Il Papa emerito Benedetto XVI, nato Joseph Ratzinger, si è spento all'età di 95 anni all'interno dell’ex monastero Mater Ecclesiae dei Giardini Vaticani, a Roma. Le voci sulla sempre più precaria salute dell'ex Pontefice si erano fatte insistenti a partire da questo Natale fino al 28 dicembre, quando Papa Francesco al termine dell'udienza generale si era rivolto ai fedeli chiedendo per lui una «preghiera speciale» perché «molto malato».
Ratzinger, nato in Baviera nel 1927, era diventato Vescovo di Roma nel 2005 succedendo al soglio pontificio in un momento molto difficile e di grandi cambiamenti sociali. Fin dai primi momenti, Ratzinger ha dovuto fare i conti con la pesante eredità lasciata da Papa Giovanni Paolo II, una delle figure più carismatiche della Chiesa cattolica e considerato un riformatore grazie alla sua capacità di parlare alle persone usando il linguaggio della cultura di massa. Un'ombra quella di Wojtyla che ha accompagnato Ratzinger fino alla rinuncia papale e all'inizio del ministero di Papa Francesco nel 2013.
Oggi è Jorge Bergoglio ad essere conosciuto come il Papa della comunione con la natura, complice il riferimento al patrono degli animali San Francesco d'Assisi, tuttavia anche Benedetto XVI si è distinto per il suo interesse nei confronti degli animali, anche se in una sfera più privata.
Sono molte le testimonianze che raccontano del suo stretto rapporto con i gatti della Capitale, e in particolare con quelli dei Giardini Vaticani. Qui infatti è presente una colonia felina della quale Ratzinger si prendeva cura personalmente sia durante il suo pontificato sia successivamente. Testimonianze dei segretari e dei collaboratori che lo hanno accompagnato nella sua parabola romana concordano nel ricordare come ogni giorno si recasse a dare da mangiare ai gatti e a parlare con loro nel dialetto della sua terra natìa.
Nonostante fosse descritto come un vero “gattaro” Ratzinger non introdusse mai i gatti negli appartamenti papali, preferendo uscire e avvicinarli in libertà. Uno dei suoi segretari, Alfred Xuereb, ha riferito che questo amore fosse rivolto a tutti gli animali, e anche alla natura stessa: l’ex Papa amava trascorrere il tempo all’aria aperta lontano dagli ambienti urbanizzati, un piacere che si concedeva quando il fratello Georg veniva a trovarlo dalla Germania.
«La natura è espressione di un disegno di amore e di verità», aveva scritto Benedetto XVI in un’enciclica del 2009. Attenzione però, per Ratzinger amore per gli animali e la natura non significano parità sul piano dei diritti fra tutti gli esseri viventi.
Ne è la prova l’udienza con i circensi accolti a Roma nel 2012, quando davanti al Papa è arrivato un cucciolo di leone tenuto alla catena. Anche Papa Francesco nel 2021 ricevette gli artisti del Circo Rony Roller, tuttavia nessuno aveva portato gli animali selvatici usati negli spettacoli, forse proprio per non riproporre la scena grottesca di dieci anni prima. Davanti a Benedetto XVI, infatti, il leoncino condotto in Vaticano si era mostrato irrequieto, ma il Papa lo aveva comunque accarezzato e preso per la collottola, alla stregua di un gatto.
Meno di un anno dopo quel gesto, Ratzinger è diventato il primo Papa in 600 anni a ritirarsi, travolto dalle critiche che hanno investito il suo ministero, anche rispetto alla sua capacità di accogliere la richiesta di cambiamento avanzata dalla società cattolica. Ratzinger, schiacciato tra due comunicatori popolari come Papa Francesco e Giovanni Paolo II, verrà ricordato come colui che ha reintrodotto la liturgia in latino, per le sue controverse dichiarazioni sulla lotta all’Aids, e, infine, per lo scandalo pedofilia scoppiato nel coro di Ratisbona diretto proprio da sua fratello Georg.