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19 Gennaio 2024
16:23

Abbattimento di 8 orsi l’anno in Trentino: la giunta provinciale dà l’ok

La giunta provinciale di Trento ha approvato un disegno di legge per abbattere 8 orsi all'anno per tre anni, per un totale di 24 individui tra il 2024 e il 2026. Il presidente Maurizio Fugatti si è preso così quell'autonomia nella gestione dei grandi carnivori che lo Stato non gli aveva mai concesso, sino ad ora.

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La giunta provinciale di Trento ha approvato un disegno di legge per abbattere 8 orsi all'anno per tre anni, per un totale di 24 individui tra il 2024 e il 2026. Ai fini dell'applicazione servirà però il via libera del Consiglio provinciale dopo il necessario passaggio nella Commissione competente.

«Il percorso è ancora lungo – ha commentato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti – ma da oggi abbiamo uno strumento istituzionale e scientifico in più rispetto a prima». La norma, secondo quanto riferito dalla Provincia, è il frutto di un accordo con il Governo ed è basato su un documento redatto dall'Ispra, l'Istituto che in Italia fornisce pareri sulla fauna selvatica. Nella relazione degli esperti si riferisce che la popolazione di plantigradi trentini può sostenere l'allontanamento al massimo di otto orsi l’anno, cosa ben diversa dal dare il via libera all'uccisione sistematica di un tale numero di individui.

«Mettiamo così un freno all’impennata della popolazione di plantigradi, a garanzia della sicurezza delle persone, con l'effetto di migliorare anche le condizioni di lavoro degli agricoltori e di quanti lavorano nell’ambiente forestale», ha osservato l’assessore alle Foreste Roberto Failoni, primo firmatario del provvedimento.

Il ddl va a modifica la legge provinciale 11 luglio 2018, n. 9 relativa alle misure di prevenzione e d'intervento previste per i grandi carnivori. Con la modifica applicata oggi, annualmente sarà definito il numero massimo di orsi problematici di cui è consentito l’abbattimento in conformità con il Pacobace e sulla base di valutazioni tecnico-scientifiche e con il nulla osta dell'Ispra, di cui la Provincia sottolinea il valore necessario ma non vincolante.

Il numero di orsi da rimuovere sarà valutato in base all'analisi demografica dell'Ispra che per il 2024 e il 2025 è stato individuato in 8 esemplari all’anno, di cui non più di due femmine adulte e non più di due maschi adulti. A partire dal 2026, le quote massime andranno ridefinite «in base agli ulteriori dati demografici che saranno disponibili», sottolinea la Provincia.

Fugatti mira così ad acquisire quell'autonomia nella gestione dei grandi carnivori che, almeno fino a questo momento, lo Stato non gli aveva mai concesso. «Il disegno di legge conferma che spetta al presidente della Provincia la possibilità di disporre l’abbattimento dei singoli esemplari problematici, quale misura di sottrazione permanente all'ambiente naturale».

La giustificazione alla mattanza è stata fornita nel trend di crescita della popolazione di orso, giudicato eccessivo. Si tratta in realtà di una. Lo aveva spiegato a Kodami, Luigi Boitani
professore di Zoologia all'Università La Sapienza di Roma tra i maggiori esperti di grandi carnivori a livello internazionale: «Dire che gli orsi sono troppi è un concetto relativo. Volendo stare ai numeri, siamo noi a essere troppi. Quindi, piuttosto che concentrarsi su questo bisognerebbe puntare a ridurre le interazioni negative con le persone, per farlo il numero di orsi è irrilevante. Se vogliamo coesistere con gli animali selvatici, che siano 10 o 100, dobbiamo ridurre al minimo i comportamenti che possono portare a un attacco, ma dobbiamo comunque tenere presente che il rischio non è mai zero».

Le associazioni che si occupano di tutela animale hanno già iniziato a insorgere contro il ddl trentino. La prima è l’Oipa che è tornata ad evidenziare come la Provincia Autonoma sia ormai diventata maglia nera in tutela della biodiversità: «Non adotta misure di prevenzione per mettere in sicurezza escursionisti e animali e ragiona solo in termini di abbattimento, contro ogni normativa europea e contro l’articolo 9 della Costituzione, che tutela la biodiversità».

Nonostante il ddl, infatti, l’orso è protetto da disposizioni nazionali e comunitarie, e per questo l'associazione presieduta da Massimo Comparotto sottolinea che «non abbasserà la guardia e continuerà la sua battaglia nelle opportune sedi».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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