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19 Gennaio 2023
16:48

Adottati sette cani trovati nel bagagliaio di un’auto: provenivano dal traffico di cuccioli dall’Est Europa

Il 22 dicembre scorso, la Polizia Locale di Desenzano ha sequestrato sette cuccioli rinchiusi nel bagagliaio di un'auto proveniente dall'Est Europa. I cani erano destinati alla vendita illegale, ma sono stati trasferiti al canile locale e in seguito al dissequestro sono stati tutti adottati.

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Il 22 dicembre scorso la Polizia Locale di Desenzano del Garda, in Provincia di Brescia, ha individuato un'auto che trasportava sette cuccioli nascosti nel bagagliaio. A far scattare l'intervento è stata la segnalazione di un passante che, preoccupato per la lunga sosta di una macchina proveniente dall'Est Europa all'uscita autostradale di Sirmione, ha allertato le Forze dell'ordine.

Aprendo la vettura, gli agenti hanno trovato tre trasportini con dentro due Chihuahua, un Barboncino color albicocca e quattro Volpini di Pomerania, tutti sprovvisti di microchip. La Polizia Locale ha quindi informato immediatamente la Procura che, come da prassi, ha disposto il sequestro dei cani fino al termine delle indagini che si sono sono concluse in questi giorni, dopo un mese dall'intervento.

Subito dopo il ritrovamento, i cani sono stati trasferiti al Canile Intercomunale di Desenzano, Sirmione e Montichiari, una struttura gestita dall'Associazione Compagni di Strada ODV, dove sono stati curati e preparati per l'adozione: «Al loro arrivo erano molto affamati, avevano la giardia e abbiamo rilevato gravi infezioni alle orecchie – fanno sapere a Kodami dall'associazione – Provengono dall'Est Europa e, come spesso accade, erano destinati alla vendita illegale in Italia. Oggi hanno tre mesi, sono in salute e provvisti di microchip ma, al momento del sequestro erano davvero molto piccoli e, quasi certamente, sono stati prelevati troppo presto dalle cure della madre».

La notizia del dissequestro è stata diffusa il 17 gennaio dallo stesso Comune di Desenzano che ha informato sulla possibilità di rivolgersi al canile per un'adozione: «Nel momento in cui è stata diffusa la notizia abbiamo ricevuto rapidamente oltre 80 telefonate e centinaia di mail – commentano dal canile – Fortunatamente hanno trovato un'adozione rapida ma chissà quante situazioni come questa non vengono rilevate e causano inutile dolore agli animali».

Le condizioni di viaggio dei cuccioli provenienti dall'Est Europa

Il commercio illecito di cuccioli dall'Est Europa è una traffico che, troppo spesso, occupa le cronache del nostro paese. Un giro d’affari milionario che porta migliaia di animali a sofferenze atroci, mentre i futuri pet mate pagano prezzi molto alti per cani che, spesso, non sono realmente di razza, sono sprovvisti di pedigree e, di conseguenza, non hanno affrontato alcun controllo genetico che dia la certezza che siano privi di malattie ereditarie.

Nel nostro paese è il Friuli Venezia Giulia a rappresentare il più importante luogo d'entrata per  i cani che ogni anno, e in particolare nel periodo natalizio, attraversano l'Europa partendo soprattutto da Ungheria, Bulgaria, Slovacchia e Romania, destinati ad acquirenti sparsi in tutta la penisola e non solo.

Le condizioni in cui nascono e crescono questi cani, però, sono spesso distanti dagli standard minimi capaci di assicurare il benessere dei cuccioli e delle loro madri. In questo crudele mercato transnazionale, infatti, a soffrire sono anche le fattrici, obbligate a trascorrere la vita in luoghi angusti, senza le cure necessarie e garantendo costantemente la nascita di sufficienti cucciolate per poter sostenere le richieste del mercato.

I cuccioli, invece, sono costretti a interminabili viaggi durante i quali i fattori di rischio sono innumerevoli, come sottolinea Laura Arena, veterinaria esperta in benessere e maltrattamento animale e membro del comitato scientifico di Kodami: «Partendo dal presupposto che il trasporto, specialmente se in assenza di una figura di attaccamento, rappresenta sempre un evento stressante, è indispensabile rispettare alcuni fattori, come la disponibilità di spazio all'interno del mezzo, l'uso di trasportini individuali messi in sicurezza e l'utilizzo di mezzi appositamente omologati. Bisogna inoltre prendere speciali precauzioni, soprattutto se si tratta di cuccioli come in questo caso, a somministrare frequentemente cibo e acqua».

Quando le Forze dell'ordine riescono a individuare i trasportatori, però, si trovano spesso di fronte a cani obbligati a trascorrere molto tempo all'interno di piccoli spazi sovraffollati, stipati in trasportini non assicurati, oppure nascosti all'interno di furgoni e auto fornite di doppifondi, senza cibo, acqua o luce, in condizioni di carenza d’aria.

«Ogni soggetto, con le proprie differenze individuali, risponde in maniera diversa allo stress che ne consegue, ma questo tipo di viaggio può compromettere lo stato clinico e, quindi, la salute dei cuccioli – continua Arena – In situazioni di stress si possono riattivare, ad esempio, infezioni latenti. Un ulteriore grande rischio, specialmente nei periodi in cui la temperatura è più elevata, è quello dell'ipertermia, che spesso determina addirittura la morte di una parte dei cuccioli trasportati».

Le criticità derivate da questi trasporti, infine, non cessano nemmeno quando il viaggio termina e il cane arriva finalmente nella nuova casa: «Venendo sottratti alle cure materne precocemente, intorno ai trenta giorni di vita, possono soffrire di gravi disturbi dell’apprendimento che si manifestano con problemi comportamentali sia in età giovanile che in età adulta – commenta l'esperta – Possono inoltre essere soggetti ad una deprivazione sensoriale e sociale, causata dalle condizioni di vita dei primi giorni. Un fattore che si ripercuoterà anch'esso sul loro benessere, influenzandone direttamente il comportamento futuro e, quindi, anche la relazione che si andrà a creare con le famiglie adottanti, spesso inconsapevoli di questi terribili retroscena che precedono l'arrivo del cucciolo».

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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