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24 Dicembre 2023
14:00

Ai cani piace andare a caccia?

Per rispondere a questa domanda bisogna prima di tutto chiarire cosa intendiamo con l'espressione "andare a caccia". Sebbene esistano razze più portate per le attività venatorie, non esiste una risposta valida per tutti i cani, perché a prescindere dagli aspetti genetici, ogni individuo ha una personalità unica.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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Alcuni cani inseguono gli animali selvatici ma altri sembrano esserne completamente disinteressati. Viene quindi da chiedersi se, in generale, ai cani piaccia andare a caccia e la risposta è più complessa di ciò che ci si potrebbe aspettare. In generale possiamo dire che ad alcuni individui piace molto, mentre ad altri non interessa affatto.

Vi sono cani selezionati dall'uomo appositamente per questo compito, i quali sono particolarmente abili in ogni aspetto delle attività venatorie: dall'inseguimento, all'olfatto necessario per individuare la selvaggina, all'autonomia decisionale e il desiderio di cooperare nel raggiungimento di un obiettivo. Ad alcuni individui, però (anche se membri della stessa razza o dello stesso mix di razze) sembra non piacere affatto questa attività. Alcuni cani meticci o appartenenti a razze che, teoricamente, non hanno una forte spinta venatoria potrebbero invece andare all'inseguimento degli altri animali con grande abilità e piacere.

Ciò dimostra ancora una volta che, sebbene la selezione attuata per mano dell'uomo abbia dato vita a razze con profili comportamentali tendenzialmente simili tra loro, ogni individuo, in fin dei conti, è unico e a sé stante.

Per parlare adeguatamente di questo argomento è bene inoltre sottolineare la differenza tra due diverse interpretazioni dell'espressione "andare a caccia". La prima è quella che riguarda i cani che vivono effettivamente con i cacciatori e durante la stagione venatoria li accompagnano nelle battute.

La seconda, invece, si riferisce ai cani che hanno la tendenza ad allontanarsi per inseguire gli animali selvatici presenti nella zona, per via dei propri interessi e delle proprie motivazioni.

Tra i cani appartenenti alla prima di queste categorie ve ne sono alcuni che, anche se di una razza potenzialmente adatta alla caccia, fin dalla nascita hanno paura del suono degli spari, oppure non amano correre nel bosco insieme ai propri simili alla ricerca di una pista. Questo può essere un aspetto innato del singolo individuo, ma anche una conseguenza di un maltrattamento o di una condizione di vita inadatta.

Se poi, durante la vita, il cane viene tirato fuori dal box solo per andare a caccia, è possibile questa unica attività svolta generi in lui un'emozione positiva, anche solo perché è una variante rispetto alla monotonia di una vita di reclusione.

I cani che, invece, vivono con famiglie che non vanno a caccia ma, di tanto in tanto, si allontanano comunque per inseguire gli odori degli animali selvatici, lo fanno quasi certamente perché ciò gli dà una soddisfazione profonda, legata sia alle motivazioni che alle emozioni che li contraddistinguono.

L'istinto predatorio nel cane

L'istinto predatorio, o meglio, l'istinto venatorio del cane è un aspetto perfettamente in linea con le necessità etologiche della specie. I cani, infatti, facendo parte della famiglia dei Canidi, come i lupi, portano con sé le caratteristiche comportamentali che li spingono, tendenzialmente, ad avere l'interesse per la caccia.

Un altra cosa è invece la motivazione predatoria che in realtà è il desiderio e il bisogno, particolarmente sviluppato in alcuni soggetti e in alcune razze, di inseguire gli oggetti in movimento. Questa motivazione, come tutte le altre, è certamente legata ai bisogni etologici della specie, ma viene intesa in maniera diversa rispetto al vero e proprio interesse per le attività venatorie, anche perché può essere manifestata anche attraverso l'inseguimento di una pallina, di una bicicletta o di una pecora, nel caso dei cani da conduzione delle greggi.

A partire dall'inizio della domesticazione da parte dell'uomo, infatti, abbiamo cominciato a selezionare i comportamenti che più ci interessavano dei cani per farci aiutare da loro in diverse mansioni. La spinta venatoria, quindi, ha cominciato a riguardare solo alcuni cani, mentre altri (a cui erano assegnati compiti diversi), nel tempo si sono sempre più disinteressati a queste attività. Insomma, abbiamo certamente più possibilità che un Segugio della Transilvania, selezionato per la caccia all'orso, abbia voglia di prendere parte a una battuta, piuttosto che uno Shih Tzu, considerato nell'antichità un ottimo compagno delle serate invernali in Tibet, dove veniva sfruttato dai monaci come scaldaletto.

Pensiamo poi ai grandi Cani da Pastore Maremmani Abruzzesi, i quali sono stati selezionati proprio sulla base dell'assenza dell'interesse per le attività venatorie: un cane da guardiania che va a caccia è piuttosto inutile, perché in quei frangenti lascerebbe le greggi senza sorveglianza.

Altre razze, invece, sono state selezionate proprio per mantenere viva questa profonda passione ed è il caso, ad esempio, dei segugi, che sembrano non vedere l'ora di potersi mettere sulle tracce di un animale selvatico.

Ovviamente si tratta di aspetti che, al giorno d'oggi, possono complicare non poco la gestione quotidiana per i pet mate che non sono interessati alle attività venatorie e magari vivono in città. L'adozione dei cani da caccia non è certo una scelta adatta a tutti e la decisione va presa con estremo senso di responsabilità.

Caratteristiche e motivazioni dei cani da caccia

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Come tutti i cani, anche le razze (e i meticci che nascono da mix) di cani da caccia sono prima di tutto individui, ciò nonostante, nella loro storia vi sono inevitabilmente tracce delle selezioni avvenute per mano dei cacciatori per renderli particolarmente abili in questi compiti.

Abbiamo quindi cani davvero straordinari nell'inseguire le piste del selvatico, come ad esempio i vari segugi, ma anche i terrier e i cani da cerca e da riporto. Alcune razze sono molto abili nel districarsi in terreni di tutti i tipi e sono dotati di un'inesauribile motivazione cinestesica.

In generale, inoltre, in particolare i cani che durante la caccia sono chiamati a lavorare in muta, hanno sviluppato una scarsa tendenza al conflitto con i propri simili: i cacciatori, infatti, non volevano che perdessero tempo con inutili zuffe.

Sono inoltre cani estremamente affiliativi, abituati a cooperare con l'uomo per raggiungere un risultato. Attenzione, però: ciò non significa che siano per forza dei grandi collaboratori. Sebbene alcuni, come ad esempio i Labrador Retriever, siano effettivamente degli specialisti in questo senso, i segugi preferiscono agire da soli, anche perché sanno che il loro olfatto straordinario è decisamente meglio del nostro: il supporto degli umani nella ricerca è per loro un fattore inutile.

Molte razze di cani da caccia, come ad esempio i Setter Inglesi e i Pointer sono cani dotati inoltre spesso di una grandissima empatia e di un mondo emozionale profondo e intricato. Ancora più degli altri, rischiano di soffrire profondamente quando vengono messi in situazioni di abbandono o maltrattamento e, purtroppo, si tratta di casi davvero troppo frequenti, perché i cani da caccia ancora oggi vengono considerati spesso unicamente come strumenti di lavoro.

Per questo motivo vengono lasciati a lungo nei box, obbligati alla reclusione per tutto il tempo in cui non si va a caccia. Se poi non si mostrano abili nelle attività richieste, vengono anche abbandonati e finiscono per riempire i canili.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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