Ad annunciarne la morte si è scomodata addirittura l’Ambasciata della Repubblica popolare cinese nel Regno di Thailandia: «Secondo il rapporto dello zoo di Chiang Mai, Lin Hui, un panda gigante che viveva in Thailandia, purtroppo è deceduto alle 1:10 ora locale del 19 aprile 2023». Quasi un affare di Stato per la Cina, come sempre quando si parla di Panda. E Lin Hui era un panda gigante nato nel settembre 2001 nel China Giant Panda Conservation Center ed arrivato nell'ottobre 2003 a Chiang Mai, dove ha vissuto per vent’anni.
Ma Lin Hui era diventata famosa, durante la sua lunghissima prigionia nello zoo di Chang Mai, per essere stata la protagonista di una sorta di esperimento: per superare la naturale ritrosia dei panda ad accoppiarsi in cattività, lei e il suo compagno di recinto, Chuang Chuang, morto poi nel 2019, erano stati incoraggiati ad accoppiarsi mostrando loro dei video di panda che facevano sesso. Malgrado questa forzatura però Lin Ping, loro figlia naturale, era nata nel 2007, solo grazie all’inseminazione naturale. Ma la storia dei video hard all’epoca era finita su tutti i giornali.
Lin Hui è morta improvvisamente
Lin Hui è morta dopo una breve agonia, senza aver dato segni di una malattia pregressa nei mesi precedenti. Un team di veterinari thailandesi e cinesi, questi ultimi arrivati dal China Giant Panda Conservation Center, hanno provato a salvarla senza però riuscirci, almeno a quanto si legge nel comunicato congiunto rilasciato da autorità cinesi e dalla direzione dello zoo del nord della Thailandia dove il panda ha trascorso i suoi ultimi vent’anni. Un’indagine, anche questa congiunta, è già stata annunciata con l’obiettivo di far luce sui motivi della morte dell’esemplare. Un’autopsia, che secondo gli accordi può essere decisa e messa in pratica solo dai cinesi, sarebbe giù stata disposta.
Lin Hui e Chuang Chuang, erano arrivati a Chang Mai nel 2003 con un prestito a fini scientifici stabilito per 10 anni. In seguito, il prestito sarebbe stato confermato e dopo vent’anni la femmina era ancora lì mentre Chuang Chuang era morto all’età di 19 anni. Entrambi si possono quindi considerare due caratteristi esempi della cosiddetta “diplomazia dei panda”. La stessa che, ben lontana dall’essersi esaurita, ha visto un ennesimo capitolo ad ottobre dello scorso anno quando, per consolidare i rapporti diplomatici, la Cina ha regalato al Qatar due panda giganti, che rimarranno in esposizione per quindici anni.
Non era assolutamente la prima volta, anzi. Sono decenni ormai che la Cina si contraddistingue per questa usanza di stampo ottocentesco che utilizza gli animali come merce di scambio ad uso e consumo dei propri affari interni. Anche in questo caso, sebbene il prestito fosse apparentemente per scopi di ricerca e conservazione, si può ancora leggere con una certa semplicità, nella stessa ottica.
Lin Hui, Chiang Chuang e la "diplomazia del Panda"
Lin Hui, in base agli accordi, avrebbe dovuto essere restituita alla Cina il prossimo ottobre. Per questo era coperta da una polizza assicurativa di circa 430 mila dollari, come ha raccontato il direttore dello zoo, Wutthichai. Fondamentale quindi l’esito dell’autopsia, soprattutto alla luce della denuncia dell’influencer thailandese Shanshan che, dopo avere visitato lo zoo ha pubblicato diversi video di Lin Hui sulla piattaforma di social media cinese Douyinche, che la mostrano poche ore prima della sua morte con il naso sanguinante.
«È stata portata d'urgenza alle cure di un team veterinario thailandese-cinese – si è affrettato a spiegare il direttore – ma le sue condizioni sono peggiorate ed è morta mercoledì mattina presto». In più – come riporta USA Today News, uno dei tanti giornali di tutto il mondo che ha riportato la notizia – Tewarat Vejmanat, un veterinario che ha parlato in una conferenza stampa trasmessa in diretta sulla pagina Facebook dello zoo, ha detto che il panda «si sottoponeva a un controllo sanitario ogni giorno, era già in età avanzata a 21 anni e non c'era stato alcun segno di malattia o differenza nel suo comportamento prima che si ammalasse».
Una notizia così delicata, per i rapporti tra i due paesi asiatici, da spingere anche il portavoce del Ministero degli Affari Esteri a Pechino, Wang Wwnbin, ha commentare «La Cina è rattristata dalla morte del panda gigante Lin Hui". Rattristata ma non decisa a interrompere la pratica di scambio "diplomatico" di animali vivi, destinandoli ad una prigionia "senza fine mai".