Negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici e di tanti altri impatti di origine antropica, l'ambiente e la biodiversità hanno subito gravi danni che hanno portato alla sparizione di moltissime specie del Pianeta. Secondo un recente studio realizzato da un team di biologi e scienziati ambientali, il tasso di estinzione di piante e animali a Singapore negli ultimi 200 anni è di circa il 37%. I risultati della ricerca sono stati pubblicati negli Atti della National Academy of Sciences.
Singapore è una nazione insulare situata nell'Asia sudorientale, caratterizzata da un ambiente ecologico unico che ha subito notevoli cambiamenti nel corso dei secoli. Studi pregressi hanno attestato che, intorno al 1819, la nazione insulare di Singapore era prevalentemente ricoperta da fitte foreste pluviali, mentre le restanti aree comprendevano principalmente paludi e foreste di mangrovie.
Nel corso del tempo, però, le violenti azioni dell'uomo hanno provocato una significativa deforestazione, causando gravi perdite di numerose specie animali e vegetali. Poiché non è mai stato fatto uno studio approfondito per calcolare in maniera chiara e definitiva i reali danni che questa terra ha subito, un team di ricercatori ha condotto ricerche approfondite per delineare con precisione ciò che è successo nel corso degli ultimi 200 anni.
Per questo studio, i ricercatori hanno analizzato con estrema attenzione i documenti storici che descrivevano in dettaglio piante e animali fin dal 1796. In questo modo sono riusciti a risalire a ben 50.000 specie tra piante e animali e ben 10 gruppi tassonomici e, tramite l'utilizzo di modelli matematici e statistici, sono riusciti a stimare le cosiddette "estinzioni oscure", cioè le estinzioni che riguardano specie non ancora scoperte.
Dai risultati emersi, il tasso di estinzione complessivo stimato si attesta al 37%, il che rappresenta una revisione al ribasso rispetto alle stime precedenti per Singapore. Le estinzioni, sebbene concentrate soprattutto su specie più grandi e carismatiche, includono circa la metà delle farfalle autoctone, il 90% delle specie di uccelli e circa il 60% dei grandi mammiferi, tra cui tigri e leopardi.
Le brutte notizie, purtroppo, non sono finite. Sulla base di questi scoraggianti risultati, i ricercatori hanno effettuato stime per altre zone del sud-est asiatico deducendo che, se la deforestazione non cesserà, circa il 18% di tutte le specie che vivono oggi nella regione si estingueranno entro il 2100.
Questo studio riflette un quadro allarmante della devastazione ambientale causata dall'azione umana. Tali risultati richiamano la responsabilità collettiva di tutelare la natura e riflettono sull'imperativo morale di proteggere il Pianeta per le generazioni future e, soprattutto, per la biodiversità. La nostra capacità di invertire questa tendenza critica dipende dalle decisioni e dagli sforzi che compiamo oggi per garantire un equilibrio sostenibile tra la nostra presenza e il prezioso ecosistema che condividiamo con tutte le forme di vita, quindi se vogliamo davvero invertire la rotta, dobbiamo agire ora prima che sia troppo tardi.