La Provincia Autonoma di Trento vuole abbattere 8 orsi all’anno. Lo ha annunciato il presidente Maurizio Fugatti nel corso dell’ultima riunione del consiglio provinciale durante la quale ha illustrato gli obiettivi della nuova legislatura. E tra questi rientra anche la riduzione della popolazione di plantigradi, come promesso in campagna elettorale.
A ottobre di quest’anno Fugatti è stato rieletto alla guida della Provincia Autonoma con il 51,82% dei voti a seguito di una campagna elettorale che puntava molto anche sulla promessa di una gestione autonoma dei grandi carnivori, in altre parole, libertà di abbattimento. Da sempre il presidente leghista chiede maggiore autonomia rispetto alla facoltà di abbattere orsi e lupi ritenuti pericolosi.
La gestione della fauna selvatica, soprattutto di queste specie, appartiene però allo Stato, e solo con un intervento del Ministero dell'Ambiente la Provincia potrebbe occuparsi della questione, diventata centrale a seguito della morte di Andrea Papi, 26enne di Caldes morto per l'aggressione dell'orsa JJ4.
Da quel tragico episodio, ricordato da Fugatti durante il Consiglio provinciale, i plantigradi sono stati identificati come veri e propri nemici pubblici, antagonisti degli allevatori e dei comuni cittadini nella fruizione dei boschi. Una narrazione che il presidente ha ribadito anche oggi: «L'impegno da parte nostra è quello di avere al più presto strumenti di gestione efficaci e risolutivi per l'emergenza dovuta ad animali quali orsi e lupi, assicurando l'incolumità alle persone e agli allevamenti».
La soluzione sarebbe quindi, secondo Fugatti, quella di abbattere 8 orsi all'anno. Un passo avanti rispetto alle sue precedenti dichiarazioni se si pensa che il proposito espresso la scorsa primavera era di abbatterne ben 70 orsi, su una popolazione stimata attualmente in Trentino di circa 100 individui.
La decisione, tuttavia, appare profondamente anti scientifica, come aveva spiegato a Kodami Luigi Boitani, professore ordinario di Zoologia all'Università La Sapienza di Roma ed esperto di grandi carnivori di fama internazionale. «Dire che gli orsi sono troppi è un concetto relativo – aveva detto Boitani – Volendo stare ai numeri, siamo noi a essere troppi. Quindi, piuttosto che concentrarsi su questo bisognerebbe puntare a ridurre le interazioni negative con le persone, per farlo il numero di orsi è irrilevante. Se vogliamo coesistere con gli animali selvatici, che siano 10 o 100, dobbiamo ridurre al minimo i comportamenti che possono portare a un attacco, ma dobbiamo comunque tenere presente che il rischio non è mai zero».
Ridurre il numero di orsi non significa ridurre il numero delle interazioni negative con le persone. Adottare strategie perché non ci siano conflitti tra la nostra specie e le altre è compito della politica. Ma assumersi la responsabilità di informare i cittadini e dotarsi delle conoscenze e delle tecnologie adeguate è molto più oneroso di dare mandato a qualche decina di cacciatori armati di fucile.
Un accordo per realizzare gli abbattimenti annuali sarebbe già stato condiviso con il governo guidato da Giorgia Meloni, secondo quanto fatto sapere da Fugatti stesso. Ora non resta che attendere l'ufficialità di un provvedimento.