Passeggiando per le strade di Quarto è possibile imbattersi in cartelli stradali che indicano la presenza di una colonia felina. Il progetto ha il merito di avere salvato la vita di decine di esemplari e anche di aver fatto divulgazione rispetto al fenomeno delle colonie feline. A promuovere questa iniziativa è Francesca Rusciano, Consigliera comunale di Quarto al suo primo mandato e volontaria dell'associazione Oasi Felina. Rusciano ha messo l'esperienza di volontaria al servizio del suo Comune per il progetto della segnaletica stradale apposita per indicare ad automobilisti e passanti la presenza di una colonia felina nella zona.
I gatti liberi sono infatti protetti dalla legge 281/91 e da successive disposizioni regionali che indicano precisamente le modalità di cura e protezione di questi esemplari. Le colonie feline censite sono infatti sempre seguite dalle istituzioni locali e regionali, ma una lunga strada deve essere fatta perché ci sia una vera conoscenza di questo fenomeno.
Perché una segnaletica per segnalare la presenza di gatti?
Da sempre mi prendo cura dei tanti gatti della zona di Quarto insieme al collega consigliere Vincenzo Lucchese che con me fa parte anche dell'associazione Oasi Felina. Quando siamo approdati in Consiglio comunale abbiamo trovato un'amministrazione ricettiva alle esigenze del benessere animale e siamo riusciti a realizzare questo primo, importante passo, grazie al supporto del sindaco Antonio Sabino. L'idea della segnaletica per le colonie feline nasce innanzitutto dalla volontà di proteggerli: vederli regolarmente sull'asfalto ci ha fortemente turbato, soprattutto quando le colonie si trovano presso strade a scorrimento veloce. Un semplice avviso per chi transita può quindi salvare la vita di tanti animali.
Ma la segnaletica non serve solo agli automobilisti…
No, infatti. Noi abbiamo un profondo rispetto per la natura di questi animali e con questa iniziativa desideriamo che le persone sappiano che le colonie feline esistono, e che sono protette dagli enti preposti. A Quarto abbiamo circa 20 colonie feline, ognuna censita e con un referente nominato dal Sindaco. Come stabilisce la legge i gatti non possono essere spostati ma possono e devono essere curati, nutriti e monitorati in primis dal servizio veterinario dell'Asl. È bene che i cittadini conoscano l'esistenza di questo fenomeno e dei conseguenti diritti e doveri nei confronti degli animali con cui condividono gli spazi.
Una convivenza non sempre facile, avete incontrato resistenze da parte della popolazione?
Sì. Le persone ci chiamano spesso segnalandoci la presenza di gatti in una determinata zona chiedendoci di portarli via perché non vogliono vivere vicino alla colonia. Dobbiamo quindi spiegare loro che i gatti sono stanziali e devono restare nel luogo che hanno scelto. La legge regionale della Campania in merito è chiarissima. I gatti delle colonie vanno spostati solo se sussiste un reale pericolo per gli animali e comunque va spostata solo da personale altamente qualificato del servizio veterinario dell'Asl. Non ci si può improvvisare. Noi crediamo molto nella libertà dell'animale e non vogliamo riversare su di loro parametri che appartengono solo agli umani. Ci occupiamo prevalentemente di nutrirli, curarli e sterilizzarli perché è di questo che hanno bisogno. Per questo con la segnaletica stradale abbiamo dato il via a un lavoro di sensibilizzazione della cittadinanza che spesso vedendo un gatto libero cercano di portarlo via.
Ha paura che le persone, con l‘approssimarsi del Natale, possano portare a casa i gatti liberi?
