Qualche giorni fa una coppia di ragazzi si è impossessato di diverse uova di fraticello (Sternula albifrons), una specie protetta e poco diffusa, che straordinariamente nidifica su un piccolo scoglio, chiamato "isolotto", a Torre Ovo in provincia di Taranto. Qui alcuni uccelli marini come le sterne trovano il luogo ideale per nidificare. L'isolotto è però accessibile a tutti e questo può purtroppo arrecare disturbo alla conservazione delle specie.
I ragazzi hanno messo le uova in una busta e, dopo averle portate in spiaggia, le hanno abbandonate. I bagnanti sono andati a controllare e, dopo essersi resi conto dell'importanza del ritrovamento, hanno subito contattato la presidente dell'Associazione "Torre Ovo & Friends" Viviana Baldarri che ha allertato altre associazioni che si occupano di tutela della fauna selvatica tra cui il Centro di Calimera. Le uova integre recuperate sono state 31, mentre molto altre sono state irrimediabilmente danneggiate.
Le uova "sopravvissute" sono state portate al centro di Manduria per essere incubate e successivamente inviate nel centro specializzato di Bitetto. L'accaduto rappresenta un grave evento che è stato denunciato alla procura della Repubblica di Taranto per richiedere il sequestro dell'isolotto e permettere così una maggiore tutela delle specie selvatiche, evitando il più possibile che cose del genere possano riaccadere. Inoltre è stata depositata una denuncia verso ignoti per il reato previsto nell'art'544 ter del Codice Penale sul maltrattamento animale che cita:" Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale […] è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell'animale." Ma perché è così grave?
L'opinione dell'ornitologo Rosario Balestrieri, presidente dell'Associazione ARDEA
«Il motivo della gravità dell'accaduto viaggia su due binari: uno è l'aspetto educativo e poco rispettoso della natura e della vita altrui. Credo infatti sia inaccettabile che nel 2021 accadano ancora cose del genere. Nonostante sembra che si stiano facendo dei passi avanti riguardo la sensibilizzazione della popolazione sulla conservazione degli uccelli, quando accadono queste cose penso che in alcuni contesti le strategie di educazione e comunicazione non siano poi così efficaci. L'altro aspetto riguarda invece la conservazione: stiamo parlando di una specie inserita nell'allegato 1 della direttiva uccelli, ossia tra quelle che hanno bisogno di misure speciali di conservazione per garantirne la sopravvivenza. È una specie infatti particolarmente tutelata e molto localizzata in Italia, concentrata soprattutto lungo il delta del Po, sulle coste della Sardegna e della Sicilia. In tutto il resto d'Italia invece ci sono pochissime colonie, quattro-cinque, per lo più in Puglia. Essendo una specie così rara, arrecare danno alle nidiate diventa ovviamente un grosso problema per la conservazione».
Il fraticello è infatti una specie che nidifica in Europa e in Asia, generalmente sulle coste o lungo i fiumi. È un migratore che per passare l'inverno raggiunge addirittura l'Australia e il Sud Africa. È una specie marina che si nutre principalmente di pesci che cattura in immersione ed è classificata come "minacciata" nelle liste rosse italiane delle IUCN.
« È una specie sottoposta a tantissime minacce: prima di tutto è un migratore e subisce così l'influenza dei cambiamenti climatici. Poi nidifica a terra, così come anche il fratino, il che vuol dire che è soggetto a molti disturbi antropici: una semplice passeggiata potrebbe portare alla distruzione delle uova per semplice disattenzione. Inoltre è una specie molto soggetta al disturbo del sorvolo, rappresentato ultimamente soprattutto dai droni. La presenza di questi infatti può disturbare talmente la specie da far allontanare gli individui dalla propria colonia. Per di più il fraticello nidifica generalmente sugli argini o sugli isolotti a fior d'acqua e spesso può morire a causa degli innalzamenti improvvisi del livello idrico. Infine un'altra minaccia che subisce, dato che nidifica a terra, è la predazione da parte di ratti, cinghiali, gabbiani e corvidi. Data la panoramica sulle minacce della specie, è chiaro che queste colonie così rare e preziose dovrebbero essere tutelate a vista. Che questi ragazzi siano riusciti a fare un danno non fa ben sperare. L'evento inoltre rappresenta un raro caso noto di un nido compromesso, perché la maggior parte viene distrutta senza che neanche che ce ne si renda conto, ad esempio a causa del calpestìo. Diciamo che è, purtroppo, solo la punta dell'iceberg di qualcosa che avviene molto più frequentemente».