Visto al microscopio sembra quasi un alieno uscito da un film di fantascienza anni '80, pronto a terrorizzare il mondo intero. In realtà, questo “simpatico” animaletto esiste davvero, non ha alcuna intenzione di divorare l'umanità e, incredibile ma vero, abita proprio nei pori della nostra pelle. Il suo nome scientifico è Demodex folliculorum o Demodex brevis, a seconda della specie, ma è comunemente conosciuto come “acaro del viso”. Per quei pochi ancora qui, che non sono andati a prendere il lanciafiamme, so già cosa vi state chiedendo: li ho anche io? Come faccio a liberarmene? E soprattutto: sono pericolosi?
L'identikid del Demodex
Iniziamo subito col dire che il Demodex, come tutti gli acari, appartiene alla classe animale degli aracnidi: lo stesso gruppo di ragni, zecche e scorpioni. Da non confondere assolutamente con gli insetti! Infatti, gli aracnidi posseggono 8 zampe e un corpo suddiviso solamente in due parti. La parte inferiore si chiama addome, mentre quella superiore è il cefalotorace. Quest'ultima, è la parte in cui gli aracnidi presentano 4 paia di zampe e gli organi di senso: occhi, bocca, e addirittura i sottili “pelucchi” delle zampe, con cui riescono a percepire le vibrazioni circostanti. Nel caso del Demodex, la bocca è anche provvista di due uncini affilati con cui si ciba delle sostanze della pelle. Ma non avevamo detto che non avrebbe divorato l’umanità? In realtà, in senso lato è proprio quello che fa: l’acaro del viso infatti, si ciba del sebo naturalmente rilasciato dai pori della pelle. Non a caso le sue zone preferite sono proprio quelle in cui questo è più abbondante: nei follicoli piliferi di orecchie, naso, capezzoli e sopracciglia. Se siete corsi allo specchio a caccia di Demodex però, sappiate che non li troverete.
Questo perché parliamo di microrganismi, ossia esseri viventi talmente piccoli da non poter essere osservati a occhio nudo. Inoltre il Demodex non esce allo scoperto con la luce del giorno ma sbuca fuori durante la notte. Mentre dormiamo sale sulla superficie della pelle per accoppiarsi e una volta terminato l'appuntamento romantico se ne ritorna giù nel bulbo pilifero per deporre le uova. Ed è così che piano piano, riesce a formare delle vere e proprie colonie. Può sembrare incredibile ma un singolo individuo può ospitare da poche centinaia fino a migliaia di acari. La loro quantità varia da persona a persona soprattutto in base all’età. È stata osservata una presenza maggiore sui volti delle persone oltre i 18 anni, negli individui sopra i 70 anni poi, le colonie possono arrivare a ospitare fino a 2000 acari!
La scoperta degli acari del viso
Il primo a scoprire la loro esistenza fu l’anatomista Jakob Henle, che nel 1841, studiando del cerume al microscopio durante un’autopsia, si imbatté in questo piccolo esserino, pensando che si trattasse di un verme. Venne poi descritto e riconosciuto come acaro solamente un anno più tardi, dal dermatologo Gustav Simon. Allora non si sapeva da dove fosse sbucato, né si poteva immaginare che questi esemplari ci accompagnassero durante tutta la vita, sin dalla nascita.
Sia chiaro: non nasciamo con gli acari addosso! Il neonato riceve i primi acari quando entra a contatto con la pelle materna e col passare del tempo, questi aumentano e si diffondono. Passano da un individuo all’altro attraverso i più semplici contatti umani: un bacio, una carezza, un abbraccio. In questo modo si tramandano da genitore in figlio, di generazione in generazione.
Uno studio condotto nel 2015 dalla California Academy of Sciences ha dimostrato che differenti popolazioni umane ospitano differenti "linee familiari” di acari. Una stessa colonia dunque, può seguire lo stesso nucleo familiare per decine di anni. Lo studio ha rivelato addirittura che alcuni afroamericani ormai in America da diverse generazioni, avevano ancora addosso delle tipologie di acari normalmente presenti nel continente africano, che avevano quindi ereditato dai loro antenati. Insomma, questi piccoli aracnidi sono con noi sin dagli albori dell’umanità e adesso sapete anche che probabilmente, i nostri nonni e i nonni dei nostri acari, vivevano felicemente assieme. Possiamo quindi considerarli quasi amici di famiglia. Rimane però un dubbio legittimo, che sono certo vi renda ancora diffidenti nei loro confronti: sono pericolosi?
Gli acari del viso sono pericolosi?
In realtà gli acari del viso sono per lo più innocui, non è mai stata riscontrata alcuna patologia grave a causa della loro presenza. Può però capitare che la loro eccezionale sovrabbondanza possa causare alcuni disturbi legati alla pelle, come l’acne rosacea: una malattia infiammatoria che comporta eruzioni cutanee rosse, dovute a un batterio chiamato Bacillus oleronius. Questo batterio può trovarsi nel tratto intestinale dell’acaro per tutta la durata della sua esistenza. Una volta che l’acaro muore poi, il batterio viene rilasciato entrando a contatto con la pelle dell’individuo ospitante. Di conseguenza, più acari abitano i nostri pori, più è probabile che queste infiammazioni si manifestino.
Adesso sapete che questi esserini sono praticamente innocui e che non c’è nulla da temere. Se però l’idea di averli addosso non vi fa ancora dormire la notte, ho una cattiva notizia per te: degli acari del viso non ci si libera. Esistono dei farmaci in grado di eliminarli in parte, ma comunque a sole sei settimane di distanza dalla terapia gli acari ricompaiono, pronti a dare vita a una nuova colonia. L’unica soluzione sarebbe chiudersi in una teca di vetro o mettersi sottovuoto, ma non credo ne valga la pena. Pensandoci bene, gli acari del viso ci hanno accompagnati per millenni, hanno conosciuto i nostri avi, erano con noi il primo giorno di scuola e anche quando abbiamo dato il primo bacio – e in tutti questi anni non ci hanno mai fatto del male. Perché mai dovremmo volerli eliminare? In fondo siamo tutto il loro mondo e possono esistere solamente grazie a noi.