Un vero e proprio dono di Natale. Stiamo parlando della nascita di un agnellino nel presepe vivente del Gricignano, località del Comune di Sansepolcro, in provincia di Arezzo. Durante l'inaugurazione del presepe vivente si sentiva in lontananza il belato delle pecore presenti fra le scene del presepe, e poco dopo ecco la lieta notizia che ha reso ancora più magico l'evento organizzato dalla Pro Loco.
«È stato un evento unico, una bella sorpresa, siamo rimasti tutti emozionati e ciò ha reso ancor più magica l’atmosfera del nostro presepe vivente», dice a Kodami il presidente della Pro Loco di Gricignano Bruno Bellucci. «Lo abbiamo visto come un segno del destino, come a dimostrare che nella nostra rappresentazione è tutto reale – aggiunge Bellucci – È stato un dono della natura, ora stiamo pensando di adottare questo agnellino. La nostra intenzione è di adottarlo, ma al momento, tramite l'umano che se ne prende cura, sappiamo che non può allontanarsi dalla madre. Quando sarà autonomo potremmo accudirlo e ospitarlo in una struttura non poco distante dalla Pro Loco».
Ad appoggiare il desiderio espresso dalla comunità rappresentata da Bellucci è intervenuta ance la Rete dei Santuari di Animali Liberi. «Siamo disponibili a prendere in affido il cucciolo con la sua mamma, insieme alle altre pecore presenti nel presepe – come spiega a Kodami la coordinatrice della Rete Sara d’Angelo – al momento sappiamo che l'agnellino è con la madre ma non conosciamo ancora le sue condizioni, appena sapremo di più potremmo muoverci di conseguenza. La storia di questa nascita, avvenuta proprio davanti alla grotta della Natività, ha commosso tante persone che ci hanno chiesto di intervenire e non può che avere un lieto fine».
I primi Santuari in Italia che accolgono animali sfruttati dall'industria alimentare sono nati alla fine degli anni Novanta. La Rete dei Santuari, costituita nel 2012, ne riunisce una ventina, molti dei quali in Toscana, che ospitano più di 2.000 animali salvati dall'industria della carne, ma anche dal sistema degli spettacoli e dalla sperimentazione. Ogni anno la Rete si occupa di portare in salvo altre centinaia di animali, ai quali vengono trovate sistemazioni per la vita. «La Rete riunisce coordina alcuni tra i più rappresentati santuari che si occupano dei cosiddetti animali da "reddito". Oltre a prenderci cura di individui salvati dall'industria della carne , cerchiamo anche di diffondere il nostro credo: un altro modello di consumo non è solo possibile, ma necessario. Quindi attraverso i santuari, le storie di libertà dei nostri ospiti noi raccontiamo un mondo differente, basata sul rispetto e la gentilezza verso l'altro», conclude d'Angelo.