Al problema del focolaio di brucellosi canina, l’unico in Europa, ora se ne somma un altro: la mancanza di cibo. Si fa più complicata la situazione nell’allevamento di Trecastelli, in Provincia di Ancona, dove il Nipaaf (la polizia ambientale, agroalimentare e forestale) e i carabinieri forestali di Ancona sono intervenuti per sequestrarlo su delega della Procura di Ancona. Al massimo potevano vivere lì 61 animali, ma ne sono stati stipati 859. «Il proprietario ha finito le scorte di cibo e ha detto di non aver risorse finanziarie sufficienti per acquistare i 50 chili al giorno che sono necessari», spiega Manuela Pallotta, presidente dell’Associazione Amici animali di Osimo, che ha consegnato i primi 500 euro di crocchette per cercare di tamponare l’emergenza. Ora la situazione, al canile di Trecastelli, è bloccata. L’Asur, l’Azienda sanitaria unica della Regione Marche, sta seguendo la linea tracciata dal Ministero della Salute: nel canile ci sono troppi cani e, dunque, bisogna trovare loro nuovi spazi, sempre nella Regione.
Il ripensamento del Ministero della Salute. «Prima il sì alle adozioni e poi lo stop»
«Il Ministero della Salute ci ha ripensato: prima ha dato l’ok a piazzare i cani positivi, poi ha dato lo stop vista la richiesta dell’Istituto zooprofilattico – aggiunge la presidente – Per ora la strada di affidare i cani positivi non è più percorribile». Gli animali si trovano in attesa di decisioni che dovranno necessariamente arrivare perché non possono più vivere in quelle condizioni. «Nell’allevamento di Trecastelli – spiega ancora Pallotta a Kodami – non si può fare niente, neanche le sterilizzazioni, che devono essere compiute in un ambiente idoneo. In quell’allevamento di 60 cani ce ne sono più di 850, dunque non c’è spazio per operare. I tempi si fanno lunghi perché tutti i cani vanno prima sterilizzati e poi bisogna fare per due volte, a distanza di un mese, i test del sangue. Prima di affidarli bisogna capire chi è positivo alla brucellosi e chi no. I tempi si fanno lunghi».
Nell’attesa che si sblocchi la situazione, l’Associazione Amici Animali di Osimo ha avviato una raccolta fondi proprio per cercare di non affamare i cani. «Ora è tutto fermo. All’allevamento sono state bloccate le vendite perché il sindaco ha emanato ordinanze per i divieti di entrata e di uscita degli animali proprio a causa del focolaio di brucellosi – prosegue la presidente dell’associazione – Dalla notizia del sequestro siamo stati sommersi da telefonate di chi voleva prendere in adozione gli animali. In pochi giorni abbiamo ricevuto più di 2.300 richieste. Appena si sbloccheranno li contatteremo: i cani sono Chihuahua, Carlini, Barboncini toy, Maltesi».
Cinquecento euro di crocchette bastano per una sola settimana. Anche altre associazioni si stanno mobilitando per altre iniziative di solidarietà.
L’associazione Amici Animali a Osimo ha fondato il Magic Box, una piccola struttura dove si prendono cura di circa 15 cani. E’ uno spazio totalmente autofinanziato. Manuela racconta con orgoglio il successo del gruppo dei volontari sul territorio. «A Osimo il canile non ha cani quasi per niente – aggiunge – E’ il risultato del lavoro che facciamo sul territorio per evitare che il cane entri lì. Lavoriamo molto per gestire il randagismo e per sviluppare le adozioni».