Addio a Sandra Milo, l'attrice simbolo del cinema italiano è morta all'età di 90 anni circondata dall'affetto della sua famiglia. Milo resterà tra le grandi protagoniste del cinema italiano e sarà ricordata anche per il grande amore che per tutta la vita ha avuto per gli animali di ogni specie. Un sentimento che più volte ha condiviso con Kodami attraverso lunghe interviste e appelli.
Sandra Milo figura tra le interpreti, insieme a Marcello Mastroianni, del film di Federico Fellini "8½", vincitore di un premio Oscar come "miglior film straniero" nel 1964. Ed è proprio con l'avvio della sua carriera cinematografica che si stringe il suo rapporto con gli animali. Il primo ad accompagnarla nella sua ascesa cinematografica fu Fortunello, un barboncino nero che viveva con lui in albergo quando, giovanissima, è arrivata a Cinecittà.
Negli anni della maturità nella sua abitazione alle porte di Roma aveva coltivato l'amore per ogni essere vivente, accogliendo diversi Pastori Maremmani Abruzzesi, diversi Shih Tzu, tortore, pappagalli e anche una pecora.
In tempi recenti, Sandra Milo si è anche impegnata in prima persona attraverso i suoi social diffondendo gli appelli di Humane Society International per dire basta al consumo di carne di cane e gatto in Asia.
Si è anche interessata della causa dei Greyhound, i levrieri irlandesi sfruttati per le corse di cani in Irlanda. Nel marzo del 2022 infatti aveva adottato il suo Jim, sfruttato per le corse commerciali e destinato a morire. Lei gli ha offerto una seconda occasione e da quel momento non ha mai smesso di interessarsi alla causa dei Levrieri. Proprio in occasione del compleanno di Jim, l'attrice si è rivolta a Kodami per lanciare un appello a tutte le persone: «Sarebbe bello lanciare una campagna che permettesse agli anziani di adottare un cane anziano per passare insieme il tempo, poco o tanto che sia, che gli resta. Anche un cane vecchio merita una possibilità».
Sandra Milo ha conservato per tutta la vita, fino all'ultimo, la sua personalità libera e il carisma straordinario che l'hanno resa una diva, forse l'ultima del cinema italiano. Nonostante la bellezza e il grande successo non ha mai dimenticato che essere umani significa pensare a tutte le vite, soprattutto le più fragili: «In periodi difficili come questi, la gente si preoccupa solo dei propri guai perdendo sensibilità davanti agli altri – aveva confidato a Kodami – Ma più spesso di quanto pensiamo "gli altri" sono proprio gli animali. Possiamo però riconquistare la nostra umanità impegnandoci a favore di chi non ha voce: così facendo si amano di più anche gli esseri umani. Questo è il momento di tirare fuori la parte migliore che è in tutti noi, per ricordarci che siamo migliori di quanto le nostre azioni non ci facciano pensare. In questo senso, il rispetto delle altre forme di vita è un esercizio di compassione e consapevolezza, importante anche nei rapporti che stringiamo tra esseri umani»