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30 Settembre 2022
15:03

A rischio i mufloni del Giglio, le associazioni: «Ampliare i confini del Parco per proteggerli»

I mufloni dell'Isola del Giglio sono nuovamente in pericolo. Per salvarli le associazioni propongono di ampliare i confini del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano a tutto il territorio dell'isola, evitando così la messa in atto del piano venatorio che partirà ad ottobre.

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mufloni

Sembrava terminata a novembre 2021 la vicenda dei mufloni dell'Isola del Giglio, quando una collaborazione tra l’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e le associazioni ha permesso di salvare gli animali dal piano di eradicazione. Invece la decisione della Regione Toscana di rendere cacciabili i mufloni che si trovano oltre i confini dell'area protetta rischia di vanificare l'accordo che ha già salvato 43 animali, tra cui anche diversi cuccioli.

A protestare sono due delle principali associazioni nazionali: Lav e Wwf Italia, che in un comunicato congiunto hanno fatto sapere di essersi mobilitate per chiedere «l’ampliamento del Parco nazionale al restante territorio dell’isola». Una soluzione che eviterebbe l'avvio del piano venatorio disposto dalla Regione Toscana.

Lo scopo è evitare che tra le vittime del piano venatorio ci siano proprio quei mufloni che la mobilitazione mediatica e cittadina aveva contribuito a salvare poco meno di un anno fa: «Non si ritiene più sostenibile il mantenimento di alcune attività antropiche, prima fra tutte quella venatoria, che possono nuocere alle finalità stesse del parco e agli equilibri ambientali del territorio, già fragile in quanto insulare – hanno spiegato le associazioni – Con la nuova stagione venatoria si manterrebbe così il paradosso che mentre nel Parco si sta effettuando ogni sforzo possibile per tutelare la biodiversità unica dell’arcipelago e contrastare la presenza di fauna alloctona anche ricorrendo a metodi non cruenti, evitandone l’abbattimento come nel caso del muflone, al suo margine questa può essere abbattuta dai fucili dei cacciatori».

Secondo le associazioni, l'ampliamento dei confini del Parco avrebbe una doppia motivazione, connessa al ruolo occupato dall'Italia nel panorama europeo: «L’allargamento del Parco, oltre ad avere una ragione ecologica in quanto tutelerebbe l’isola nella sua integrità, darebbe anche un contributo al nostro Paese per raggiungere l’obiettivo comunitario di tutelare il 30% della superficie nazionale a terra e a mare entro il 2030».

L’Ente presieduto da Giampiero Sammuri a novembre aveva deciso di sospendere gli abbattimenti dei mufloni del Giglio come «atto di disponibilità verso il mondo animalista». Lo stop alla mattanza è stato il risultato di un pressing serrato del mondo delle associazioni, supportato dalla parlamentare Michela Vittoria Brambilla, e con il contributo della società civile.

Una risposta decisa e organizzata al progetto europeo LestGo Giglio, che prevedeva di preservare la fragile biodiversità della piccola isola attraverso l'eradicazione di alcune specie animali giudicate invasive, tra queste figuravano proprio i mufloni.

Oggi, però, uno studio pubblicato a luglio sulla rivista scientifica Diversity ha scoperto che prprio questi individui sono portatori di un patrimonio genetico particolarmente prezioso perché riconducibile alla popolazione sarda, dalla quale i mufloni del Giglio in effetti provengono, ma nella sua caratteristica più ancestrale, non ancora “contaminata” da successivi incroci con altre specie, quali le pecore che popolano l’isola.

Una nuova informazioni da valutare prima di procedere all'eradicazione cruenta degli animali. La soluzione preferita dalle associazioni è quindi quella di ampliare i territori del Parco a tutta l'isola per evitare che i mufloni siano catturati e "consumati" dai cacciatori.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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