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18 Maggio 2021
11:46

Adozioni consapevoli in Abruzzo: la storia di Nerima e il progetto “Cerco casa: sono un randagio”

L'Asl1 Abruzzo ha lanciato quest'anno la seconda edizione del progetto "Cerco casa: sono un randagio". Il progetto si prefigge diversi obiettivi tra cui quello di aumentare il benessere dei cani nei canili. A parlarcene è Ilaria Matticoli, educatrice cinofila che lavora in due strutture della provincia dell'Aquila.

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Intervista a Ilaria Matticoli
Educatrice cinofila
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Nella provincia dell’Aquila, in Abruzzo, la popolazione canina è molto numerosa e il randagismo è un fenomeno piuttosto diffuso e difficile da gestire. Dal 2019, L'Asl1 Abruzzo – Servizio Veterinario Sanità Animale ha lanciato il progetto "Cerco casa: sono un randagio" che da quest'anno è stato rinnovato per la seconda edizione. Il progetto ha lo scopo di sensibilizzare le persone sul tema della prevenzione e gestione del randagismo e aumentare il benessere dei cani presenti nei rifugi e nei canili sanitari. Proprio per raggiungere questi obiettivi sono stati coinvolti educatori cinofili esperti per formare gli operatori dei canili, ridurre i maltrattamenti e favorire le adozioni consapevoli. A parlarcene nel dettaglio è Ilaria Matticoli, un'educatrice cinofila che fa parte del progetto e lavora con i cani del canile Comunale di Sulmona e dell' Asilo "Canile Marsicano" di Lecce dei Marsi.

In cosa consiste il progetto?

Il progetto è alla sua seconda versione, motivo per cui si chiama "Cerco casa: sono un randagio 2". La prima edizione aveva tra gli obiettivi quello di inserire due educatori cinofili nei canili sanitari mentre questo secondo progetto include qualcosa in più: l'inserimento di altri due educatori, tra cui io, all'interno dei rifugi. L'iniziativa è stata fortemente voluta dalla prefettura dell'Aquila e il progetto ha una durata di sei mesi: è iniziato a dicembre e finirà a giugno. Operiamo in cinque diverse strutture, tra rifugi e canili che si trovano in provincia dell'Aquila.

Quali sono le iniziative e lo scopo del progetto?

L'obiettivo è quello di diminuire il maltrattamento all'interno delle strutture, dare una vita migliore ai cani che ci vivono, ad esempio attraverso un percorso di educazione e socializzazione, e rendere le adozioni più consapevoli. Ogni cane infatti ha la possibilità di fare un percorso personale con un esperto del settore e avere così gli strumenti per affrontare la vita anche una volta fuori dalle strutture. Quando una famiglia fa ad esempio domanda di adozione noi valutiamo per bene qual è il cane più adatto per quella tipologia di famiglia e viceversa: niente deve infatti essere lasciato al caso. Un altro obiettivo importante riguarda invece i cani fragili, ossia quei cani che hanno problemi a stare in canile. Questi possono essere affidati ai volontari iscritti all'ASL dove rimangono "in stallo", ovvero in attesa di adozione. Ciò permette loro sia di evitare dei traumi importanti sia di poter vivere una situazione più vicina al concetto di famiglia in attesa di trovarne una definitiva. I volontari dell'ASL ricevono degli aiuti derivanti dai fondi del progetto, così da poter comprare il necessario come cibo e trasportini. Infine un'altra iniziativa importante riguarda la formazione degli operatori dei canili che sono stati istruiti al giusto approccio verso i cani da un educatore esperto di Roma, Riccardo Tonino. Tra le altre cose, molti Comuni hanno fatto campagne di sensibilizzazione per la microchippatura e la sterilizzazione dei cani di famiglia e del territorio. Uno degli obiettivi del progetto è infatti proprio quello di fare più microchippature possibili e far capire alle persone quanto sia importante il microchip per il cane con cui convivono.

Qual è stata una delle esperienze più belle all'interno di questo progetto?

Io sono una delle educatrici cinofile coinvolte recentemente nel progetto e lavoro al canile comunale di Sulmona e all'Asilo "Canile Marsicano" di Lecce dei Marsi. Il canile non ha una bella storia: la gestione precedente infatti l'aveva reso quasi un canile lager e non permetteva agli educatori di entrare. La gestione comunale però si è accorta di queste cose e l'ha dato in affido alla LIDA (Lega Italiana dei Diritti dell'Animale) in attesa della gara d'appalto. Appena è cambiata gestione ho incontrato Nerima: era uno dei cuccioli di 3 mesi che viveva all'interno di un box. Non avevo la possibilità però di passare molto tempo con lei, ma mi è arrivata l'opportunità grazie a questo progetto. A gennaio di quest'anno l'ho infatti rincontrata in canile: ormai ha 6 anni e non è mai uscita da questa struttura. Dato che già la conoscevo ho deciso di iniziare subito un percorso insieme.

Com'era dopo sei anni passati in canile?

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Nerima durante la sua prima passeggiata

Nerima viveva in un box con altri sei cani, era la più piccina e la più timida, molto chiusa in sé, isolata e sempre l'ultima a mangiare. Proprio per questo motivo per prima cosa ho fatto disporre una ciotola per ogni cane in modo tale che non si sentisse "intimidita" a mangiare.  Nerima non era mai uscita dal canile e pensavo che il percorso sarebbe stato lungo: in realtà in meno di un mese, da inizio gennaio a fine febbraio, Nerima è cambiata completamente. Sono infatti riuscita pian piano a convincerla ad uscire con la pettorina e dopo solo due settimane si è sentita pronta anche a fare un breve giro intorno al canile. In pochissimo tempo mi sono resa conto che la sua non era mancanza di fiducia verso le persone, ma semplicemente non aveva mai avuto l'occasione di fare certe esperienze. Nonostante tutti gli anni passati in canile non era deprivata e poteva avere una vita migliore. Ci è voluto poco anche per farla avvicinare alla macchina e farla salire: quando si è sentita pronta emotivamente siamo andate in città, dove si è adattata perfettamente al cambiamento, nonostante macchine, persone e cani che non aveva mai visto. Attualmente Nerima vive in una fantastica famiglia in provincia di Genova ed è una delle tante adozioni consapevoli fatte dopo un'attenta valutazione.

Quali altri passi state facendo proprio in direzione di aumentare la consapevolezza nelle adozioni?

Un'altra iniziativa importante del canile che possiamo proporre grazie a questo progetto è l'evento "Passeggiando si impara", che si terrà questo sabato. Durante questo evento i cittadini possono farsi accompagnare in passeggiata da un ospite a quattro zampe del canile e avere così la possibilità di conoscerlo. È infatti molto importante far vedere questi cani in un altro ambiente: il cane di canile infatti non è solo quello che sta dietro le sbarre, anzi. Inoltre, durante quest'occasione, io mi occuperò anche di dare le giuste informazioni alle persone riguardo il giusto approccio ad un cane nuovo, le basi della gestione del guinzaglio, e, non meno importante, qual è la realtà del canile, dai più sconosciuta.

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