Le associazioni animaliste fanno ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per salvare i mufloni dell’Isola del Giglio. Dopo aver diffidato la Regione Toscana dal procedere con la caccia di selezione nei confronti dei mufloni, ora gli attivisti per la tutela animale si sono rivolti a Sergio Mattarella.
«L’eradicazione di questi animali, disposta dalla Regione Toscana, è da considerarsi illegittima», questa la posizione di LNDC Animal Protection, VITADACANI odv – con la Rete dei Santuari di Animali Liberi – ed ENPA, le quali si appellano alla massima autorità dello Stato per difendere i pochi mufloni rimasti sull’isola.
La Regione Toscana, nell'ambito del progetto europeo LIFE LetsGo Giglio, ha dato il proprio assenso all’abbattimento dei mufloni, con l'obiettivo dichiarato di proteggere la biodiversità autoctona della piccola isola. "LetsGo Giglio" nasce infatti con lo scopo di proteggere l'ecosistema eliminando però piante e animali invasivi. Il progetto è finanziato con circa un milione di euro dai fondi europei e nazionali e si propone l'eradicazione di tre animali invasivi presenti sulla piccola isola: la tartaruga Trachemys scripta, il coniglio selvatico, e ovviamente il muflone.
I mufloni sono difatti considerati una specie aliena invasiva nell'ecosistema del Giglio, nonostante lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Diversity nell'agosto 2022, secondo cui i mufloni portati in Toscana sono ormai gli unici che mantengono alcune delle caratteristiche genetiche originarie della popolazione sarda di tale specie. Non essendo presenti pecore domestiche al Giglio con cui i mufloni possono accoppiarsi e, dunque, dare vita a degli incroci, il muflone del Giglio presenta caratteristiche genetiche e fenotipiche pure ed oramai perse in altri luoghi dove il muflone è protetto, come ad esempio la Sardegna, Cipro e la Corsica. Ciò fa del muflone del Giglio un serbatoio genetico di vitale importanza per la biodiversità della specie e soprattutto per la conservazione della popolazione sarda a rischio di estinzione.
«I mufloni protagonisti di questa triste vicenda sono mammiferi originari dei bovidi introdotti nel 1955 in Toscana, nell’Isola del Giglio, nella Riserva del Franco, grazie a un progetto di cui si occuparono alcuni noti studiosi naturalisti (Augusto Toschi, Alessandro Ghigi, Ugo Baldacci e Renzo Videsot) – ricordano le associazioni – con lo scopo di tutelare e salvaguardare questa specie dalla possibile estinzione. Venne scelto il Giglio per le analogie che aveva con l’isola della Sardegna, da cui questi animali provenivano. I mufloni dell’Isola del Giglio appartengono quindi alla “popolazione sarda” e il Muflone “sardo” è quindi da considerarsi particolarmente protetto».
Il controllo faunistico di questi animali, secondo gli attivisti è «non necessario, non voluto e ingiustificabile sotto vari profili», che tradisce anche gli accordi precedentemente stipulati con le associazioni animaliste coinvolte, che più volte, dal 2019 a oggi, hanno diffidato la Regione dal proseguire nel suo piano di abbattimento.
Per questo fanno ricorso al presidente Mattarella illustrando i motivi scientifici e giuridici per cui i mufloni dell’Isola del Giglio dovrebbero essere salvaguardati e protetti, anziché sterminati. Le Associazioni, all’unisono, chiedono infatti l’annullamento del provvedimento che sta decimando gli ultimi esemplari rimasti di questa popolazione. Una corsa contro il tempo per salvare gli ultimi esemplari rimasti sulla piccola isola toscana.