Il manto bianco e nero. Il collarino giallo per mostrare alla gente che qualcuno si preoccupava di quel randagio. Era diventato un riferimento per tutto il quartiere Willy, un meticcio che da una decina d’anni si era stabilito nel rione Sant’Anna di Bari. Si può quasi dire che era cresciuto assieme ai palazzi, in una delle aree del capoluogo pugliese in parte ancora in costruzione. Se n’è andato per un blocco renale, nonostante i cittadini avessero provato fino all’ultimo a farsi carico delle sue cure. E ora lascia un grande vuoto.
Eppure Willy non era stato sempre accettato da tutti. La sua storia, infatti, si era guadagnata l’onore delle cronache per un lungo tira e molla nato tra i residenti del quartiere. Condivideva il suo angolo di strada con un’altra cagnetta, Bianca. E qualche volta la loro presenza aveva spaventato alcuni residenti. Va detto che il quartiere è al centro di una serie di controversie per le quali gli abitanti della zona attendono da anni la realizzazione di molte opere di urbanizzazione: problemi che hanno portato negli anni i cittadini ai limiti dell’esasperazione.
Tant’è che per alcuni la presenza di Willy e Bianca non era avvertita propriamente con piacere. L’anno scorso qualcuno denunciò di essere stato aggredito da uno dei due animali. Circostanza che indusse il personale specializzato all’accalappiamento di Willy e al trasferimento in canile. Una scelta che non fu presa bene da una grossa fetta dei cittadini, che si era mobilitata per restituirgli la sua libertà. Concessione poi avvenuta, a patto che qualcuno se ne prendesse cura e che non si verificassero nuovamente episodi negativi.
E così era stato. C’era ancora qualcuno che non aveva accettato del tutto la presenza in strada dei due animali, ma man mano il numero di persone che si erano affezionate alla loro presenza era aumentato: «Avevamo dovuto fare un po’ di "movimento" per farlo uscire dal canile – spiega a Kodami Junio, uno dei residenti che se ne prendevano cura – Era un cane speciale: era di taglia medio grande ma nel cuore era un cucciolo. Piano piano aveva conquistato tutto il quartiere. Oramai faceva un giro regolare, passava prima dal proprietario del minimarket per farsi dare qualcosa da mangiare, poi si univa a fare jogging con un ragazzo che corre in zona. Dietro di lui c’era Bianca, che era come una sorellina. Quando lo abbiamo riportato vicino alla sua cuccia, prima che si addormentasse per sempre, lei si è avvicinata e lo ha guardato a due metri di distanza. E' come se si fossero dati un ultimo saluto. Ora ci piacerebbe lasciare un simbolo, creare una statua, un murales o qualcosa per ricordarlo».
Willy era microchippato a nome del Comune ma alcuni cittadini del quartiere si sono fatti carico delle spese veterinarie sostenute negli ultimi giorni e di quelle di cremazione, una scelta dettata dalla voglia di trattare fino all’ultimo quel cane come un individuo.
«L’esempio del quartiere Sant’Anna in questa adozione collettiva rappresenta una delle storie belle della città – ha spiegato a Kodami il Presidente del I Municipio di Bari Lorenzo Leonetti – Qui i cani di quartiere non sono tanti. Nonostante gli episodi che si sono verificati, il fatto che 500 persone di una zona si siano interessati a lui è la dimostrazione di quanto fosse buono. Nonostante tutte le disavventure è riuscito a lasciare il suo segno. È riuscito a smuovere un’intera comunità per difendere quel sacrosanto diritto di libertà che gli era stato negato. Le persone hanno perso un amico».
Resta ora da capire quale sarà il futuro di Bianca. Da quello che ci raccontano è caratterialmente più introversa rispetto al suo compianto “fratellino”. Un problema che si pone anche per la capacità di procacciarsi il cibo. Per fortuna ci sono i tanti amanti degli animali che vivono in zona che continueranno a occuparsi di lei, sperando che si conservi il giusto equilibrio con tutti i residenti della zona. Nell’interesse di Bianca e di tutte le persone che vogliono vivere serenamente nel proprio quartiere.
La storia di Willy riapre il lungo dibattito sulla figura del cane di quartiere. Sempre a Bari, nel rione San Girolamo, pochi mesi fa un altro animale, Henry, è scomparso dopo aver fatto breccia nei cuori dei cittadini, divenendo una presenza universalmente accettata da tutti quanti abitano nella zona. Per lui è stato realizzato un murales e tra chi gli concedeva una carezza sul lungomare ancora permane la commozione nel ricordo di quello spirito gentile. Un esempio perfetto di come si possa creare una pacifica convivenza tra uomo e animale senza dover privare della libertà un individuo abituato a vivere libero.