Gli studenti di Giurisprudenza dell’Università di Torino potranno studiare anche Diritto Privato degli Animali. Il corso sarà facoltativo, avrà una durata di quaranta ore e sarà aperto alle neo matricole una volta raggiunto il quarto o quinto anno di frequenza.
La proposta di istituire questo nuovo insegnamento nasce dall’idea di Luciano Olivero, Professore Associato di Diritto Privato all’Università di Torino. «L’idea di questo insegnamento nasce dalla constatazione che esistono questioni nuove che non possono più essere risolte in modo soddisfacente con l’applicazione delle regole tradizionali. Queste regole, per quanto riguarda il diritto privato, vale a dire quel ramo del diritto che si occupa dei rapporti tra privati cittadini, in materia di famiglia, successione, proprietà, contratto, responsabilità civile, vedono negli animali delle semplici cose mobili, fonte di profitto o di danni – spiega a Kodami il docente – Nella contemporaneità, invece, gli animali sono diventati qualcosa di profondamente diverso. Senza cessare di essere al centro di rilevanti interessi economici, essi sono diventati i destinatari di un’affettività che talvolta mima quella tra esseri umani. Inoltre, come parte degli ecosistemi naturali, essi sono anche i destinatari di quella tutela rafforzata per l’ambiente a cui oggi ci richiama la nostra Costituzione, grazie alla recente modifica dell’art. 9».
Sebbene il pensiero vada spesso a cani e gatti, infatti, questa materia tocca anche argomenti che nulla hanno a che vedere con gli animali a noi più vicini: «Il settore giuridico legato al mondo animale ha un’enorme vastità di declinazioni che richiedono un'ampia preparazione per poter essere approfondite adeguatamente – afferma Olivero – Bisogna quindi disporre di solide basi in diverse discipline del Diritto. Per questo abbiamo deciso di posizionare il corso in una fase più avanzata del percorso di studi, a partire dal 4° anno, e cioè dall’anno accademico 26/27. L'obiettivo del corso è quello di non limitarci agli argomenti che riguardano gli animali d’affezione, sebbene con loro ci sia maggiore prossimità di affetti e di interessi; e questa vicinanza abbia fatto sorgere quei problemi di cui parlavo prima».
Torino è la prima Università a introdurre il corso
L’Università di Torino è la prima in Italia ad aggiungere questa disciplina del percorso di studi della Laurea a ciclo unico in Giurisprudenza? «E’ una domanda che mi è stata rivolta spesso in questo periodo. Ma sinceramente non è la ricerca di una “primogenitura” l’aspetto che mi ha convinto dell’opportunità di dare vita a questo insegnamento. Le ragioni sono, invece, quelle pratiche e scientifiche che indicavo prima: l’aumento delle questioni giuridiche che la prassi ha portato all’attenzione dei giuristi e la necessità di trovare soluzioni adeguate, ricorrendo agli strumenti tecnici del diritto privato, anche in assenza di una normativa ad hoc.
Ciò richiede la capacità di muoversi attuando soluzioni creative. Avere un insegnamento dedicato a questi temi, permetterà di affrontare tali questioni con quella lente analitica che non sarebbe stato possibile usare nei corsi di base sul diritto privato, dove occorre affrontare un’infinità di questioni all’interno di una disciplina in sé vastissima. Per questo sono particolarmente grato al mio Dipartimento che ha accolto subito l’idea di istituire il nuovo insegnamento, dimostrando grande sensibilità sul tema. Un grazie particolare va al Direttore del Dipartimento, Raffaele Caterina e alla Direttrice del corso di Laurea, Anna Maria Poggi».
Nell’ambito delle lezioni, il Professor Olivero ha intenzione di approfondire, insieme agli studenti, alcune delle casistiche che ci si trova ad affrontare più spesso. «Un tema di crescente importanza è quello dell’affidamento di cani e gatti in caso di crisi coniugali ma sono sempre più centrali anche le normative legate alla possibilità di disporre dei lasciti testamentari a beneficio di animali. Inoltre sarà importante affrontare le questioni legate ai danni arrecati agli animali, in caso di ferimento o uccisione. Il risarcimento, infatti, potrebbe non limitarsi al valore economico dell’animale (che può essere modesto tutte le volte in cui non si tratti di una razza di pregio), ma includere anche la componente affettiva del rapporto che è stato leso».
«Anche la Legge deve stare al passo con i tempi»
Vi è però anche un altro argomento che ha spinto il Professor Olivero a prendere in considerazione questo corso ed è quello che riguarda la capacità della Legge di adattarsi alle mutazioni della società. «La crescente importanza degli animali e i cambiamenti del costume in questo ambito non possono più essere ignorati. Per questo è importante che ai nostri studenti e alle nostre studentesse sia data la possibilità di approfondire temi che saranno importanti quale che sia la carriera che intraprenderanno: come avvocati, giudici o notai; o all’interno delle amministrazioni pubbliche o private che, a vario titolo, possono trovarsi ad avere a che fare con le questioni legate allo statuto giuridico degli animali. Da millenni – spiega il Professor Olivero – il Diritto divide il mondo in "persone" e "cose", ma oggi ci troviamo in un’epoca storica in cui la Legge sta mettendo in discussione questa dicotomia secca e sta provando a rispondere alla domanda “Cosa (o chi) sono allora gli animali?”».
Osservata dal punto di vista del Diritto la questione è piuttosto complessa, ma sono sempre di più i Paesi che cercano soluzioni innovative per provare a rispecchiare le richieste di una società in cui il rapporto con le altre specie sta cambiando rapidamente forma. «I primi ordinamenti a mettere mano ai loro codici sono stati quello tedesco e svizzero, quando hanno statuito che “gli animali non sono cose”, salvo poi trattarli, in assenza di discipline apposite, come “cose mobili”. In Belgio, un paio di anni fa, è stato riformato il libro III del codice civile: anche lì oggi si dice che gli animali non sono cose. Salvo poi precisare che animali e cose si distinguono dalle persone”. Ognuno di questi tentativi è un piccolo passo, ma è evidente che la legge è ancora legata al passato, e serve tempo e fatica per elaborare soluzioni davvero nuove», commenta Olivero.
Un ulteriore passo avanti lo ha fatto la Spagna nel dicembre del 2021, quando ha approvato una legge che riconosce gli animali da compagnia come esseri senzienti anche nel Codice civile e, di conseguenza, per la legge nazionale non saranno più considerati delle cose.
«La cultura non cambia come le stagioni, ma ha bisogno di tempi più lunghi. Con questo corso vogliamo provare a mettere un po’ di ordine tra le idee di giudici, legislatori e le numerose figure che avranno a che fare con gli animali e il loro benessere in maniera più o meno diretta – conclude il Professore – Ci auguriamo che diventi uno strumento utile per aggiornare i percorsi degli studenti di oggi e, quindi, dei giuristi di domani».