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19 Luglio 2022
12:55

Abbandoni, nuovo aggiornamento del Ministero: meno ingressi nei canili pubblici e meno adozioni nel 2021

È noto ormai che l'estate è il periodo peggiore quando si parla di abbandoni. In un contesto già molto complesso, in cui l'assenza di dati certi contribuisce ad aggravare il problema, c'è anche chi distribuisce numeri privi di ufficialità alimentando la confusione e la disinformazione. A Kodami abbiamo fatto il punto della situazione con le associazioni.

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cani abbandonati Foggia

Sono trascorsi ormai due anni dall’inizio della pandemia da Covid-19, un evento che ha segnato profondamente l’intera popolazione di tutto il Pianeta, intaccando e mutando moltissime dinamiche, compreso il rapporto tra uomo e animale.

Molto si è parlato degli effetti che la pandemia e i lockdown hanno avuto su adozioni e abbandoni e su quest'ultima piaga, in particolare, Kodami ha dedicato l'anno scorso una video inchiesta dal titolo "Abbandono, il patto tradito".

Nel pieno di questa estate torrida il tema torna purtroppo e di nuovo prepotentemente di attualità. Soprattutto alla luce delle numerose notizie che riguardano proprio gli abbandoni, e del periodo, quello delle ferie, particolarmente critico.

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Il Ministero della Salute ha appena pubblicato online i dati sugli ingressi e le adozioni nei canili pubblici che acquistano dunque ancora più importanza alla luce di tutto ciò e Kodami ha rilevato immediatamente questo recentissimo aggiornamento sul sito ufficiale del Dicastero, che nel 2007 ha creato una sezione ad hoc in cui pubblica con cadenza periodica i dati regione per regione.

L'ultimo aggiornamento è del 14 luglio 2022 e modifica il quadro ufficiale del 2021 che si riferiva fino al 13 luglio, generando però con questa modalità di comunicazione un bel po' di confusione in chi vuole analizzare il fenomeno del randagismo e ricavarne dati utili per comprendere come cambiano i numeri degli abbandoni e delle adozioni di anno in anno.

Non esiste infatti ad oggi una banca dati aggiornata a cadenza fissa che possa restituire una visione integrale, i dati vengono ricavati soltanto dagli ingressi nei canili pubblici, dipendono da aggiornamenti che le Regioni sono obbligate a inviare ma che fanno con tempi diversi (fino al 2020 Sicilia e Calabria erano sempre "n.p,", ovvero "non pervenute") e tutto ciò lascia chiaramente già intuire quanto sia complesso riuscire a fare una valutazione reale.

Ingressi in canile e adozioni nel 2021: i dati aggiornati a metà luglio 2022

Tornando però ai numeri veri e propri, gli ultimi dati ufficiali comunicati dal Ministero della Salute, aggiornati al 14 luglio 2022, hanno come ultimo periodo di riferimento il 2021 e l'ultimo aggiornamento è stato fatto il 31 dicembre 2021.

Basandoci sui recenti dati, dunque, possiamo dire che nel 2021 sono stati 101.309 i cani in totale entrati o in canili sanitari (72.115) o in canili rifugio (29.194), mentre ne risultano ufficialmente adottati 33.981. Una percentuale pari a poco più del 33% del totale sugli ingressi.

I numeri variano molto a seconda delle Regioni che si prendono in considerazione. In Lombardia, per esempio, su poco più di 8.000 cani entrati in canile ne sono stati adottati circa 2.000, in Piemonte quasi 3.000 sullo stesso numero di ingressi della Lombardia. Ancora, in Puglia risultano entrati in canile, nel 2021, 9.457 cani, e 6.259 sono stati adottati. In Veneto la percentuale di adozioni è molto bassa: 3.805 ingressi nei canili, appena 385 adozioni in un anno.Per alcune regioni, come la Sardegna, non ci sono dati relativi alle adozioni: risultano circa 8.600 ingressi e 0 adozioni, la stessa cosa vale per la Calabria, dove a fronte di 3.629 ingressi risultano zero adozioni.

Questi ultimi dati restituiscono un nuovo quadro sulla situazione abbandoni e adozioni in Italia rispetto a quanto aveva già analizzato Kodami appena qualche giorno prima. Sino al 13 luglio il sito del Ministero indicava infatti dati diversi regionali e totali: 108.668 ingressi nei canili (68.371 in quelli sanitari, 40.297 in quel rifugio) contro solo 45.385 adozioni registrate.

