Grazie ai controlli dei finanziari del Comando Provinciale di Ancona e dei funzionari dell'Agenzia della Dogane e dei Monopoli sono stati salvati 30 cani condotti illegalmente dalla Grecia all'Italia. Si tratta di 21 cuccioli che avevano meno di 90 giorni di vita ed erano privi di microchip e di qualsiasi altra documentazione, ai quali si aggiungono 9 cani adulti, di piccola taglia, dotati di microchip con una documentazione sanitaria incompleta.
I cani sono stati ritrovati in condizioni non rispettose del loro benessere: erano stipati in alcuni box nascosti nel bagagliaio dell'auto e a causa delle modalità di trasporto evidentemente inadeguate manifestavano chiari segni di forte stress, nervosismo e un profondo stato di malessere.
Due sono le persone denunciate per maltrattamento di animali, un uomo di origine turca ed una donna tedesca, rischiano la reclusione da tre mesi ad un anno e una multa dai 3.000 ai 15.000 euro. Mentre gli animali sono stati sequestrati e portati in una struttura adatta alla loro ripresa fisica.
Il traffico illecito è una pratica illegale che prevede l’introduzione nel nostro Paese di animali da compagnia, specialmente cuccioli, da paesi esteri dove la “produzione” degli animali avviene a costi minimi e il cui ricavato proviene dagli alti prezzi che il “consumatore” è disposto a pagare.
Quello del traffico di cuccioli in tutto il mondo rappresenta un giro d'affari estremamente redditizio. La normativa di riferimento per la movimentazione internazionale degli animali da compagnia è il Regolamento UE 576 del 2013. Nello specifico del traffico illecito vige invece la Legge 201 del 2010, quest’ultima ha introdotto anche le modifiche al Codice penale in materia di maltrattamento e uccisione di animali.
I principali punti previsti dalle normative sono l’obbligo dell’identificazione individuale mediante microchip e delle necessarie certificazioni sanitarie e dei documenti ufficiali, come il passaporto individuale.
Gli animali che viaggiano tra paesi hanno anche l’obbligo della vaccinazione antirabbica. La normativa italiana prevede che l’animale abbia almeno dodici settimane di età al momento in cui il vaccino è inoculato, la cui somministrazione deve comunque essere successiva alla inoculazione del microchip. Devono inoltre essere trascorsi almeno 21 giorni dal completamento del protocollo di vaccinazione per poter essere introdotti in Italia. In questo senso, l’Italia è uno dei Paesi con le regole più restrittive.