sarebbe per loro controproducente usare molte risorse a questo scopo, visto che spenderebbero troppe energie utili per andare a caccia. Hanno optato così per una rigenerazione marginale, dove la parte rigenerata non sempre possiede le stesse strutture anatomiche dell’originale. Ad esempio, se un coccodrillo perde la coda quando è molto giovane, soprattutto per sfuggire a un predatore, la "ricostruisce" usando più cartilagine al posto dell’osso. La produzione delle ossa richiede infatti un tempo eccessivo che condurrebbe l'animale a morire di fame, quindi la rigenerazione della cartilagine è divenuta vantaggiosa in termini evolutivi.
«Ciò che rende tuttavia interessante tale processo in un alligatore è che la coda ricresciuta mostra segni sia di rigenerazione che di guarigione della ferita all'interno della stessa struttura – ha spiegato la ricercatrice universitaria Cindy Xu – La ricrescita della cartilagine, dei vasi sanguigni, dei nervi e delle squame sembra coerente con gli studi precedenti sulla rigenerazione della coda di lucertola e ci permette di capire lo stesso meccanismo si è conservato lungo la storia evolutiva dei rettili».
Nel processo di rigenerazione però non tutto sembra svilupparsi ex novo. Come hanno infatti potuto constatare i ricercatori, studiando altri 3 alligatori con le code mozzate, nessuno di questi animali mostra evidenze di ricrescita di muscoli scheletrici, gli stessi che permettono alla coda di muoversi e agli arti di sorreggersi e di piegarsi mentre si cammina. Una condizione che porta questi rettili a «rigettare la rigenerazione degli arti» conclude Xu, notando che alcuni mammiferi riescono invece a rigenerare i muscoli scheletrici ma non le ossa.
Non essendo infatti in grado di rigenerare questi tessuti, i coccodrilli non sono più in grado di far ricrescere un arto funzionale in grado di compiere movimenti e l'evoluzione li ha portati a preferire il rimanere zoppi o monchi, invece di spendere risorse inutili per riavere un arto non in grado di sopportare il proprio peso.
Il caso della coda invece è differente, poiché può essere rigenerata in fretta, non è molto utile per il sostegno dell'animale in sé e non arreca alcun disturbo all'esemplare nel caso di malformazioni. I coccodrilli possono quindi confidare che il suo recupero sia vantaggioso e meno dispendioso rispetto al recupero degli arti.
Gli animali che riescono invece a rigenerare le loro zampe, producendo degli arti completi, sono molto più semplici dei rettili. Trattasi di molti anfibi, come le salamandre, ma anche di diversi insetti, molluschi, come degli echinodermi e dei pesci, tra i quali il regaleco.
Come sono fatte le zampe di un coccodrillo?
Per capire perché i coccodrilli e gli alligatori non sono in grado di rigenerare i loro arti basta effettuare un confronto fra le loro zampe e la coda e le zampe degli altri animali che possono sfruttare in maniera più variegata la rigenerazione.
Le zampe di un coccodrillo sono relativamente corte e fungono da sostegno all'intero peso dell'animale. Sono costituite da ossa pesanti e poco flessibili che si collegano tramite delle articolazioni che non riescono a compiere grossi movimenti.
Gli arti anteriori sono quasi sempre composti da 5 dita artigliate, dalle ossa dell'omero, del radio e dell'ulna e di quelle della spalla. Gli arti posteriori invece sono generalmente più grosse, rispetto a quelli anteriori, perché accompagnano il movimento della coda durante il nuoto e perché sorreggono maggiormente il peso dell'animale. Presentano anche quattro dita artigliate e palmate che si rivelano molto utili quando scattano da sotto la superficie dell'acqua per compiere i balzi con cui afferrano la preda.
Questi arti sono composti da pesanti ossa, cartilagini, legamenti e muscoli, il cui sviluppo è molto più complesso da gestire rispetto a quello presente in un'animale come la salamandra che non ha zampe così pesanti.
La coda dei coccodrilli, invece, per quanto abbia strutture simili (vertebre, legamenti, muscoli, eccetera) necessità di meno esigenze nella rigenerazione, poiché un eventuale malformazione non conduce a degli handicap gravi. Le sue articolazioni, quelle delle vertebre, risultano infine sempre uguali e sono più facili da guarire e da riprodurre ex novo.
Cosa si rigenera nel coccodrillo?
Assodato che la rigenerazione non consente a questi animali di ricostruire da zero un arto, bisogna tuttavia anche dire che le proprietà rigenerative dei coccodrilli possono rivelarsi molto utili quando subiscono tagli o ferite meno gravi. Possono infatti cicatrizzare velocemente i segni dei morsi provocati dagli altri coccodrilli, dopo la stagione degli amori, e far superare gravi fratture che necessiterebbero altrimenti di un intervento esterno (la cura da parte degli umani, ad esempio). La capacità rigenerativa di questi animali quindi non è del tutto assente, ma è solo meno potente rispetto a quanto era stato creduto all'inizio.
La rigenerazione della coda di questi rettili ci ha infine dimostrato che non hanno perso del tutto, come ritenuto in passato, le informazioni geniche necessarie per far crescere un'appendice. Queste informazioni sono presenti nel loro DNA, ma si mantengono attive solo dove possono rivelarsi davvero utili durante la vita attiva dell'animale.