Sì, decisamente. Per questo sia io che il mio collega Lucchese abbiamo messo a disposizione dei cittadini i nostri numeri di telefono per essere contatti da chi ha dubbi, fare un sopralluogo e spiegare di persona cosa significa lasciare il gatto libero di vivere la sua vita. Le adozioni di cui pure ci occupiamo tramite l'associazione Oasi Felina, sono sempre ragionate: non preleviamo da colonie censite nemmeno i gatti più piccoli. Provvediamo alle adozioni solo se un gatto si è perso e non ha più la sua colonia di riferimento. Molto spesso però le persone fanno proiezioni personali e vedono i luoghi scelti dai gatti per le loro colonie con l'occhio dell'uomo, provano quindi a spostarli credendo erroneamente di fare il loro bene. Un errore nel quale ricorrono anche i volontari di molte associazioni che operano con una mentalità ormai superata.
Quali sono i problemi interni al mondo delle associazioni animaliste?
Si tende ancora purtroppo a rinchiudere gli animali, anche quelli liberi delle colonie. Noi invece vogliamo lasciare i gatti liberi e interveniamo solo quando esiste una vera necessità. Non dobbiamo mai proiettare sugli animali valori che non appartengono a loro. Ciò che non è idoneo per l'essere umano può essere perfetto per i gatti, e viceversa. Un vecchio approccio del volontariato tendeva a prelevare i gatti dal territorio, un po' come avviene con le staffette canine. Noi invece valutiamo con sopralluoghi, e interveniamo per le azioni che ci competono: nutrizioni, sterilizzazioni, censimento. Vorremmo però maggiore supporto da parte delle Asl.
Esistono quindi difficoltà rispetto alla stessa macchina pubblica?
La consigliera Francesca Rusciano
Decisamente. Purtroppo le persone preposte al servizio veterinario delle Asl sono poche rispetto alla mole di lavoro. Non è lo Stato centrale ad avere competenza in materia di sanità ma la Regione: spetta a questa quindi mettere in campo più personale e di conseguenza ampliare l'orario di lavoro delle aziende sanitarie sparse sul territorio. Spero che con l'avvento delle risorse del Pnrr le cose possano cambiare ma si tratta anche qui di un passaggio culturale che deve essere fatto per sapere come e dove investire le risorse. Non molti infatti si rendono conto dell'importanza della sterilizzazione delle colonie, che invece è il lavoro fondamentale che va fatto per garantire il benessere della comunità umana e animale. In tal senso la legge regionale prevede anche la convenzione dei veterinari privati, noi dell'amministrazione comunale cerchiamo per quanto possibile di snellire la burocrazia, ma il nostro campo d'azione è limitato rispetto a tutto quello che c'è da fare.
Quali sono i prossimi passi dell'amministrazione per il benessere animale?
Adesso è in discussione un regolamento comunale per la tutela degli animali. Il nostro progetto più ambizioso è però quello di creare una vera e propria oasi felina sul territorio per avere la possibilità di portare i gatti lì in caso di difficoltà. Si tratta di una iniziativa in stand-by, molto deve essere fatto ancora sul piano culturale, per questo siamo partiti con la segnaletica verticale. Vogliamo creare una consapevolezza graduale per non rischiare di fare il male dei gatti.
Avete registrato episodi di violenza nei confronti degli animali delle colonie?
Non abbiamo mai trovato bocconi avvelenati ma alcuni gatti liberi sono stati uccisi a causa dell'avvelenamento. L'ultimo caso di possibile avvelenamento è avvenuto un mese fa quando abbiamo constatato la morte in massa di una colonia felina composta da 10-12 esemplari. Abbiamo provveduto a denunciare tutto a vigili urbani di Quarto e alle Asl. Non sappiamo ancora quale sia stata la causa della morte, stiamo aspettando il referto del veterinario. L'altra opzione possibile è che siano stati decimati da una malattia felina, purtroppo accade quando non si riesce a vaccinare in tempo una colonia. Qui torniamo al problema delle risorse e delle Asl. I referenti delle colonie si occupano di monitorare e dare da mangiare, ma non possono fare altro.
Tramite l'associazione Oasi Felina e il Comune stiamo provando a fare il possibile, ma non è facile. Adesso lavoriamo soprattutto per diffondere la conoscenza della cultura animalista anche in altri territori vicino a noi, fare sì che episodi simili non si verifichino mai più.