DATI RANDAGISMO 2021 DEL 31 DICEMBRE 2021 pre aggiornamento 14 luglio
I dati del Ministero sul randagismo relativi al 2021 prima dell’aggiornamento del 14 luglio 2022

Comparando i dati del 2021 aggiornati, risulta dunque che i cani entrati in canile nel 2021 sono in realtà meno rispetto a quanto risultava sino a pochi giorni fa: 101.309 contro 108.688. Numeri, dunque, che sono diversi e maggiori rispetto a quanto comunicato in precedenza relativamente alle entrate nei canili sanitari (72.115 contro 68.371 al 13 luglio 2022) e minori rispetto ai soggetti entrati nei canili rifugio (29.194 contro 40.297 al 13 luglio 2022). E soprattutto le adozioni risultano essere meno: 33.981 contro le 45.385 che risultavano sino al 13 luglio 2022.

I dati del Ministero su ingressi in canile e adozioni al 31 dicembre 2020

Facciamo dunque ancora un passo indietro e facciamo una comparazione con il 2020: nell’anno della pandemia i cani entrati nei canili sono stati di più: 118.857, di cui 72.192 nei canili sanitari e 42.665 nei canili rifugio. Anche le adozioni erano superiori: 43.360 cani adottati nell’arco del 2020 dai canili regionali italiani, pari a una percentuale del 36,4 %, dunque leggermente superiore rispetto al 2021.

Un aumento che sembra testimoniare una effettiva tendenza degli italiani ad adottare di più nell’anno clou della pandemia. Kodami aveva effettivamente certificato, allo stesso tempo, che neppure la pandemia ha però fermato la pratica degli abbandoni nell'inchiesta che trovate nel video in alto.

DATI RANDAGISMO 2020 DEL 31 DICEMBRE 2020
I dati del Ministero sul randagismo relativi al 2020

L'altra piaga: diffondere informazioni scorrette in base a "indagini" non veritiere

In questo mare magnum di dati che arrivano a singhiozzo da parte degli enti preposti, dai quali lo ricordiamo ancora sono esclusi i soggetti che per altre vie vengono recuperati (rifugi privati, stalli casalinghi, associazioni locali, singoli volontari e così via), a creare ulteriore confusione sono "notizie" che vengono non verificate e poi distribuite tal quali anche dai media.

Suscita quantomeno perplessità, in particolare, un recente comunicato stampa diffuso da Facile.it, un’azienda specializzata in stipula di assicurazioni secondo cui sarebbero «oltre 117mila i cani restituiti dopo la pandemia»: numeri che non si riflettono affatto nei dati diffusi dal Ministero, visto che non risulta, nel 2021, un aumento degli ingressi in canile, semmai una diminuzione rispetto al 2020. Abbiamo provato a contattare tanto l'azienda quanto l'istituto di ricerca a cui si sono rivolti per avere questa "analisi". Il risultato è che nessuno, ad oggi, ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito. La nostra domanda, molto semplicemente, è stata una sola: come avete reperito questi numeri?

Chiaramente – almeno relativamente agli ingressi e alle adozioni nelle strutture pubbliche – non è possibile ancora dire cosa sia accaduto in questo senso nel 2022, perché il Ministero non ha diffuso ancora dati relativi all’anno in corso, ma una riflessione sui danni che può fare la diffusione di dati non ufficiali (accompagnata da conclusioni di parte) è necessaria.

Nella nota distribuita ai media, l’azienda snocciola una serie di numeri: secondo un’indagine commissionata a EMG Different, si legge, «sono circa 3,4 milioni gli italiani che, fra il 2020 ed il 2021, hanno fatto questa scelta (21,6% dei proprietari). Amore a prima vista, ma non per tutti se si considera che oltre 117 mila proprietari hanno cambiato idea restituendo l’animale al canile o affidandolo ad un’altra famiglia. Il 28,3% di chi ha preso un cane negli ultimi 2 anni ha detto di averlo fatto appositamente per alleggerire il lockdown e circa 196 mila individui hanno ammesso di averlo preso solo per aggirare i limiti alla mobilità imposti dal Governo in quel periodo (5,7%)».

