«È stato amore a prima vista con Zoe, la cucciola che abbiamo adottato dal canile più di un mese fa». Inizia così il racconto di Martina Rigano, una ragazza di 25 anni che, insieme al fidanzato Giuseppe Vernengo, ha deciso di visitare un canile e cambiare per sempre la vita di una cucciola che attendeva da mesi un’adozione. I due giovani, che insieme gestiscono un maneggio, vivono in simbiosi con la natura e con il mondo animale, rapportandosi quotidianamente con cani e cavalli.
«Avevamo già un cane, Dory, una meticcia che abbiamo salvato da morte certa – spiega Giuseppe a Kodami – L'avevamo trovata dentro un sacchetto, nella spazzatura, circa un anno fa. L'abbiamo accudita dal giorno del suo ritrovamento e adesso vive con noi».
Non si è trattata, dunque, di una prima esperienza per i due giovani. Entrambi avevano già adottato un cane nell’anno precedente, tuttavia la voglia di dare la possibilità di vivere bene a un altro soggetto, sottraendolo ad un’eterna prigionia in canile, era tanta.
«Cercavamo un cucciolo maschio, in verità. Volevamo dare alla nostra Dory un compagno con cui dividere i giochi e le corse tra i campi», continua Martina.
Prima di approdare nel canile in cui si trovava Zoe, i due hanno guardato nei rifugi a loro più vicini, alla ricerca di un cucciolo socializzato, che andasse d’accordo con i suoi simili e che fosse abituato al contatto umano. I volontari dei primi rifugi a cui hanno fatto visita Martina e Giuseppe hanno, però, proposto diversi cani con evidenti problemi comportamentali, per cui non si poteva procedere ad un’adozione “a cuor leggero” perché è importante per determinati individui da parte dei pet mate di rivolgersi eventualmente a specialisti del comportamento per fare in modo di costruire un rapporto uomo-animale sano, rispettoso e duraturo nel tempo.
Adottare consapevolmente significa mettere in conto tutte le evenienze che potrebbero verificarsi nell'instaurazione della relazione tra cane ed essere umano, tutte ipotesi queste che sono state ben discusse e ponderate dai fidanzati che, nonostante la loro giovane età, hanno dimostrato grande maturità nelle loro decisioni.
«Crediamo che l’adozione sia un gesto nobile, ma non si può decidere in pochi minuti sul destino di un essere senziente. Non eravamo pronti per accogliere nella nostra vita un cane fobico a cui non avremmo potuto dare ciò di cui aveva bisogno. Ogni cane è un individuo con un proprio carattere e una propria storia alle spalle di cui non si può non tenere conto», sostengono i due ragazzi che non hanno voluto prendere scelte affrettate riguardo all’adozione di un cucciolo problematico a cui un cambiamento radicale, come quello che comporta l’inserimento in un nuovo ambiente e contesto familiare, avrebbe potuto causare notevoli danni se fatto senza i dovuti accorgimenti e senza una dovuta informazione al riguardo.
Nell'attesa di trovare il cucciolo adatto al loro contesto di vita, Martina ha iniziato a guardare altrove, si è informata su Internet ed è riuscita a trovare un canile, a Sambuca, in provincia di Agrigento, ad appena un’ora di distanza da casa loro.
Dopo essersi messi in contatto con l'associazione animalista che si occupa dei cani ospiti, Martina e Giuseppe si sono innamorati del primo cucciolo che gli è stato proposto in chat tramite foto: un colpo di fulmine per entrambi. «La volontaria che ci ha seguito per tutto l‘iter di affido ci ha assicurato che fosse un maschio sano e socializzato e noi, senza pensarci su due volte, siamo andati in canile a conoscerlo – continua Martina – Ci siamo subito innamorati di lui, che poi abbiamo scoperto essere una lei, e l'abbiamo portata a casa con noi».
Zoe, la meticcia taglia grande dal mantello bianco e nero, adottata dai due ragazzi, non ha avuto alcun problema né con l’inserimento in casa né con la convivenza con i cavalli con cui vive in totale armonia. «E’ una cucciola amorevole e divertente. Trascorre le sue giornate scorrazzando felice tra i campi e quando viene sera abbiamo qualche difficoltà a riportarla a casa. Non vorrebbe mai lasciare quel posto che ama con tutta se stessa», concludono i ragazzi.
L’esperienza che i due giovani hanno voluto raccontare ai lettori di Kodami è sicuramente una storia a lieto fine per una cucciola che sarebbe stata destinata a vivere dentro il box di un canile, ma vuole anche essere un invito e un monito a quanti vogliono adottare un animale, affinché non si prendano delle scelte affrettate che potrebbero incidere in maniera irreversibile sulle proprie vite e soprattutto su quelle di altri esseri viventi e senzienti.