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23 Agosto 2024
21:30

Abbattimento dei lupi in Alto Adige: tra un mese la giustizia deciderà il loro destino

Il 24 settembre verrà discussa la domanda cautelare circa l'ordinanza di abbattimento per i lupi in Alto Adige.

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Il destino di due lupi della Val Venosta, oggetto dell'ordinanza di abbattimento da parte del presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, verrà decisa il 24 settembre.

Dopo l’accoglimento dell’istanza cautelare ante causam, presentata dall’avvocata Aurora Loprete su mandato delle associazioni Leal, Leidaa, Oipa e “Zampe che danno una mano” per chiedere la sospensione dell’autorizzazione all’abbattimento dei due lupi, la presidente del Tribunale amministrativo di Bolzano ha fissato oggi la trattazione della domanda cautelare contenuta nel ricorso delle stesse associazioni al 24 settembre.

Fino a quella data, circa due settimane prima del limite indicato nell’autorizzazione per effettuare gli abbattimenti, la validità del provvedimento è sospesa. Ad adiuvandum interverrà anche l’associazione Green Impact.

Nel ricorso, sorretto da numerosi riferimenti alla giurisprudenza costituzionale e della Corte europea di giustizia, si sostiene che la misura adottata dalla Provincia autonoma di Bolzano viola sia la Direttiva Habitat che gli articoli 9 e 117 della Costituzione ed è viziato per difetto di presupposti e di istruttoria, per insufficienza della motivazione, per mancata applicazione del principio di proporzionalità e gradualità. In particolare, l’autorizzazione di Kompatscher dà per scontato che il prelievo di due lupi scelti a caso tra quelli che frequentano abitualmente la zona metta fine alle predazioni, mentre sono del tutto ignoti gli effetti di uccisioni indiscriminate sui branchi di lupi.

L’Ispra, interpellata dalla Provincia, ha poi rilevato come non si sa come siano stati individuati i criteri per il “prelievo” introdotti  dalla legge provinciale e che tali criteri non definiscono la dimensione dell’area oggetto del danno agli allevatori. Quindi è impossibile «valutare adeguatamente la sussistenza del primo requisito richiesto dalla norma comunitaria» per poter derogare alla regola della protezione della specie, cioè la gravità dei danni.

Inoltre, il giudizio sulla conservazione della specie non può fondarsi su uno studio di portata locale, per di più datato e relativo ad un altro territorio. Pesa come un macigno, infatti, la recentissima sentenza della Corte europea di Giustizia contro l’Austria relativa all’autorizzazione all’abbattimento di un lupo emessa dal Land Tirolo. I giudici europei chiariscono che lo stato di conservazione della specie deve essere «soddisfacente» a livello territoriale e nazionale e soprattutto che le autorità devono valutare «le altre soluzioni ipotizzabili», senza considerare «determinanti» le loro implicazioni economiche e bilanciandole con l’obiettivo della conservazione.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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