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Il comunicato diffuso da Facile.it

Poi i motivi alla base degli abbandoni, secondo l’azienda: «La ragione principale per cui i proprietari hanno rinunciato alla compagnia del cane adottato durante la pandemia è che, una volta finito il lockdown, si sono resi conto che l’animale diventava troppo complesso da gestire e quindi non lo volevano più (63%); in altri casi, invece, la decisione è stata presa a seguito di danni materiali causati da Fido (37%)».

Ebbene, andando a cercare la nota metodologica con cui questa indagine è stata condotta si nota che vi hanno partecipato 1.000 persone che hanno risposto a un sondaggio, un « campione rappresentativo della popolazione italiana dai 18 ai 74 anni per sesso, età, regione, classe d’ampiezza demografica dei comuni». Le informazioni sono state raccolte a maggio 2022 e diffuse a giugno, periodo in cui moltissimi italiani iniziano a progettare le vacanze, e il metodo di raccolta delle informazioni è stato il cosiddetto CAWI, Computer Assisted Web Interviewing: ai partecipanti all’indagine viene inviata una mail con un link che conduce al sondaggio cui rispondere. Il che significa, per prima cosa, che chi effettua la rilevazione deve avere un massiccio numero di indirizzi mail personali, e che la partecipazione (e dunque la raccolta di dati) è subordinata alla volontà di chi riceve la mail di rispondere.

Fatte queste premesse appare evidente che i dati diffusi dalla compagnia di assicurazioni online difficilmente possono avere una reale attinenza con lo scenario attuale. Che, come spiegato in precedenza, è complesso da mappare persino per gli addetti ai lavori, che non hanno a disposizione dati unitari.

«I dati non esistono – conferma a Kodami Carla Rocchi, presidente di Enpa – Lo stesso Ministero non ha tabelle aggiornate perché non ha una quantità sufficiente di informazioni per fornire un quadro completo. Vi sono Regioni come la Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna che hanno e inviano dati certi e vi sono invece altre Regioni che non hanno questa possibilità. Il che significa che questa azienda ha diffuso dati quantomeno imprecisi, perché non possono avere dati che neppure il Ministero ha».

Enpa, consapevole di queste lacune, ha diffusi di contro i numeri che riguardano strettamente il lavoro dell’associazione, specificando che nel 2021 ha recuperato 21 cani abbandonati ogni giorno, pari a 7.600 in un anno: «Un fenomeno che anche a causa delle numerosissime cessioni non è più prettamente estivo, ma che in questo periodo, in prossimità dell’arrivo delle vacanze e dopo l’arrivo della primavera, si fa sempre più critico – spiega Carla Rocchi – Nelle ultime due settimane di giugno sono stati abbandonati e recuperati da Enpa più di 1.000 cuccioli di cui 210 in Calabria,194 in Sicilia e 132 in Sardegna. Record negativo per Reggio Calabria dove in un giorno Enpa ha recuperato 60 cuccioli. Anche al Centro abbiamo un incremento di cuccioli solo questa settimana Enpa ha recuperato in Ciociaria 57 cuccioli di cani».

Rocchi tiene però a fare una precisazione: «Affermare che le adozioni in Covid si siano tradotte in un maggior numero di abbandoni non è corretto proprio perché non ci sono i dati – specifica – molto dipende da dove i cani sono stati adottati e del circuito in cui sono inseriti. Se il cane viene affidato a qualcuno senza i dovuti controlli, è altamente probabile che venga riportato indietro. Noi facciamo controlli accorti, a Faenza, per esempio, non abbiamo avuto un singolo cane adottato durante il periodo Covid che sia rientrato in canile. Va inoltre testo conto che gli abbandoni non derivano tutti da pessimi comportamenti dettati da egoismo e superficialità: nel periodo della pandemia molte persone hanno perso la vita, e i loro animali, senza persone che se ne facessero carico, sono finiti in canile e potrebbero risultare tra quelli abbandonati, anche se di abbandono in realtà non si tratta. Ci sono poi le persone indigenti, che non possono sostenere le spese per il mantenimento degli animali dopo l’aggravarsi delle loro condizioni economiche, insomma le ragioni sono molteplici e non tutte rimandabili a malignità. DI certo questa società in cui viviamo non ha ancora capito che è fondamentale mettere le persone nelle condizioni di tenere al loro fianco gli animali, per ragioni di benessere psicofisico anche».

