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31 Agosto 2024
18:00

Abbattimenti di cinghiali all’isola di Spargi, l’appello della deputata Evi: «Gli animali non hanno colpe»

Uccidere non è la soluzione per gestire il conflitto con i cinghiali dell'isola di Spargi. Ne è convinta la deputata del Partito Democratico Eleonora Evi che in queste ore ha inviato una lettera aperta al sindaco Fabio Lai per chiedere lo stop degli abbattimenti.

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Uccidere è la soluzione per gestire il conflitto con gli ungulati? No, secondo la deputata del Partito Democratico Eleonora Evi che ha scritto una lettera al sindaco della Maddalena, Fabio Lai, per chiedere di fermare le uccisioni dei cinghiali ibridi iniziate ieri sull'isola di Spargi.

«Introdotti sull’isola dall’uomo, oggi sempre più confidenti perché attirati dal cibo dato da turisti e bagnanti – scrive la deputata – 80 cinghiali ibridi vivono sull’isola disabitata. Fino all’inevitabile incidente. Ma a pagare non possono essere gli animali».

Il riferimento è ad alcuni episodi di aggressione da parte dei cinghiali che hanno visto protagonisti alcuni bagnanti, tra i quali un bambino che sarebbe stato morso a Cala Corsara. Quest'ultimo come i precedenti sono stati tutti citati all'interno dell'ordinanza che il Primo cittadino ha firmato per chiedere l'abbattimento degli animali, un'azione che è il risultato di ben due tavoli tecnici che nulla hanno risolto circa il vero problema alla base del conflitto tra turisti e cinghiali: la confidenza indotta.

Più volte infatti sono circolate in rete immagini di persone che, allo scopo di realizzare un selfie con i cinghiali. hanno usato del cibo per attrarli. Il risultato è un'associazione tra la presenza dell'uomo e il cibo facile che a lungo andare induce gli animali a temerlo sempre meno, e anzi a ricercarlo. Un fenomeno ben noto anche alle amministrazioni del posto, che però hanno tardato a lungo a prendere provvedimenti, come fa notare Evi: «Perché solo oggi il Parco emette ordinanza per vietare di dare cibo ai cinghiali e multe salate a chi non rispetta il divieto? E quindi perché uccidere alcuni esemplari, prima che questa misura, come altre non cruente, possano essere prese in considerazione e portare risultati? Mi unisco alle tante voci che si stanno levando in queste ore, al fianco di molte associazioni che da tempo propongono soluzioni alternative nel rispetto di esseri senzienti».

In queste ore l'associazione di tutela animale LNDC Animal Protection ha sottolineato tutte le storture di una gestione dei selvatici scarsamente lungimirante e soprattutto poco risolutiva.

«La notizia che il Parco nazionale dell'arcipelago di La Maddalena proprio oggi [ieri n.d.r.] abbia emesso un'ordinanza con cui vieta di dare da mangiare ai cinghiali, come tentativo di ridurre "l'interferenza tra la fauna selvatica e i fruitori del Parco" e ridurre quindi i rischi di aggressioni, spesso dovute a un comportamento sbagliato delle persone, è certamente una misura importante, probabilmente tardiva, che, con il dovuto controllo del rispetto del divieto, potrebbe portare a miglioramenti rapidi e significativi della convivenza tra uomo e cinghiale ibrido», rileva Evi.

Le piccole isole sono ecosistemi estremamente fragili e gli squilibri ecologici devono essere affrontati senza tabù, tuttavia nel caso di Spargi non sono state tentate altre strade che quella della violenza, un tipo di azione scarsamente risolutiva come è stato più volte provato durante l'emergenze peste suina africana. «Anche in considerazione della peculiarità del contesto insulare, dal momento che si tratta di animali presenti su un’isola e dunque naturalmente confinati, l’appello a valutare la possibilità di ricorrere alla somministrazione di vaccini immuno-contraccettivi, per ora in fase di sperimentazione, che possono interferire con la fertilità degli animali, consentendo di contenere il numero di esemplari presenti sull’isola», conclude la deputata.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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