Con il muso appoggiato a un parapetto in pietra e lo sguardo a scrutare il mare: lo si vedeva spesso così Mukhtar, conosciuto come l’“Hachiko della Crimea”, un Pastore Tedesco di Yalta che per dodici anni ha atteso il suo umano scomparso.
E adesso, senza essere riuscito a riabbracciare quel pet mate al quale era legato da un grandissimo amore, se n’è andato anche lui per sempre. Ma il cane non sarà facilmente dimenticato: era diventato nel tempo un simbolo di fedeltà per tutto il quartiere dove risiedeva libero. Era impossibile, infatti, non incontrarlo ogni giorno sempre nello stesso posto, in riva al mare a guardare verso l’orizzonte, sperando di vedere prima o poi apparire il suo pet mate, un bagnino che il mare si era inghiottito durante un soccorso.
Mukthar era il beniamino di residenti e turisti. Vagava dal mattino alla sera sulla spiaggia e nel tempo era riuscito a farsi diverse amicizie, tra cui una diventata molto importante con un musicista di strada, un trombettista che aveva cominciato a prendersi cura di lui dandogli da mangiare e con il quale, raccontano alcune testimonianze degli abitanti della zona, a volte cantava le sue due canzoni preferite, Strangers in the night di Frank Sinatra e From souvenirs di Demis Roussos.
Tutti lo conoscevano e tutti lo ammiravano per la sua tenacia nel tornare nell’ultimo posto dove era stato con il suo compagno e ora che non c’è più, il sindaco su richiesta dei residenti, ha annunciato che la sua storia verrà ricordata con un monumento a lui dedicato che verrà inaugurato entro fine anno sulla passeggiata dove il cane era praticamente di casa. Leale, affettuoso e rispettoso, dotato di grande intelligenza e sensibilità «amore e attesa erano le sue ragioni di vita, un vero peccato la sua scomparsa» ha confermato il primo cittadino.
Ogni volta che si leggono queste storie, la domanda che sorge spontanea è se davvero l'animale stia aspettando il suo pet mate e se davvero in quello sguardo verso il mare ci sia tutta quella malinconia che vediamo e che sarebbe la stessa che proveremmo noi.
Nessuno ha più dubbi, soprattutto i pet mate, sul fatto che i cani siano in grado di instaurare connessioni molto profonde con gli esseri umani e siano in grado di provare molte emozioni in modo simile al nostro. Ma anche se i cani sono in grado di sentire il dolore della perdita molto profondamente e hanno anche una certa capacità di elaborare mentalmente e reagire alla scomparsa di qualcuno, la certezza che comprendano appieno il significato della morte ancora non c'è. Sebbene sia molto suggestivo pensare che sia così, insomma, non è stato ancora dimostrato che comprendano che il loro umano, una volta morto, non tornerà più nel suo corpo.