Adozioni responsabili, anche da parte di chi le gestisce

Le parole di Rocchi vengono confermate anche da Michele Pezone, avvocato della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, che proprio in questo periodo ha lanciato l'annuale campagna di sensibilizzazione contro gli abbandoni estivi insieme con Anas: «I dati che abbiamo raccolto sugli abbandoni sono sostanzialmente in linea con quelli degli altri anni – spiega Pezone a Kodami – Non abbiamo registrato né un aumento né una diminuzione del fenomeno che rimane ancora stazionario e quindi preoccupante: gli abbandoni non diminuiscono e c’è sempre il picco del 25-30% in più in questo periodo. Contestiamo però con forza dati che sembrano indicare un aumento degli abbandoni conseguenti alle adozioni durante il periodo di lockdown. Per quanto ci riguarda, tutte le adozioni che abbiamo seguito sono andate a buon fine e non ci risulta nessun caso di animale abbandonato dopo l’emergenza».

«Parlare di 117.000 cani restituiti dopo l'adozione in pandemia fa passare un messaggio di leggerezza e superficialità da parte di adottanti e anche di chi si occupa di dare in adozione i cani – prosegue Pezone – Certamente ci possono essere animali dati con maggiore facilità, ma come Lndc seguiamo rigidi protocolli prima di accordare l'adozione proprio per assicurarci che le possibilità che l'adozione non vada a buon fine vengano ridotte al massimo. Una delle principali cause dell'abbandono è la mancanza di proprietà responsabile, e l'altra faccia della medaglia sono le adozioni responsabili: quando affidiamo un cane ci assicuriamo che chi adotta sappia cosa sta facendo, ed è anche per questo che è difficile che i cani tornino indietro. Nessuna delle nostre sedi territoriali ci ha confermato un dato relativo a un aumento di abbandoni post pandemia. Lo scenario è purtroppo stabile, ma quantomeno non così differente rispetto agli altri anni».

Anche Oipa, interpellata da Kodami, rimanda ai dati diffusi dal Ministero quando si parla di aumento di abbandoni: «Gli unici dati affidabili sono quelli diffusi dal Ministero della Salute», conferma Claudia Taccani, avvocato di Oipa, che ha ricordato anche che lo stesso Ministero, nel Piano della performance 2022 – 2024, ha annunciato due importanti novità per la lotta all'abbandono: l’obbligatorietà della microchippatura in tutta Italia e la creazione di un’unica Anagrafe degli animali da compagnia, propri per superare le anagrafi regionali attraverso il potenziamento dei database per una migliore messa in rete dei dati e l’immediata rintracciabilità dei proprietari degli animali smarriti o abbandonati.

«L’estate è il periodo in cui si registra la percentuale più alta di animali domestici abbandonati – conferma il presidente dell’OipaMassimo Comparotto – Ancora oggi c’è chi preferisce cedere per sempre il proprio animale, o addirittura commettere il reato di abbandono, piuttosto che vivere le vacanze insieme. Un comportamento inaccettabile per la sofferenza causata a quello che dovrebbe essere un membro della famiglia, ma soprattutto ingiustificato: ormai è facilissimo trovare mete, strutture ricettive e mezzi di trasporto aperti anche ai quattrozampe. In alternativa ci si può organizzare temporaneamente con un parente, un amico, un pet-sitter o una pensione che provveda al cane o al gatto di casa. Con la nostra campagna anti abbandono estiva, "Se adotti un animale è per tutta la vita", invitiamo a una riflessione poiché le vacanze estive non sono una sorpresa: bisogna pensare a come gestirle prima di accogliere un animale in famiglia. Ecco perché le associazioni, i rifugi, i canili e i gattili che si occupano di trovare casa agli animali offrono tutto il sostegno necessario a chi vuole adottarne uno, accompagnandolo fin dall’inizio del percorso».

L'estate però non è solo la stagione in cui aumentano gli abbandoni, è anche il periodo migliore per adottare un cane. Perché abbiamo più tempo da dedicare al nuovo arrivato e la prima avventura che vivremo insieme può essere quella di una vacanza. Scopri e partecipa alla campagna di Kodami contro gli abbandoni per vivere una "Vacanza bestiale". 

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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