Un'intesa a tutela della fauna selvatica. La Città Metropolitana di Torino ha rinnovato, anche per quest’anno, il progetto “Salviamolinsieme”, che prevede l'impegno diretto del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città metropolitana insieme al Centro animali non convenzionali (Canc) all’interno della Struttura didattica speciale veterinaria dell'Università di Torino.
Nel 2023, grazie al progetto, è stato possibile recuperare e mettere in sicurezza oltre 5mila animali selvatici in difficoltà. «Numeri importanti – spiega a Kodami Mitzy Mauthe von Degerfeld, responsabile del Canc – e non omogenei nel corso dell'anno. Il picco dei recuperi, infatti, deve ancora arrivare, sarà da fine febbraio a fine settembre, in corrispondenza delle nascite. Ci stiamo già attrezzando con pastoni e frullati, che ci aspettano in congelatore».
Tra le specie che più frequentemente sono in pericolo nel territorio figurano: i colombi, i rondoni, i ricci, i merli, i caprioli, le volpi, i rapaci e i tassi.
La convenzione, che quest’anno ha ricevuto un finanziamento di 37mila euro, prevede: un servizio di primo soccorso operativo 24 su 24 e sette giorni su sette per garantire l’accettazione degli animali e le cure sanitarie urgenti o di primo livello e un centro sanitario attrezzato per terapia medica e chirurgica, terapia post-intervento, prima ospedalizzazione.
Inclusi poi anche: uno o più centri terapeutico-riabilitativi e una o più strutture che possano ospitare gli animali con invalidità croniche che non potranno essere rimessi in libertà e gli animali esotici recuperati o oggetto di sequestro.
Nel caso in cui i cittadini si trovino di fronte a un animale selvatico ferito o in difficoltà possono chiamare il numero 349 4163385. Prima di farlo, però, è bene accertarsi che non si tratti di un giovane uccello al suo primo volo o un cucciolo sorvegliato a distanza dalla madre. Situazioni che in natura sono normali e che non richiedono l'intervento dell'uomo.
Ma purtroppo non tutti ancora hanno recepito questo messaggio: «In primavera riceviamo tantissime richieste di intervento per cuccioli lasciati soli – spiega la responsabile del Canc – ed è difficile far capire alle persone che spesso si tratta di animali sorvegliati dai genitori, che non hanno bisogno di soccorso. Portare via un nidiaceo, un cucciolo di capriolo o di volpe non vuol dire aiutarlo, ma rapirlo. Ma far passare questo messaggio è molto complesso, e così in primavera ci ritroviamo a ricoverare anche 150 cuccioli al giorno».
I piccoli, una volta portati al Centro, non potranno poi essere rimessi in libertà finché non saranno autosufficienti: «Noi abbiamo dei protocolli specifici per queste situazioni – continua Mitzy Mauthe von Degerfeld – ma ovviamente, per quanto accurati, non potranno mai sostituire la formazione che si acquisisce in natura dai genitori».
In tutti gli altri casi di animali selvatici in difficoltà, invece, chiamando il numero del Centro si potrà richiedere, se correttamente motivato, un servizio di recupero sul posto, attivo 24 ore su 24, in modo da mettere subito in sicurezza l’animale e prestargli le cure necessarie.
L’operatore che risponderà potrà anche dare consigli su come comportarsi in attesa dell’intervento dei sanitari veterinari. A ricevere le telefonate sono, infatti, tecnici in possesso di una laurea che li abilita a soccorrere e gestire nel modo più corretto la fauna selvatica, tutelando l’incolumità delle persone e degli animali.
Se invece si incontrano individui di piccole dimensioni, non difficili da trasportare, i cittadini potranno portarli direttamente alla struttura veterinaria, in Largo Paolo Braccini 2 a Grugliasco (Torino).
Nel caso di cinghiali in difficoltà, infine, è necessario mettersi in contatto con i servizi veterinari della Asl competente, come disposto per il contenimento della Peste Suina Africana (PSA).