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17 Novembre 2023
16:28

Abbattimenti Peste suina africana, Last Chance for Animals sporge denuncia: «Maltrattamenti e violenza»

La non-profit Last Chance for Animals ha denunciato i maltrattamenti inflitti ai suini abbattuti negli allevamenti lombardi durante l'emergenza peste suina africana.

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Maltrattamenti e violenza durante gli abbattimenti. È il risultato del lavoro d'indagine condotto da Last Chance for Animals, la non-profit che mira a eliminare lo sfruttamento degli animali attraverso l’educazione dei cittadini e le indagini sul campo.

Proprio nel corso di una delle inchieste condotte sul campo hanno documentato gravi episodi di maltrattamento sui maiali degli allevamenti della Lombardia, epicentro dell'ultima ondata di peste suina africana.

«Abbiamo documentato diversi episodi di violenza ai danni dei maiali abbattuti in alcuni allevamenti del nord Italia. Abbiamo deciso di procedere legalmente affinché non rimangano impuniti», hanno annunciato gli attivisti.

La peste suina africana è stata riscontrata per la prima volta in Italia continentale nel 2022 in Piemonte, in provincia di Alessandria, e si è propagata velocemente in diverse altre regioni fino a raggiungere a Giugno 2023 la Lombardia. Una storia che abbiamo ricostruito su Kodami in un video in chiariamo come è arrivata in Italia e quali sono i rischi per la salute.

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Il virus non è trasmissibile all'essere umano, tuttavia è letale per tutti i suini, domestici e selvatici, ed è in grado di decimare un allevamento nel giro di poche settimane, uccidendo migliaia di individui. La letalità e capacità di propagazione del virus hanno richiesto da parte del Governo la creazione di una struttura emergenziale guidata prima da Angelo Ferrari e poi da Vincenzo Caputo, attuale commissario straordinario all'emergenza peste suina africana.

Con l'obiettivo primario di tutelare le realtà dell'industria suinicola, sono state imposte una serie di misure che tra le altre cose, prevedono l'abbattimento indiscriminato di tutti i maiali presenti negli allevamenti dove è presente un focolaio. Questa scelta d'azione ha portato alla soppressione oltre 40.000 maiali della Lombardia. Tra questi, sono rientrati anche le decine presenti nel Rifugio Cuori Liberi di Sairano, provincia di Pavia, colpito dal provvedimento di abbattimento nonostante gli animali non fossero destinati al circuito del settore alimentare.

All'alba del 20 settembre le Forze dell'Ordine hanno fatto irruzione all'interno del Rifugio per permettere ai veterinari dell'Ats di dare seguito all'ordinanza di abbattimento emessa dalla Regione. Il modo, violento, con cui gli agenti hanno rotto il presidio degli animalisti ha provocato una sollevazione popolare che a due mesi di distanza non si è ancora fermata e che culminerà con la manifestazione di domani, 18 novembre, a Roma guidata dalla Rete dei Santuari di Animali Liberi.

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La violenza non ha caratterizzato solo l'azione delle Forze dell'Ordine nel Rifugio di Sairano, ma anche le pratiche con cui i maiali degli allevamenti circostanti sono stati uccisi in questi mesi. Lo denuncia Last Chance for Animals che a partire dall’inizio di settembre ha documentato, grazie all’utilizzo di un drone, le diverse fasi della soppressione degli animali, avvenuta con l'utilizzo di camere a gas in alcuni allevamenti colpiti dall’epidemia a Zinasco e Dorno, nel Pavese.

«Numerose le criticità emerse, da quelle in termini di biosicurezza come i tetti di diversi capanni danneggiati e di fatto accessibili per altri animali o i cassoni pieni di carcasse lasciati aperti, al mancato rispetto del benessere animale, con maiali lasciati agonizzare e presi a calci o spinti con violenza», hanno fatto sapere gli attivisti.

Gli episodi più gravi sono stati documentati a Pieve del Cairo, dove sono stati abbattuti 6.900 tra scrofe e suinetti. Le immagini di cui l'associazione è entrata in possesso documenterebbero violenze tali ai danni degli animali, da poter essere considerate «reati di maltrattamento».

Nello specifico i riscontri evidenziati da Last Chance for Animals riguardo al sito di Pieve del Cairo:

  • La movimentazione degli animali risulta essere non idonea. Per farli muovere verso la zona dove avvengono le uccisioni, gli operatori li prendono a bastonate, li pungono ripetutamente con un oggetto appuntito, utilizzano il pannello per picchiarli, vengono presi a calci e maltrattati;
  • Diverse irregolarità nelle procedure e continui errori da parte degli operatori addetti allo stamping out, che appaiono scarsamente preparati a gestire la situazione di abbattimento. Il posizionamento degli elettrodi è spesso errato e la procedura può diventare molto dolorosa per l’animale;
  • Quella che sembra essere una dei veterinari incaricati a supervisionare le operazioni e il responsabile dell’allevamento risultano presenti costantemente nelle aree dove avvengono i maltrattamenti;
  • Gli addetti ai lavori entrano ed escono dai recinti dove viene effettuata l’elettrocuzione e in quelli dove gli animali sono stabulati in attesa, senza presidi sanitari molti di loro non utilizzano nemmeno i guanti;
  • È stata filmato un cassone aperto con le carcasse dei maiali abbattuti, talmente pieno da rimanere aperto ed accessibile ad altri animali (la zona non è delimitata da recinzioni);
Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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